Il sistema
Non starò qui a lamentarmi della società e del sistema come se io non ne facessi parte, come se alla fine questo potesse fare la differenza.
Però dirò che il sistema mi fa paura. Una paura fottuta.
Nascere, andare a scuola, diplomarsi, laurearsi magari, e poi andare a lavoro, sposarsi e avere dei figli che nasceranno, andranno a scuola eccetera.
È noioso. Ripetitivo, ma sopratutto noioso.
Ma è sicuro.
Certo, sicuro come la tana di un coniglio. O l'ampolla di un pesce rosso. O una gabbia, semplicemente.
E se c'è una cosa che odio a questo mondo oltre alla maggior parte degli
-ismo (razzismo, sessismo ecc.) e di Trump, quella è la noia. Avere una vita noiosa, una vita che non mi piace. No, non lo posso sopportare.
Direte eh, ma il lavoro te lo puoi scegliere. Okay, e se io volessi fare l'attrice. La comica magari, di quelli che vanno sui palchi di zelig e colorado con i loro monologhi e le facce idiote. Dovrei aspettare le chiamate, esercitarmi e studiare, andare ai provini e chissà che altro. E nel frattempo che mangio? Il copione?
Mi toccherà fare un altro lavoro, la cassiera mettiamo. La cassiera da Lidl. Stipendio sicuro tutti i mesi, conosco una bella barista che lavora dall'altro lato della strada. Lei ha già un figlio. Andiamo a convivere, ci sposiamo. Il bar dove lavorava lei chiude, così mentre cerca lavoro è solo Lidl che mi dà i soldi per mantenerci. Fatichiamo ad arrivare a fine mese. Mia madre si ammala e i farmaci costano, lei da sola con la pensione non ce la fa. Riesco a fare degli straordinari per aiutarla. E nel frattempo il teatro, dov'è finito? Dove sono le bozze di monologhi e gli annunci dei provini?
Nel cassetto del comodino. Presto li riprenderò dicevo quando andavo al letto. E intanto, là sono rimasti e la vita è passata.
Non voglio che finisca così la mia vita. A fare un lavoro solo per soldi. A dimenticarmi dei miei sogni.
Io le guardo, le facce dei lavoratori comuni: i commessi, i cassieri, i magazzinieri, i tassisti, i panettieri, i farmacisti, i camerieri. Ce ne sono pochissimi che fanno il loro lavoro perché gli và di farlo. Tutti i ragazzi come me credono che rientreranno in quei pochissimi, ma infondo sappiamo che non ne abbiamo nessuna garanzia.
Natalinna
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