Capitolo VII

La capanna di Ermes era come me la immaginavo. Disordinata e troppo piena, eppure accogliente. Una ragazza di nome Luna mi portó al mio letto, e io mi sdraiai a guardare il soffitto.
Sentii il suono del corno e solo allora mi resi conto dell'ora. Andammo al padiglione e prendemmo il cibo.

-Padre o Madre, chiunque tu sia, palesati.- sussurrai, bruciando un pezzo di pizza. Poi andai al tavolo di Ermes e mi sedetti in un angolo.
Finita la cena stavamo andando tutti al faló, quando una luce abbaglió la massa.
Davanti a noi apparve un dio.
Zeus.
Tutti si inginocchiarono, io pure, e lui ci squadró uno a uno, cercando qualcuno.

-Alzatevi.- disse -Chi di voi é Micol?- per poco non urlai.

-Io divino Zeus.- dissi, alzando la mano.

-Vieni cara. Ah, non serve chiamarmi divino Zeus. Puoi chiamarmi Padre.- disse, con nochalance.

-Scusa?! E me lo dici cosí?! No, non potevi palesarti prima, ora dovevi venire, ho 13 anni!- urlai, lasciandolo a bocca aperta. Mi girai e vidi che tutto il campo che fissava sbalordito.

-Si vede che sei mia figlia- ridacchió -Stessa calma.- lo fulminai con lo sguardo.

- Ti ho portato un dono.- disse, porgendomi una collana. Era un normale choker, con attaccato la perte nera del simbolo dello Yin e Yang.

-Wow. Una collana?- chiesi, scettica.

-É una spada. Mettitela, fidati.- mi rispose, e io seguii il suo consiglio. Una volta messa impugnai il simbolo dello Yin (appunto la parte nera del simbolo) e la strappai.
Mi ritrovai a impugnare una spada con la lama di bronzo celeste, e l'elsa... era bellissima. Di cristallo azzurro chiaro intagliato, con otto rose di diamante.

-É... Bellissima!- esclamai, estasiata.

-Se giri la rosa al centro tornerá al tuo collo. Non puoi perderla, e intendo letteralmente. Tornerá da te.- disse Zeus.

-Ora devo andare, se Era scoprisse che sono venuto...- esclamó e sparí,  prima che potessi dirgli qualcosa.
Sentivo lo sguardo di tutti sulla nuca. Mi girai. Tutti si inchinarono a me. Che bella sensazione. C'era chi era impaurito, chi sconcertato, chi arrabbiato. Solo Jason era felice. Aveva una sorella con cui stare al campo, qualcuno che non fosse Talia.

-Ave Micol Testi, figlia di Zeus.- fece Chirone.

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