Cap. VI

I miei genitori sarebbero tornati a casa quel giorno. Pensai che fargli fare una visita decente del Campo Mezzosangue e magari fare un po' di presentazioni sarebbe stato giusto. Partimmo dalla Casa Grande, gli mostrai il salottino e il ghepardo parlante sul muro, poi il padiglione dove mangiavamo. Li feci fare un giro delle capanne e dell'armeria, mostrandogli tutte le armi che tenevamo. Erano decisamente contrari al fatto che dei ragazzini dovessero imparare a combattere, quindi ebbi l'intelligenza di non mostrargli la mia spada. Quel giorno arrivarono anche i genitori di Camilla e Cole, spaventati e a un passo dall'avere un colpo al cuore. Il padre di Cole, un uomo basso dall'aspetto gentile, salutò Chirone come se fosse un amico di infanzia: un professore nella sua scuola, molti anni prima. Aveva trovato un semidio e lo aveva portato al Campo Mezzosangue, senza notare che lui aveva la Vista. Da quel momento aveva iniziato a studiare la magia per capire ciò che aveva visto, incontrando così Ecate. Era simpatico. La sera, poco prima della cena, i genitori se ne andarono e ci lasciarono a ridere, mangiare e cantare al falò. Quella notte non feci sogni strani, per fortuna. 

La mattina mi svegliai per dirigermi verso l'arena per allearmi. Dove trovai la voglia? Non lo so, forse essere una semidea mi aveva magicamente sportiva. O era perché se non mi fosse allenata appena uscita dal Campo sarei morta? Non saprei dire. I figli di Apollo erano nettamente più bravi di me nel tiro con l'arco, cosa abbastanza intuibile, correvo più lentamente di un albero, non sapevo tirare i pugnali e rischiai di uccidere qualcuno provando ad estrarre un giavellotto dal sostegno. La giornata continuava a migliorare. Ero altamente scazzata quando finalmente arrivò l'ora di pranzo. Mi sedetti da sola al tavolo di Zeus al padiglione (Jason era al Campo Giove) e pregai per un po' di sushi, dando un misero pezzo di salmone a mio padre. Non si meritava quel ben di dio che era il sushi.

«Come va?» chiese Cole, avvicinandosi al mio tavolo mentre mangiava un pasticcino

«Male. Non so combattere.» risposi

Lui mi guardò stranito. «Ma sai usare la spada...» 

Stavo per rispondere che il problema che sapevo usare solo quella, quando una sorridente Drew Tanaka ci si avvicinò. «Quindi voi due state ufficialmente insieme. Lucie, mi devi dieci dollari!» urlò, mentre una ragazza dal tavolo di Ermes imprecava. «Come ci si sente, eh?»

«Se una figlia di Afrodite lo deve chiedere a me, deve essere messa proprio male.» commentai, fingendomi sconvolta. Lei sbuffò e seguì alcuni suoi fratelli verso la loro cabina, guardandomi male e sussurrando qualcosa ad una sua sorella. 

~Angolo Autrice~ 

Okay, ho fatto un calcolo dell'eta dei personaggi: tecnicamente nel primo dovrebbe essere il settembre della seconda superiore (altrimenti come Samantha e Isabelle conoscano la scuola e i professori non si spiega), ciò vorrebbe dire che Micol (io (dio, è strano)) dovrebbe essere una quattordicenne. Facendo alcuni calcoli a caso Cole dovrebbe avere quindici anni (bicos il suo compleanno appena inventato is in primavera) e Camilla ancora quindici. Ordunque, in questo libro Micol dovrebbe avere quindici anni, Cole e Camilla sedici. It feels very strano. In tutto ciò, viva i buchi nella trama. 

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