Cap. X
La mattina dopo mi svegliai felice, saltellando per la gioia. Corsi nella Cabina di Poseidone, affianco alla mia, e svegliai Camilla urlando. Percy non era al Campo, studiava a Nuova Roma, quindi io potevo fare quanto casino volessi. Lei si calcò il cuscino sulle orecchie, cercando di dormire ancora un po', ma io la costrinsi ad alzarsi.
«Oggi si va a New York, sveglia!» le urlai nell'orecchio, scuotendola
«Non potevamo andare più tardi?» mugugnò «Tipo, non alle CINQUE DI MATTINA?!»
Sgranai gli occhi. «No! Lo sai quanto traffico c'è a New York?!» strillai. Lei borbottò qualcosa come "troppo", ma io ero già uscita saltellando.
Dopo essermi vestita adeguatamente -felpona e jeans- e aver preso almeno una decina di armi varie, mi avviai al pino Talia. Non era piú Talia, ora lei era entrata nelle Cacciatrici di Artimide, ma era piú comodo continuare a chiamare l'albero cosí. Fui raggiunta da Nico, con il suo solito giubbotto da aviatore, una maglia nera e pantaloni neri, Will, Camilla e Cole. Saremmo davvero potuti passare per dei normali liceali in giro per New York, ma io sapevo che la mia collana era una bella spada a due mani, i nostri zaini erano pieni di armi e probabilmente saremmo stati attaccati non appena arrivati alla cittá.
«Ci siamo?» chiesi, guardando i miei compagni. Loro annuirono e io inziai a battere le mani. «Andiamo allora!»
Ai piedi della collina ci aspettava Argo con un furgoncino bianco. La scritta sul fianco del furgoncino diceva "Ermes: la posta piú veloce!", ma all'interno non c'era nulla. Argo ci fece sedere nel retro, guardandoci dagli occhi sulla nuca tramite il vetro alle sue spalle, e partí. Ci fece scendere davanti ad un McDonalds in un'ampia via piena di cartelloni pubblicitari. Entrando, l'odore di cibo spazzatura ci avvolse. Spintonando i mondani -mortali, sbagliato fandom- raggiungemmo la cassa libera piú vicina. Ordianammo e pagammo, urlando per farci sentire sopra il rumore proveniente dall'esterno e dagli altri clienti, e ci sedemmo ad un tavolo affianco alla finestra. Chiacchierammo di tutto ció che ci venisse in mente, anche le cose piú stupide: vivendo tutti al Campo Mezzosangue era un po' difficile confrontarsi su che cosa si aveva fatto quel giorno che non fosse allenarsi.
«Smettila!» esclamó Nico, cercando di riprendersi l'ennesima patatina che Will gli aveva rubato. «Ditegli di smetterla!»
«No.» risposi, afferrando io stessa il panino dal vassoio di Cole e dandogli un morso. «Penso che non lo faró.»
«Lascia stare il mio povero panino!» esclamó, strappandomelo dalle mani. «Altrimenti ti rubo un nugget.» Strinsi la mia confezione da venti chicken nuggets e soffiai come un gatto, proteggendo il mio tesoro.
«Davvero, mi chiedo come fai a far stare tutta quella roba nel tuo stomaco!» disse Camilla ridendo, indicando anche le mie ali di pollo e le patatine «Saresti capace di mangiarti un intero ristorante, per tutte lo cose che compri!»
«Conta anche tutte le cose che ruba da noi!» esclamó Will «Credo che l'unica persona da cui non ha preso nulla sia Nico, solo perché ha un pugnale in mano!»
«Va bene, questa discussione sta andando a parare su un argomento troppo esteso per parlarne ora, direi che é meglio finire di mangiare prima.» mi intromisi, ridendo.
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