Unico

Penso che al mondo esistano persone uniche.
Sì, lo so, "tutti a modo nostro siamo diversi o unici", però mi sembra comunque che esistano persone che emanano una specie di aura o una linea di pensiero talmente diversa da ciò che riteniamo normale che catturano a sé gli altri.
Non ho conosciuto molte persone realmente quindi non saprei stipulare una lista precisa e parlare di mr x sarebbe scontato.
Non è questo il punto su cui io mi voglio fermare.
Forse non è il paragone giusto, ma è come vedere qualcuno con il talento e poi vedere se stessi.
Magari possiamo essere definiti "bravi" ma non saremo mai dei talenti e la vera differenza si vedrà subito.
Porre questo esempio nella realtà è complesso e probabilmente soggettivo, ma è come sentire una sensazione di capire e non capire allo stesso tempo, "capisco che tu sia così ma non capisco come tu faccia".
Molto spesso mi dico di star guardando le cose dalla prospettiva sbagliata e per quanto ci provi alla fine torno a lamentarmi sempre e soffrire psicologicamente.
Non penso che la giornata di oggi cambierà la mia vita, è impossibile cambiare in un giorno.
Però forse ho sbagliato a vedere le cose fin dall'inizio, associo ogni cosa all'importanza e per questo poi soffro quando le altre persone mi rigettano o non ricambiano.
Così d'altra parte se pensi di non dover dare importanza alle cose allora ritengo non abbia senso di per sé fare tutto.
È come vedere o bianco o nero, non riesco a scrutare il grigio.
Perché dovrebbe avere valore il ricambio? Anzi perché dev'essere necessario? Perché dovrei essere così arrabbiata con le persone che questo mio valore?
Forse ho radicato questa cosa così affondo che è diventato come un principio irremovibile, anche se non direi di pretendere ricambio in realtà, quello che pretendo è di non venire rigettata. Ma perché dovrebbe valere tanto?
Non penso che le motivazioni siano del tutto sbagliate riguardo certe persone, ma mi sento troppo arrabbiata con tutti.
Perché non riesco a togliere il rancore o il sarcasmo?
Probabilmente è da così tanto tempo che desidero che qualcuno possa difendermi o salvarmi che ho iniziato a pretendere che qualcuno lo facesse.
"Vorrei che qualcuno stesse dalla mia parte" non penso sia sbagliato, ma il "pretendo che qualcuno lo sia" no.
Il fatto di "non valere abbastanza" per gli alcuni e non sentirmi compresa da nessuno mi ha reso cinica e arrabbiata.
Non penso che comprendendolo smetterò di essere arrabbiata, ma penso di dover lavorare sulla mia pazienza.
Forse con unicità intendo la mia concezione della parola "maturità".
Ho sempre pensato di essere e non essere normale allo stesso tempo, essendo che se fossi più normale o avrei più amici o odierei tutti, ma al contempo non sono tanto diversa dagli altri, non sono "unica".
Non ho una mentalità abbastanza ampia e anche comprendendolo non riesco ad ampliarla di punto in bianco.
Non serve essere tanto arrabbiati, perché? Perché le cose non hanno importanza? No, allora sono le parole altrui che non hanno peso? No, allora cos'è? È qualcosa che sta nel mezzo a tutto ciò e che io non ho abbastanza equilibrio per capirlo.
Però ammetto che tutto ciò mi ha gasato parecchio, amo le nuove prospettive (tralasciando momentaneamente da dove derivino) dato che mi creano tante nuove idee, anche se non aiutano minimamente la situazione reale.
Credo che dovrò incominciare a concentrarmi su ciò che reputo interessante e non subire troppi colpi da ciò che non approvo, finché non diventa un problema effettivo non devono importarmi le parole.
È un dato di fatto che le cose che ritenga intriganti siano drasticamente diminuite, ma questo non è un motivo per scoraggiarmi, se guardo attentamente riuscirò a raccattare ciò che è rimasto di utile e mettermelo da parte o almeno è come va di solito.

Sono scesa dal treno e la mia piccola gita è finita, ho guardato il cielo e mi sono sentita felice.
Non saprei se definirla felicità sia corretto, stamattina ricordo di averlo guardato e ho pensato "che strano, è nero come la pece".
Pian piano si è fatto sempre più blu e ho pensato che alla fine l'avrei rivisto uguale appena tornata, quasi come se il tempo non fosse passato.
Ho alzato lo sguardo e il cielo era nero, sarà per le nuvole o altro, però dopo tutto ciò che è stato e non è stato mi è parso come un nero diverso.
Con quella scintilla di qualcosa di nuovo da esplorare e studiare, chissà che personaggio sarai e in che storia vivrai mi chiedo.
L'unica cosa che so è che mi piaci già da ora.
Alla fine finché è una storia non esisto né io e nessun altro, tutto può essere creato a prescindere da chi io sia realmente a come reagirei realmente, questo è il bello perché ciò che frena nella realtà nella mente va a 130 chilometri orari e tutto può avere un'armonia.
Per carità anche il realismo ha la sua bellezza, ma ciò che non è mai esistito può diramarsi in infiniti modi, non esiste una fine alla fantasia.
Ok chiudo il mio hype che sono a casa, see you later ~

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