adesso, 6 agosto 2022

Ripenso alle avventure passate insieme, alle momenti incredibili che abbiamo condiviso e le esperienze assurde alla quale abbiamo partecipato. E forse è l'unica cosa che non rimpiango della nostra disastrosa relazione: mi ero ripromesso di farti viaggiare quanto possibile e l'ho fatto ad ogni occasione che ci capitasse. Sono contento di averti portata fuori dal tuo bozzolo, e ho anche un po' di orgoglio nel dire che se sei cresciuta è anche grazie a me. Chissà se lo ammetti a te stessa, io ogni volta che rido e faccio gli stessi versi che facevi tu in mia compagnia ci penso e mi odio perché vorrei non essere come te, vorrei non ricordarti nelle cose che faccio. Per un motivo che non riesco a trovare, non adesso almeno.
E ancora mi chiedo, sporadicamente, cosa tu stia facendo. Ma non credo sia per semplice interesse quanto per colmare il non sapere, come è stato nel periodo malato in cui lo facevo. Chissà se mi riscriverai, chissà se ancora mi guardi.
E a questo punto mi chiedo: sono davvero pronto per una relazione? Dovrò farmi un bell'esame mentale prima di decidere di intraprendere una.
Davvero mi chiedo cosa fosse la nostra relazione, cosa provassimo o cosa mi aspettassi di provare. Insieme eravamo un mondo, distanti eravamo la sua ombra. O forse avevamo l'illusione di essere un mondo ma nella realtà dei fatti eravamo solo due persone che non stavano bene che si distruggevano a vicenda. Non ha neanche senso che me lo chieda, è passato un anno da quando tutto è finito, dovrei solo cancellarti ed andare avanti e invece sono ancora qui a farmi domande che non troveranno mai una risposta se non basata su costruzioni completamente assemblate dalla mia mente, dalle mie ipotesi e dal mio punto di vista, sfalsato dal dolore e dalla vista annebbiata di quel ritorno del 6 settembre.
Mi ricordo che quando stavamo insieme io stavo bene, anche nel non fare nulla, anche nel tuo studiare forsennato mentre io cazzeggiavo dietro di te e ti scattavo delle foto a rullino durante la quarantena. Hai sempre cercato di farmi sentire a casa nonostante le notevoli differenze nel nostro modo di essere, forse io troppo pretenzioso o tu troppo superficiale, o forse entrambe le cose. Forse eri solo il mio scappare da casa, per questo stavo bene quando eravamo da te, è un'ipotesi che mi ha appena sfiorato il cervello e sembra assolutamente realistica. Tu eri il mio rifugio quando volevo essere lontano da casa, e nemmeno ne ero consapevole. Forse è vero che la nostra relazione è stata costruita su quello che credevo fosse amore nei tuoi confronti, sicuramente ho sempre tenuto molto a te, ma probabilmente non dovevamo stare insieme. Probabilmente io dovevo prima trovare una stabilità emotiva, darmi il tempo di elaborare la fine di un rapporto e di tutto quello che stava succedendo nella mia vita nel frattempo, e poi relazionarmi con te. Ma allora come cazzo abbiamo fatto a durare tre anni? Non senza difficoltà anche questo è vero, eppure alla fine, per quanto tu possa negarlo, hai compiuto esattamente il mio stesso errore. Che poi io te lo abbia detto per semplice egoismo questo può assolutamente essere, continuo a sostenere che non fosse consapevole da parte mia ma non importa. La realtà dei fatti è però che non puoi aspettarti niente di diverso se non ti dai il tempo di elaborare la rottura. O forse mi hai solo preso in giro per 4 mesi come è probabile che sia, ma questa consapevolezza è meglio che non la acquisisca altrimenti finisco per alimentare il fuoco dell'odio che ti riguarda.

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