.1.
Dove?
Dove sono?
Cosa?
Cosa è?
È morbido.
È bianco.
È caldo.
Mi avvolge e mi tiene fermo.
È un lenzuolo.
Striscio la testa sul muro ruvido alla mia sinistra, mi fa male, ma ho bisogno di farlo, non so perché, ne ho bisogno.
Sento, percepisco i solchi tra le mattonelle che urtano il mio cranio.
Ma devo farlo, ne ho bisogno.
Il mio petto si gonfia e si sgonfia, a che serve. Lo controllo io.
Posso smettere.
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Uhhhhh, che brutta sensazione.
Un vuoto, nel petto, il bisogno di ricevere assolutamente qualcosa.
Un desiderio inspiegabile, irrazionale, un vuoto che si forma dal nulla, nel petto,
come quando si è tristi.
Sento le manette strette ai polsi, sanguinano.
Potrei spostarle, farle scivolare sulle braccia, per far riposare le ferite formate.
Ma non posso.
Non so perché, non posso.
Il mio cervello mi ordina di non farlo. Non posso e basta!
Sento, sento il suono delle mie gambe che si muovono sul pavimento ruvido, sporco, terroso della stanza.
Un suono affascinante, come un fruscìo, granuloso, polveroso.
È piacevole, devo sentirlo, le mie orecchie hanno bisogno di sentirlo, ne ho bisogno. Ne ho assolutamente bisogno.
Apro bene gli occhi.
Inizio a distinguere delle forme e dei colori.
Sono vestito tutto di bianco.
Un bianco, freddo, asciutto e opprimente, angosciante, che mi ricopre dal collo alle caviglie.
Non riesco a vedere le mie braccia, sono fasciate al resto del mio corpo.
Il vestito bianco è ravvivato da delle macchie.
Macchie bruttissime, di un colore che non posso guardare, un colore acceso e allarmante. Mi fa impressione quel colore, non posso, devo chiudere gli occhi, ne ho bisogno.
Queste macchie, sono calde, mi confortano, le mie gambe ne sono ricoperte.
Generano calore e conforto, mi sembra si ingrandiscono lentamente.
Che cosa bizzarra, un senso che contrasta un altro.
Non riesco a guardarle, alla mia vista sono insopportabili, ma il mio corpo le desidera, la mia pelle ha bisogno di quel calore, di quel liquido caldo, ne ha bisogno.
Riesco a generarle da solo, escono dal mio corpo.
Possono uscire ancora.
Vicino alle mie gambe c'è un chiodo arrugginito.
Posso farle uscire.
Avvicino il chiodo alla gamba.
Devo solo, NO!
Cosa era? Cosa era quella sensazione? Quell'orrore che ha provato la mia pelle?
Una sensazione insopportabile, orribile.
Ma io ho bisogno delle macchie, ne ho bisogno.
Rimetto il chiodo sulla gamba e lo infilo in profondità.
I miei pantaloni bianchi iniziano a macchiarsi.
Le macchie si allargano sempre di più sulla mia gamba.
La sensazione è orribile, ma le macchie sono calde, qui ho freddo, ho bisogno del calore delle macchie.
Continuano ad allargarsi, ad espandersi sui pantaloni bianchi, colorandoli di quel colore acceso, e iniziano a colare sul pavimento.
Le mie mani sono ricoperte di quelle macchie, sono ricoperte di quel colore orribile
Continuo a strisciare la testa sul muro ruvido, mi fa male, ma ho bisogno di farlo, non so perché, ne ho bisogno, mi ordinano di farlo, non so perché, devo farlo e basta.
I miei occhi iniziano a chiudersi.
Che conforto.
Sento il bisogno di appoggiarmi al muro.
I miei occhi si chiudono, ho smesso di sfregare la testa a muro.
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