~Evoluzione di me stessa~
Questo è il capitolo più importante che io abbia scritto. È molto lungo quindi, se volete saltarlo ok, ma se decidete di leggerlo, vi prego, fatelo con attenzione.
Ho pensato di fare questa cosa sotto forma di video, ma a parte il canale dei Cornfake su Youtube non ne ho altri miei personali e non mi sembra il caso di pubblicare un mio sfogo su un canale gestito da 9 persone.
Dunque.
Ho avuto il primo sintomo di disturbo evitante di personalità, l'ipersensibilità, quando avevo 7 anni, a causa probabilmente della cattiva gestione dell'affetto dei miei genitori per le proprie figlie. Quell'anno, 2006, era nata l'ultima mia sorella. Io non sono mai stata gelosa di lei e delle attenzioni particolari che le davano i miei, neanche con la precedente, ma inconsapevolmente mi logorava dentro questa mancanza d'amore, perciò a scuola piangevo tutti i giorni, per qualsiasi cosa.
Durante un intervallo avrò pianto un'ora e mezza ininterrottamente perché nessuno dei miei compagni voleva ascoltarmi mentre leggevo una mia storia inventata (già la mia vena artistica in scrittura si era manifestata), finché la maestra non ha dovuto obbligarli a sedersi in semicerchio intorno a me per farmi smettere e mentre leggevo li vedevo uno alla volta che si alzavano e tornavano a fare quel che stavano facendo.
E poi ad un certo punto non piangevo più a casa davanti ai miei e sfogavo tutto il mio malessere a scuola, dai miei compagni: i maschi mi prendevano in giro dandomi della "piangiulona", che sul vocabolario non esiste ma sono dettagli; mentre le femmine di malavoglia cercavano di consolarmi.
Ero diventata molto attaccata alle cose materiali, come per esempio alla sedia del mio banco e per questo mio comportamento ho avuto una nota. Per piacere agli altri mi attaccavo alle mode del momento e alcune, come l'album di figurine dei calciatori, mi piacevano, ma altre, come praticare alcuni sport, no.
Ad un certo punto i miei decisero di mandarmi dalla psicologa. Ancora oggi dico che non è servito a niente, mi faceva disegnare, giocare con le bambole e qualche seduta l'ho fatta in presenza dei miei genitori, rendendola pressoché inutile. Però mandare una bambina di 8/9 anni dalla psicologa è un po' un'esagerazione! Ma io ne ero in qualche modo felice, forse perché saltavo la scuola o perché parlavo con una persona diversa. Però ripeto: non sono cambiata dopo le sedute, se non peggiorata.
In quarta elementare poi è arrivato il teatro e in me sentivo di essere migliorata caratterialmente da un lato, ma dall'altro si è manifestato il mio voler sempre essere al centro dell'attenzione. Ad esempio, quell'anno c'era un laboratorio di teatro anche a scuola e a me avevano assegnato pochissime parti, mentre c'erano alcuni miei compagni dalla recitazione scarsissima che invece avevano parti molto più lunghe. A più di metà spettacolo ho rovinato l'intero lavoro per vendetta, mettendomi a fare gesti e versi durante una scena in cui c'ero anche io. Avevo detto più volte che dato che facevo teatro avrei voluto avere qualche battuta in più, e invece sia l'insegnante di teatro che la maestra mi attaccavano. Ma dai! Una bambina di 10 anni che fa un corso di teatro e la trattate a schifo? Mi trattavano peggio degli altri, lo giuro, forse perché il mio livello era visibilmente superiore.
Anche in teatro non ero stata soddisfatta dei ruoli che avevo avuto, ma lì non osavo replicare, finché presa da un attacco di malumore, l'anno dopo scrissi su un foglio quel che non mi piaceva del corso. Dentro di me sapevo che avevo torto io e che non avevo un motivo valido per criticare il lavoro che impiegavano i miei insegnanti, ma sentivo che dovevo farlo. Anche qui: la scrittura ha sostituito le parole.
Il secondo anno di teatro, infatti, la mia fragilità era alimentata da un leggero nonnismo da parte di quelli più grandi di me, che "ostacolavano" il mio lavoro passando comunque inosservati, e i cazziatoni me li prendevo io. È stato l'anno in cui ho pianto di più in assoluto a teatro.
Poi, sempre in quinta elementare, ebbi la mia prima vera cotta, Dino. Erano proprio gli ultimi giorni di scuola e avevo fatto rapidamente amicizia con questo ragazzino di un anno più piccolo, che anche lui faceva teatro ma in un altro gruppo. Dopo 10 giorni me ne innamoro, ma ero bulleggiata dal suo migliore amico ai tempi e tenuta ben lontana da lui. E cosa mi ha aiutato in questo problema? LA SCRITTURA. Faccio arrivare a Dino una lettera in cui gli facevo capire non tanto i sentimenti che provavo, quanto il bisogno di averlo come amico e lo consegnai alla mia migliore amica di allora, che fece da postina. La risposta fu un "ti voglio bene".
Ma l'ultimo giorno di scuola ecco che mia madre subì un trauma psicologico che cambierà per sempre la sua vita e alla fine anche la mia.
Ai tempi ero già una bambina parecchio agitata e nel salutare la maestra mi venne un attacco di panico e lei, con un tono che non vi saprei descrivere, un misto tra il saputello e lo scocciato, mi dice di respirare, mostrandomi anche come fare. Da quel giorno mia madre non ha più voluto avere a che fare con i miei insegnanti, avendo paura di sentire cose negative dalla bocca degli altri sul mio conto e comportamento a scuola.
Fine capitolo elementari, inizio medie.
Lo so, è lungo!
La prima media diciamo che è stata abbastanza tranquilla, a parte la persistente crush per Dino e la perdita di una delle mie migliori amiche perché ha preferito altre persone a me. A teatro era stato anche meglio, mi ero ambientata ormai al 100% e avevo compreso a pieno che era la mia passione e non un modo di mettersi in mostra. E sempre in prima media conosco i Backstreet Boys e Britney Spears, come racconto nel secondo capitolo del diario.
È la seconda media e qui subisco i traumi peggiori della mia vita. Non volevo raccontarli all'inizio, perché leggendoli li trovereste ridicoli ma devo:
Il primo è datato 4 ottobre 2011.
Era la quinta ora e stavamo facendo storia, ma io anziché seguire la lezione, stavo scrivendo uno dei miei copioni. Allora. Non ho accennato a quante storie di mio pugno ho scritto tra i 6 e gli 11 anni, ma fidatevi che erano veramente tante.
Ad un certo punto il mio prof si accorge di questa mancanza di attenzione e minaccia di mettermi una nota e chiamare la preside se non gli avessi dato immediatamente quel foglio. Lottai per 5 minuti e poi cedetti, dandolo nelle sue mani. Lo lesse, non ad alta voce, ma lo lesse e non me lo ridiede mai più indietro. Da quel giorno, fino all'inizio della prima liceo, non scrissi più niente di mio.
Secondo trauma. Maggio 2012.
A ottobre avevo conosciuto Frate, quel che diventò in seguito il mio migliore amico fino al 2015. Aveva 9 anni, ma una maturità da far spavento, e a me trattava sempre male, finché non seppe del mio passato e di mio fratello nato morto; da allora si ammorbidì capendo il mio bisogno di affetto.
Purtroppo, quando raccontai ai miei questa amicizia con un bambino di 3 anni in meno, andarono su tutte le furie, dicendo che dovevo frequentare quelli della mia età, che uscivano sempre e non mi invitavano mai ad uscire.
Il giorno dopo andai a scuola e c'era il tema in classe. Un mio compagno per non so quale motivo si gira e mi dice "sei talmente brutta che dovresti buttarti dalla finestra". Mi offese veramente tanto e andai in bagno a piangere. Forse è per questo che non mi volevano. Forse è per questo che Dino non mi voleva. Forse è per questo che all'inizio Frate non mi voleva.
Quell'intervallo piansi ancora e accusai le mie amiche di uscire senza di me.
La prof di italiano invece decise di convocare entrambi i miei genitori. Mia madre fino all'ultimo si rifiutò di andare, ma poi raggiunse mio padre. Lei è stata la mia vera psicologa, mica quella scema delle elementari!
Da allora piansi di meno e le mie amiche mi invitavano a uscire. Peccato che queste uscite erano noiose e non mi coinvolgevano per niente: stavo dietro la massa, che parlava di argomenti del momento che a me non interessavano, e quando tornavo a casa dicevo di essermi divertita per non far preoccupare mia madre.
Ma perché dovevo passare questi pomeriggi di merda!? Ma neanche le mie compagne che erano anche mie amiche: non vedevano che io ero sempre in disparte? Questo mio comportamento di rimanere sempre dietro alle persone fa incazzare oggigiorno a Nirvana Nel Cuore e Principessa Cingalese, che di forza mi portano vicino a loro, dicendo che devo impegnarmi a non stare mai più dietro. Avete visto, "amiche" delle medie, che cosa mi avete fatto!?
Terza media.
Fu l'anno migliore a livello scolastico alle medie, prendevo 10 in ogni tema, ogni interrogazione di storia e musica, ma ebbi qualche problema con la matematica: al primo quadrimestre avevo 6 di media e mia madre cercò persino di picchiarmi per questo, e mi urlava dicendo che a scuola facevo schifo, non accorgendosi di tutti gli altri voti che andavano al di sopra del sette.
La mia migliore amica di allora, Nicole (la fine della nostra amicizia l'avete letta e non rende giustizia al suo bellissimo nome), andava in classe con Dino (ero ancora innamorata di lui) e cercava di farci avvicinare, dato che avevamo perso un po' le tracce.
A febbraio 2013 poi mi dichiarai a lui, che come reazione abbassò la testa, arrossì di brutto, rise quasi a piangere e qui perdemmo ancora i rapporti, però continuava a fissarmi e lo faceva nei peggio modi, tipo in chiesa al momento di mettersi in ginocchio si inclinava per guardarmi.
Esami.
Avevo assistito all'esame orale di una di quelle mie "amiche" che uscivano e io avevo chiesto a lei e a tutto il gruppetto che PER LEI era venuto di venire anche al mio esame, ma di queste 6/7 persone se ne presentò solo una.
Fregacazzi alla fine, avevo preso 10 anche all'orale e complessivamente ero uscita col nove, ma poi vedo arrivare tutte le altre all'uscita e chiedo giustamente: "perché non siete venute al mio esame?" E loro "avevamo il parrucchiere" MA DIRMELO PRIMA!? Che crimine mi salì, voi non potete capire, anzi, potete invece.
Quell'estate feci 4 giorni a Cesenatico col gruppo del teatro e furono dei giorni bellissimi, se non fosse per il fatto che io ho pianto per un motivo o per un altro, ogni santo giorno. Solo una persona era disposta ad ascoltarmi, peccato che quelle furono alcune delle ultime volte che lo vedevo. Mi manca ancora quello sgorbietto. Mi manchi Jojo!
No dai! Anche Frate fece la sua parte e mi convinse a ricominciare a scrivere, così ad agosto 2013 feci il mio primo copione serio, che non ho fatto leggere a nessuno, ma dettagli. E con questa passione ritrovata comincio la prima liceo. Fu dura, veramente dura, avevo tanti 8 quanti 6 di media e mia madre ovviamente guarda i 6 e non tutti gli altri voti, e minaccia di farmi lasciare il teatro, ma anche questa volta la scampo e teatro lo faccio eccome.
Quell'anno io e Frate avevamo fondato gli F&S, un duo teatrale che faceva sketch incentrati sul rapporto fraterno e gli facevo leggere ogni mio copione, dicendomi anche cosa non andasse, insomma, era amico, ma mi faceva notare gli errori. Per questo non lo dimenticherò mai.
Quell'anno in teatro facemmo Sister Act e io ero la madre superiora, ma il regista mi costruì il personaggio in maniera molto statica e a me non piaceva e non capivo come potesse piacere anche al pubblico, ma non osavo replicare perché avevo paura della sua reazione, dato che da qualche anno era diventato molto avaro e caratterialmente andava a giorni, nel senso che un giorno si comportava come se noi fossimo animali, e l'altro era la persona più umana del mondo.
In seconda liceo poi avvengono i cambiamenti più drastici nella mia vita.
A novembre 2014 recupero i rapporti con Dino e scopriamo che in fondo la nostra amicizia non era mai finita, anche se ero ancora innamorata di lui.
La sera del 19 dicembre 2014 conosco i Good Charlotte e i miei gusti musicali mutarono completamente e se non fosse stato per questo avvenimento qui, oggi non sarei qui a scrivere questo diario, lo dico sempre e non mi stancherò mai di dirlo.
Nel maggio del 2015 poi lascio il teatro e anche Frate fa lo stesso, mentre la mia amicizia con Nicole naufraga perché trova in una ragazzetta ciò che in me non trovava in qualità di migliore amica, anche se ancora oggi mi domando cosa.
Nell'estate 2015 faccio l'animatrice in oratorio e qui conosco HarryNiko, che al tempo aveva 11 anni e mezzo ed era alto 1.42 m (ora ne ha 13 e mezzo ed è alto 1.61 m porca la luna tra poco mi arriva!). Diventò il mio migliore amico il giorno prima di rompere per una stupidaggine, lo ammetto, i rapporti con Frate. Ci vorranno 11 mesi prima di riavere con lui un faccia a faccia e recuperare l'amicizia.
A fine giugno poi successe il dramma: ero uscita da una giornata comunitaria in oratorio e 2 ragazzi del 2003 mi chiedono di passare un po' di tempo con loro e io, essendo animatrice, non rifiuto. Questo però fece impazzire mia madre letteralmente, che il giorno dopo mi trattò con sarcasmo, si disperò con mio padre dicendo che non davo soddisfazioni e per la disperazione scappò di casa tornando la mattina dopo.
Voleva che all'oratorio estivo stessi con gli animatori, ma che cazzo! Io in qualità di animatrice devo stare coi bambini! E poi di animatori me ne piacevano solo due, gli altri erano molto snob e altri ancora mi snobbavano come se non fossi mai stata loro amica.
Terza liceo.
Senza teatro non potevo farcela e per questo mi rifugiavo sempre di più nella scrittura e prendevo sempre più appunti a scuola per colmare il vuoto.
Il giorno del quindicesimo compleanno di Dino decisi di fargli un regalo ma non lo ricevette mai, perché non c'era nulla da fare: erano 5 anni e mezzo che andavo dietro di lui e non era successo niente, se non peggiorato a causa dei suoi amici, che lo prendevano in giro perché a me, cesso, piaceva. Così decisi di lasciarlo andare e provare a conoscere nuovi ragazzi che mi facessero battere il cuore come ha fatto lui.
Il 13 gennaio 2016 conosco Serena e finalmente trovo in lei la mia migliore amica, quella che ho sempre voluto, ed è anche 6 mesi più grande di me, quindi ai miei piace subito.
Ad aprile mi rendo conto di essere innamorata di un ragazzo, Nicolò, di 3 anni più grande, purtroppo troppo intelligente e maturo per me. Lui capisce ad un certo punto quel che provo, soprattutto per colpa di Diletta, una ragazza nostra amica in comune, che fin dall'inizio ci shippa al punto da farci rimanere in diversi momenti da soli così che possiamo parlare. Ma poi quando provo a dichiararmi, decide di fare il codardo e scappare. Da allora ha paura che io gli possa dire "ti amo" e perciò mi evita e non mi saluta più. Quando arriverà il momento di dirgli che nella mia vita c'è Jack Pic e non più lui?
Il 20 maggio 2016 vado a teatro a vedere uno spettacolo e quello stesso giorno venne anche Frate, che all'inizio mi evita in tutti i modi e anche io lo faccio, ma poi ho un discorso con sua madre, che mi dice che a lui è dispiaciuto rompere con me e che in quel periodo era stato vittima di cyberbullismo da parte di due amiche della sua ex e uno dei motivi per cui l'hanno insultato era appunto ciò che mi aveva fatto, che poi non era niente di che ma loro l'hanno ingigantita, usando questo pretesto per insultarlo. Mi sono arrabbiata con me stessa e per questo ho fatto una cosa che ho odiato: essere incoerente. Così lo raggiungo e parliamo, chiarendo le nostre divergenze.
E dopo aver concluso l'anno scolastico a fatica ma con una media sul 7.8, decisi di riprendere in mano un app che avevo istallato e produrre qualcosa: Wattpad
E tutto il resto è storia ed è scritto qui.
Grazie per avermi sostenuto finora.
Il discorso strappalacrime lo farò ad agosto a un anno esatto dall'inizio di questa avvenutura.
Credo che con questo capitolo mi sono aperta tantissimo e vi ho raccontato i dettagli più cruciali della mia vita e non lo faccio con nessuno.
GRAZIE
E lo dirò anche qui: spero che in un modo o nell'altro, chi mi ha fatto del male legga questo diario.
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