.3.

Ancora.

Quei volti mi ronzano in testa.

Facce strane, smorfie, sono loro.

Loro, sono loro che mi dicono tutto.

Mi dicono cose belle, o cose orribili, come che sono pazzo, che non esisto, che sono morto, che devo urlare, che devo graffiarmi la faccia.

Io non mi posso opporre, non posso, non lo scelgo io, non posso.

Certe volte mi guardano mentre dormo, mi fanno del male, mi urlano nelle orecchie, gridano, gridano in mille, creando confusione nella mia testa.

Non so chi sono, non so perché li vedo.

Ma non so, se sono io a vedere queste cose, a crearle io stesso nella mia mente, oppure sono capace di vederle, se ho una dote che pochi hanno.

Mi dicono cose che accadranno, cose orribili, io tento di dirle alla persona bianca che viene nella mia cella, ma mi prende per pazzo.

Viene una persona bianca nella mia stanza, si mette a ridere, io racconto quello  che loro mi dicono, ma si mette a ridere, dicendo che anche lui è frutto della mia mente.

Il problema della mia condizione, è capire cosa è vero dal falso, cosa è reale dalla fantasia, è questo che mi fa apparire pazzo.

Certe volte viene un uomo vestito di nero, e mi porta del cibo.

Ho difficoltà ha capire se è l'uomo del cibo o lo sto immaginando io.

Certe volte mangio, altre volte no.

Lancio tutto il cibo a muro, spalmandolo nelle mattonelle.

Non so perché, ma devo farlo, loro mi dicono di farlo, devo distruggere ciò che loro mi dicono di distruggere, non capisco perché me lo chiedano, non so perché loro mi chiedano di eseguire i loro ordini, ma devo farlo.

È bello urlare.

È uno sfogo bellissimo, accumulo tutta la rabbia che ho dentro, poi la espello con un forte urlo.

Lo faccio spesso, certe volte me lo ordinano loro, altre volte è perché provo dolore alla testa o alle gambe, altre volte solo per buttare via tutta la tristezza e la rabbia che ho dentro.

Tutta la confusione che si forma nella mia testa.

Tutti i pensieri che si intrecciano nella mia testa.

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