Cap. XII
Sbuffando, scesi le scale che portavano alla cantina. Probabilmente al suo tempo era molto buia, inquietante, ma ora nei muri c'erano diverse piccole feritoie formatesi nel tempo, per lasciar entrare la poca luce emessa dal sole. Una porta dava sul giardino sul retro, dal quale veniva l'illuminazione. Stavo per avvicinarmi, ma era pieno di detriti e c'era...
«Che schifo!» urlai «C'é un cadavere!»
Ero sul punto di vomitare, quando arrivarono di corsa i miei amici.
«Cosa succede?» chiese Camilla, preoccupata
«Succede» risposi, trattenendo i conati «che c'é un cadavere!»
«O mio-» fece Cole, appena lo vide. «Sto per vomitare.»
Detto ció il figlio di Ecate si voltó e rimise la colazione di quella mattina.
Il cadavere, sommerso dai detriti, era di una donna, ormai in decomposizione, con i vestiti strappati e luridi e il viso sfigurato.
«Ew.» fece Camilla «Disgustoso.»
«Via di qui. Ora. Sto per vomitare di nuovo.» disse il figlio di Ecate.
Ascoltammo il suo consiglio e risalimmo le scale di corsa.
«Perché. Cazzo. C'é. Un. CADAVERE.» esclamai.
«Perché chiunque vivesse qui adorava Thanatos e Ade.» rispose Nico, sarcastico.
«Ah ah ah. Molto divertente.» fece Camilla
«Potremmo smetterla di parlarne? Mi fa venire la nausea solo il pensiero.» disse Cole.
«Okay. Avete trovato qualcosa nei piani superiori?» chiesi la prima cosa che mi veniva in mente.
«Ci sono tre camere da letto, un bagno e uno studio.» contó il figlio di Ade.
«Ottimo!» i miei compagni mi guardarono confusi. «Io mi prendo una stanza, Camilla un'altra e voi due ne dividete una.»
«Perché voi ne avete una a testa e noi ce la dobbiamo dividere?» protestó Cole
«Perché» lo fulminai con lo sguardo «noi siamo ragazze.»
«E allo-» stava per continuare, ma gli sguardi miei e della mia migliore amica lo fermarono.
«Okay, va bene!» si arrese, esasperato.
«Bravo nanetto.» dissi, scompigliandoli i capelli ricci.
Lui mi guardó corrucciato:«Non sono basso!»
«Puó basso di noi di sicuro.» rispose per me la figlia di Poseidone.
Lui alzó gli occhi al cielo.
Salimmo nelle stanze. Erano tutte piene di polvere, ma almeno avevano dei letti e non saremmo stati costretti a dormire per terra.
«Mi manca camera mia.» mi lamentai «Il mio letto morbido, la libreria, l'armadio... A voi non manca?» chiesi, girandomi, ma i miei amici erano giá spariti. Ah, che bello parlare da soli.
~Angolo Autrice~
Lo so che l'immagine sopra non centra niente, ma mi fa troppo ridere 😂
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