30 agosto

Corro.
Corro tra ghiaccio e fuoco.
Il pungente gelo dei ghiacci e le fiammeggianti colonne di calore ustionate.
Il cuore. Il cuore sta esplodendo e fa malissimo, quasi come se le vene fossero state invase da acido anziché sangue.
Acido rosso. Lo so, perché lo vedo. Sgorga dai molteplici tagli e inzuppa la maglietta bianca.
È troppo. Troppo. Lo so, perché la testa ha cominciato a volare lontano, leggera quanto una candida nuvola. Gira, non sembra volersi fermare, è stordita dal dolore strozzato alle gambe e al petto.
Corro e so che se mi fermerò ora mi tramuterò in leggiadra cenere e ciò che rimarrà di me danzerá il suo ultimo ballo fino al mare.
Si, corro. Corro sopra l'oceano. Le spumose onde che si infrangono sugli scogli.
Non ne è rimasto nulla. Ora c'è il ghiaccio. E c'è il fuoco. E ci sono io.

Impreco. So che se continuerò così mi getteró tra le bracci della morte comunque. Che stupida.
Lascieró questo inferno di carne dissanguata. Se ci fossero bestie non troverebbero nulla di cui nutrirsi dalla mia carcassa. Che pietoso destino. Tutto ciò che rimane di una storia dimenticata. Sfumeranno con me, le mie memorie. Pullano di segreti dannati che né il cielo né la terra conosceranno mai.

La tempesta incombe dal cielo, squarcia le nubi con tuoni e fulmini degni dell'ultimo dei giorni. L'oceano ora è sopra, la terra è ovunque tranne qui.

Fa male, malissimo. Il dolore squarcia, lacera, distrugge fino a quando il corpo non regge più.

Il ghiaccio si piega, una sfera di cielo e fiamme e io annego. Sprofondo sempre più giù. Giu giù giù mentre litri e litri impongono la loro pressione su di me.

Cerco di respirare, non c'è più ossigeno. Urlo ma il grido si propaga silenzioso tra le acque mentre la bocca mi si riempie, strozandomi. Ti ho quel mondo di rosso e chiudo gli occhi.

-Hey! Stai bene?- Una voce sconosciuta mi parla.

Sbatto le palpebre, sono ferma al centro della strada e il gelato alla fragola gocciolia sciolto verso l'asfalto. Mi è successo di nuovo.

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