Capitolo 5

25 novembre 2015

Caro diario,
lo zio sta molto male.
Insomma, non è mai stato un modello di salute, però ultimamente è molto peggiorato.
Continua ad avere crisi, sempre peggiori. I dottori gli stanno dando delle medicine molto forti, stenderebbero un cavallo.
Sono andata a trovarlo qualche giorno fa, ma era come se non fosse presente. Non mi guardava, non gesticolava, era come immerso in un mondo tutto suo.
Aveva gli occhi aperti, fissi sul soffitto.
Il suo sguardo era inespressivo, aveva un non so che di inquietante.
Mamma mi ha raccontato che l'unica volta in cui è stato così male è stata quando sono scappati di casa.
Si, sono scappati di casa. Il nonno era un uomo violento.
Molto violento.
Lo zio, il maggiore dei fratelli, è quello che ha subito di più.
La mamma è la più piccola, lei ha visto poco di ciò che succedeva.
Purtroppo lui non è riuscito a superarla, e dopo anni passati a combattere contro se stesso e contro il suo passato è finito nel centro psichiatrico.
Puntualmente ha degli incubi terribili, crisi profonde, una volta ha persino tentato il suicidio. Senza riuscirci.
Non so se per fortuna o per sfortuna.
Ho paura che ci riprovi.
Ho paura che i fantasmi del passato siano tornati, più forti di prima.
Lui è l'unico che mi capisce, a lui ho detto cose che nessun altro sa.
Lui sa cosa significa combattere contro se stessi.

27 novembre 2015

Caro diario,
Mariah è così gentile e carina con me, penso che si sia affezionata a me; mi ha anche invitata a casa sua questo sabato.
Non mi capita spesso di uscire con una sola persona. 
Cioè, sono sempre uscita in gruppo perché questo mi permette di mimetizzarmi. Invece, con una sola persona, sono costretta a parlare, a mantenere viva la conversazione, a prendere scelte.
Sono molto felice, ma anche molto agitata. Ho paura di apparire noiosa, e ho paura di perdere anche lei.
A quel punto penso che rimarrei completamente sola. Niente di strano, ci sono abituata, ma non è proprio piacevole, ecco.
E' che sono così distratta, continuo a pensare allo zio, continuo a pensare a ciò che è successo con Tommaso e a chiedermi cosa io abbia sbagliato.
E' tutto il giorno che sento le lacrime che mi pungono sugli occhi, ma non posso lasciarmi andare.
No, perché se lo faccio poi non riuscirò a tornare indietro e soffrirò.
Tanto prima o poi me ne dimenticherò, mi distrarrò e tutto tornerà perfettamente normale. 
Basta aspettare, come al solito.


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