~Alternative in Spagna 1: Sogno e arrivo~

Stanotte ho fatto un sogno. Freud era convinto che sognassimo solo i nostri desideri finché non si è occupato dei soldati malati di shell-shocked, che sognavano solo la bomba che gli amputa una parte del corpo.
Beh, io ho sognato un desiderio, più che un desiderio, una frase. Inizia con:
"Non ci posso credere..."
Il resto non lo dico.

Subito dopo ho sognato di avere un criceto, uguale a quello che ho avuto tra la quarta elementare e la prima media.
Ma è molto più probabile che invece abbia sognato il criceto di Sveva, una mia amica che vedo come sorella maggiore, anche se non abbiamo un rapporto molto forte. Il suo animaletto si chiama Chester, in onore di Chester Bennington.
Ricordo che qualche giorno fa ho pianto in videochiamata con Giio proprio per Ches. A volte mi fermo a pensare a lui come se avesse fatto un torto a me uccidendosi. Non riesco più ad ascoltare Numb senza piangere. Mentre sarò in Spagna cadrà il suo 42esimo compleanno e 8 mesi dalla sua morte, insomma, il tutto ha un senso alla fine.

Ho salutato la mia famiglia.
Ho pianto abbracciando mia madre.
Ho trattenuto mio padre in aeroporto.
Non so cosa mi sia successo. Credo che a livello emotivo questo sarà lo stage più difficile da affrontare.

In aereo non sono riuscita a pensare a niente, ho ascoltato la musica e basta.

Appena atterrata chiamo i miei e nessuno ha risposto.
Allora ho chiamato Bass Player... incurante del suo umore.
Mi sono resa conto troppo tardi che non fosse il caso di stargli addosso.

Ho ricevuto tantissimi messaggi, come se fossi partiti per la guerra.
Beh, vi ringrazio molto!

Purtroppo il mio braccio mi ha dato non pochi problemi tra il gonfiore e il dolore.
Federica mi sta aiutando molto.
"Vorrei fare il medico. Posso vedere anche di peggio"
Non so in quanti si sarebbero presi la "responsabilità" di curarmi quel che ho sotto il braccio.

Una volta sistemate dalla famiglia ospitante (tra l'altro siamo oltre a noi due, altre due ragazze di un altro liceo di Milano e 2 ragazzi americani), siamo uscite e abbiamo fatto il giro della città.

Sevilla è molto simile al sud Italia, soprattutto per le strade e i marciapiedi.
I semafiri (cit. Giurato) scattano il verde con la stessa velocità con cui i TwentyOne Pilots stanno registrando un album ed è a prova di bestemmie. Federica si è trattenuta solo per me.

Delle menate che ci aveva detto la prof non ce ne è una che abbiamo notato:
"Gli spagnoli quando vedono il giallo decellerano"
Nope, fanno esattamente come gli italiani: i piloti.
E... attraversano pure col rosso.

"Gli spagnoli mettono l'olio su ogni panino"
La madre ospitante ha sorriso quando le abbiamo chiesto se nei nostri panini ci avesse messo olio. "Sono argentina" ci ha risposto.

"Se state su una pista ciclabile a piedi, gli spagnoli ve lo fanno notare"
Gli spagnoli stessi vanno a piedi sulle piste ciclabili!

Bene.
Direi che ho finito.

Domani credo che farò un capitolo la mattina presto.
Metterò da parte la Spagna per dedicare qualche parola a 2 uomini meravigliosi, che compiono 39 anni.
Chi saranno mai!?

PS: PIOVE!
VAFFANCULO! (E oggi ne ho detti parecchi di "vaffanculo").

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