IN SOGNO UNA SERA IN UN PARCO

Chi di voi non ha mai passato delle notti, o quel che resta della notte a rigirarsi come uova al tegamino nella padella? Magari a seguito di un pasto non esattamente digeribile, di qualche libagione fuori controllo o peggio di qualche seria preoccupazione?

Non vi vedo, ma non credo che potendolo fare scorgerei molte mani alzate.

Questa premessa per raccontarvi della mia notte appena scorsa e io, a differenza di altri, ho ben chiaro il motivo o almeno uno dei motivi che mi hanno portato a divincolarmi nel letto per le due ore che potevo dedicare al sonno.

Sono rientrato che quasi albeggiava dopo una serata trascorsa a disquisire sulle differenze tra il colore del Bourbon e dello Scotch Whiskey, oltre che se fosse più o meno eticamente corretto accettare la corte di una donna che aveva almeno trent'anni meno di me e non crediate che a queste domande io non abbia dato risposte rapide e certe, il resto potete immaginarvelo se volete.

Sta di fatto che probabilmente la mia età e la contemporanea partecipazione alla serata delle due risposte che vi citavo qua sopra, devono avermi particolarmente provato e così, le due ore che avevo a disposizione per dormire le ho passate a farmi travolgere da questioni filosofiche e dolori di stomaco.

Che vi piaccia o meno voglio raccontarvi di un sogno che mi ha sopraffatto ma, ad essere sincero anche molto divertito.

Ero dunque nel bel mezzo di un dormiveglia, uno di quei momenti di semi coscienza in cui la mente perde i freni inibitori e mescola realtà con immaginazione, e lo fa senza ritegno. Cercavo di scacciare i pensieri indesiderati, quelli che assomigliano a sensi di colpa a timori e paure e che in quel frangente si comportano come sabbia mentre cerchi di fare un buco sulla spiaggia.

Sposti velocemente con le mani la sabbia ma più ne sposti dal fondo più dai bordi riscivola verso il centro dello scavo e così quei pensieri indesiderati più li scacciavo più ritornavano. Almeno ci fosse stato qualche rumore a distrarmi e invece il silenzio del mondo reale era totale. Si sentiva solo Il fragore dei cattivi pensieri che rotolavano verso il centro della mia attenzione ed era insopportabile, ma, come sempre accade nei dormiveglia notturni, per uno sconosciuto meccanismo, di colpo cessi di pensare ed entri in rem e cominci a sognare.

Mi ritrovo a passeggiare verso l'imbrunire in una specie di parco cittadino quando mi si avvicina un tipo strano; mezza età, vestito di nero con in mano un libro corposo e dalla copertina scura, mi si para davanti con un ampio sorriso e tra me e me penso

"Che accidenti vuole? Non ho denaro per me figurati per gli altri"

"Figliolo, figliolo ascolta" e con l'indice indica alla mia destra verso l'alto. Mi giro d'istinto come per cercare quel qualcosa che mi aveva indicato. Ovviamente non vedo e sento niente e così mi rigiro verso di lui

"Ascolta! Non senti niente?"

Tendo l'orecchio, ma niente

"No " gli rispondo " Non sento proprio niente"

"Ecco ! Questo è il silenzio di Dio!" e continuando "Bada bene che non è Dio che non ti parla, sei tu che non lo senti"

Devo aver avuto una espressione particolarmente ebete e accondiscendente che nella realtà non avrei mai avuto e così il tipo continua

"Ascolta Dio, Senti le sue parole che ti dicono chi sei, da dove vieni e dove andrai, lui ti indica la strada per la redenzione"

Accidenti lo stavo ad ascoltare! Ero preoccupato per la mia reputazione di indolente e scortese a cui tengo enormemente, ma per fortuna anche in sogno alla fine rimango sempre io, questo bastardo irriverente che sono nella realtà, cosa pensate che gli abbia risposto?

"Hei amico non preoccuparti, ringrazia il tuo Dio e digli che mi dispiace per la faccenda del silenzio ma io so chi sono, da dove vengo e dove vado: mi chiamo Hank, vengo da casa mia che è giusto dietro l'angolo e sto andando al bar a prendermi una bella sbronza"

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