.7.

Sono sveglio.

Sono cosciente.

Lo capisco dal dolore che provo ancora su tutto il volto.

Mentre dormo non provo dolore, nei miei sogni non percepisco il dolore, solo nella realtà.

Non riesco a vedere, ma posso sentire.

Quando avevo la vista non mi concentravo molto sugli altri sensi.

Posso udire i miei movimenti, il rumore che fa la camicia di forza quando sfrega nei muri.

Il rumore granuloso che fanno le mie gambe strisciando sul terreno.

Il rumore della mia testa che sbatte ripetutamente a muro.

È un bel rumore, rasserena, ipnotizza.

Sentire lo stesso suono, sempre, ritmicamente, ossessivamente.

Vado avanti da circa 2 ore, la testa mi duole, come tutto il volto, ma questo rumore mi distrae, mi ipnotizza.

Continuo a sbattere la testa a muro da moltissimo tempo, continuerò per molto, ma questo tamburellio che fa la mia testa al muro è piacevole, ho bisogno di sentirlo.

Sento gli odori.

Riesco a percepire una fortissima puzza di feci e escrementi.

L'odore metallico del tubo che scorre lungo il muro fino al soffitto.

L'odore pungente del terreno, della polvere che si alza quando trascino gli arti.

Riesco a sentire i sapori.

Il sapore rancido della minestra che mi è stata portata oggi.

Il sapore metallico delle gocce di sangue che colano dalle ferite suturate in volto.

Il sapore amaro dell'acqua che cola dal tubo, e che ingoio.

Riesco a sentire questo silenzio.

Riesco a sentire questo silenzio assordante che infesta tutta la stanza come uno sciame di api, che posso rompere solo urlando.

Urlo, per non sentire silenzio.

Urlo per rompere questo filo di solitudine che c'è qui.

Urlo per sfogarmi, per non sentire dolore, per distrarmi dai bruciori, dalle fitte agli occhi e al volto.

Urlo per chiedere un aiuto che non verrà.

Urlo per stancarmi, per consumare energie, per poi addormentarmi.

I miei sogni sono orribili, ma lì non sento dolore, lì vedo, cose orripilanti, ma vedo, dormendo riacquisto la vista, posso vedere.

Dormendo mi distraggono da questa pazza realtà, da questa prigione, questo acquario di pietra dove mi hanno rinchiuso.

Inizio ad avere sonno.

Smetto di sbattere la testa a muro.

Il mio respiro rallenta.

Mi rannicchio in un angolo, l'unico angolo pulito della stanza.

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