Cap. IX

Passarono due mesi al Campo Mezzosangue. Due mesi relativamente tranquilli a dire il vero: non accadde niente di spettacolare. Ogni giorno mi alzavo e andavo a fare colazione, mi allenavo, pranzavo, e poi passavo il pomeriggio a cazzeggiare e scherzare con Cole, Camilla e la Solangelo, che si era unita a noi. Ero felice.
Il tempo era diventato piú freddo e le foglie avevano inizato a diventare marroni e cadere a terra, e alla fine ottobre era arrivato. Erano i primi giorni del mese e quel giorno c'era stato un temporale, fuori dal Campo. Come al solito, i confini stavano respingendo la pioggia e il sole era rimasto a splendere su di noi come tutte le giornate, ma nell'aria si sentiva odore di pioggia appena passata. Stavo per andare al laghetto per fare canoa, attività in cui decisamente non eccellevo, quando Cole arrivò di corsa e mi prese per un braccio, strattonandomi. 

«Micol!!!» mi urlò nell'orecchio, scuotendomi

«Ouch! Cosa c'è?» chiesi, tenendomi il braccio

«Domani è il tuo compleanno!» esclamò. Non so chi gliel'avesse detto, ma aveva ragione

«Lo so. E...?» domandai, guardandolo confusa.

Lui mi guardò stranito e sconvolto. «Non vuoi festeggiare?» 

Certo che voglio festeggiare, pensai, ma non posso uscire dal Campo e divertirmi a New York. Lui scosse le spalle, dicendo che potevamo chiederlo a Chirone o al Signor D. Non avevo neanche realizzato di aver parlato ad alta voce. 

«Andiamo! Possiamo convincerli!» mi incitò il figlio di Ecate «Chiama anche Camilla e la Solangelo se vuoi.» 

«Solo se andiamo al McDonald's, altrimenti non convinceremo mai Nico.» risposi, ridendo. Corremmo a cercare i nostri amici e andammo dall'amato direttore del Campo. 

«No.» disse Chirone, secco «Non vi lascerò uscire: di sicuro vi mettereste in pericolo.» Sbuffammo, e vidi che Nico già rimpiangeva di essere venuto

«Perfavoreeee» implorai «Domani avrò sedici anni, non credi che sia un evento da festeggiare?» Per mezz'ora discutemmo, implorando e pregando il Signor D e Chirone. 

«Va bene!» disse alla fine Dioniso, irritato e che non ce la faceva più «Festeggiate questo stupido compleanno fuori dal Campo Mezzosangue! Alla mercé dei mostri e con la possibilità di un attacco non solo da loro, ma anche da parte dei mortali!» Credo sperasse di scoraggiarci, ma noi saltellammo via felicemente e corremmo via. 

«Adolescenti.» sentì dire il Signor D «Non li capirò mai.» 

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