Capitolo 4

10 novembre 2015

Caro diario,
mi ha presa in giro. Fin dall'inizio non hanno fatto altro che prendermi in giro.
Ho creduto di poter finalmente abbassare la guardia ma no, la gente sa essere così crudele che, appena vede un po' di pelle scoperta, non esita ad affondare la spada.
Pensavo che stesse andando tutto bene, ci stavamo divertendo abbracciati l'uno di fianco all'altra.
Le nostre dita si sfioravano.
Sentivo il suo respiro sotto la mia testa appoggiata al suo petto.
Ero felice.
Dannatamente felice.
Come non lo ero mai stata da anni.
Ho tolto l'armatura e la stavo buttando lontano, quando mi ha colpita.
Ho capito tutto in pochi minuti, quando ho cercato di baciarlo.
Le nostre ciglia si sfioravano.
Le nostre teste si stavano inclinando di lato in attesa del mio primo bacio.
Ho aperto leggermente gli occhi per vedere la sua espressione, per stamparla per sempre nella mia memoria.
Quando l'ho vista.
Ho riconosciuto subito i capelli acconciati di Eleonora.
Aveva in mano un telefono che teneva in orizzontale.
Ci stava filmando.
Mi sono subita ripresa dall'overdose di emozioni nella quale Tom mi stava trascinando.
Ho collegato in pochi attimi tutti i puntini.
Il biglietto scritto mentre tutti guardavano, il loro zittirsi al mio arrivo. Il messaggio inviato proprio quando erano tutti insieme.
Hanno costruito un fottuto teatrino per deridermi.
Il tipo figo che in pochi giorni riesce a farsi la sfigata, un classico.
Me ne sono andata in fretta senza guardare in faccia nessuno.
Non avrei retto i loro sguardi.
Gli occhi pungevano ma non potevo piangere. Non davanti a loro.
Mai far vedere le emozioni, mai mettere in mostra i propri punti deboli. Verranno usati contro di te.
Che illusa.
Credevo di poter essere amica di una come lei e ragazza di uno come lui.
Ma non mi importa.
Ci passerò sopra come sono passata sopra a tutto.
Ne uscirò più forte di prima.

13 novembre 2015

Caro diario,
voglio solo dimenticare tutto quello che è successo.
La mia strategia è sempre stata questa: sopportare il dolore finché non me ne dimentico.
Ci vuole un po', ma alla fine semplicemente cominci a pensare ad altro e ti dimentichi.
Certo, tutto rimane lì. Latente. Ristagna in un piccolo angolo del cervello. Ogni tanto torna, e allora di nuovo aspetto che il cassetto del ricordo si chiuda da solo.
A volte ho paura che questi cassetti finiscano per esplodere perché sono troppo pieni.
Però non ho altri metodi, quindi semplicemente aspetto quel giorno.
Aspetto.
Intanto ho conosciuto Mariah, una ragazzina che mi ricorda tanto me stessa gli anni scorsi. E' timida, solitaria, "sfigata".
Ma io so quante cose nascondono le ragazze del genere.
So che sa essere una buona amica e che forse non aspetta altro che dimostrarlo a qualcuno. A chiunque sia disposto ad ascoltarla.
Penso che la ascolterò.
Entrambe nelle nostre armature, con in mano le nostre armi.
Magari riusciremo a togliercele a vicenda.
Tommaso ed Eleonora non mi rivolgono più la parola, ma sono sicura che a loro importi poco.
Altri due nomi nel mio elenco di persone su cui avere una rivincita.


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