.10.
Sono sveglio.
Sono morto.
Non lo so, non vedo e non sento nulla.
Il vuoto più assoluto.
Striscio le braccia al muro, strofino le scarpe sul terreno, ma non sento nessun suono.
Non vedo nulla.
So di essere vivo, percepisco il terribile dolore alle orecchie, le fasce che mi bendano tutta la testa fino al collo.
Sento il bruciore agli occhi, che va sempre diminuendo.
Neanche tempo di farmi riprendere dalla prima operazione che già mi hanno sottoposto alla seconda.
Qualsiasi movimento io faccia non ricevo una risposta, nessun suono, nessun avvertimento dal mondo esterno, come se avessi la testa sott'acqua.
L'unica cosa che mi collega con il mondo esterno è la mia pelle.
Posso sfregare i piedi a terra, e sentire la terra granulosa sulla pianta del piede.
Posso urtare la testa a muro, e percepire il cranio che impatta con le mattonelle.
Nient'altro.
Posso urlare, urlo sempre da quando sono qui.
Ma ora non sento più nulla.
Grido, butto via tutta l'aria che ho nei polmoni, ma è come se non lo facessi, non avverto nulla.
Buio e silenzio.
Silenzio e buio.
Deve essere così morire.
Io sono morto prima di morire.
Sono morto da vivo.
Nessuno mi assiste più ora.
Non mangio da moltissimo tempo.
Mi nutro dei resti che scartavo quando l'uomo bianco mi portava da mangiare.
Bevo l'acqua che cola dalla grondaia quando piove.
Questo mi collega dal mondo esterno.
Una piccola fessura sul soffitto, che lascia entrare il caldo e il freddo, che lascia colare sul muro l'acqua piovana, posso sapere quando fuori piove, pure se non vedo e non sento la pioggia.
Da quando sono cieco e sordo, non li vedo più.
Anche loro si sono stancati di me.
Non mi dicono più che fare, non li vedo più.
Mi hanno abbandonato a me stesso, forse perché erano proprio i sensi principali a procurarmi allucinazioni.
Devo stare qui.
Anche il sonno mi aiuta.
Non cambia poi molto dall'essere sveglio.
Ma recupero le energie.
Ho sonno, devo dormire.
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