28 agosto
Un brivido.
Lungo e freddo,
un serpente che striscia giù,
lungo la spina dorsale.
E poi il gelo,
il gelo assoluto che si dirama in ogni centimetro del corpo.
Un respiro.
La schiena si innarca,
l'ossigeno entra ed esce dai polmoni.
Rissucchiato dal silenzio.
È ovunque, il silenzio.
Alleggia nel vuoto,
segreti celati e cuori che non battono più.
Odia il silenzio.
Odia le sue forme astute che insidiano ovunque,
lingue di fuoco.
Fuoco che consuma ogni cosa.
Cenere di parole non dette.
Pensa al rumore,
i pensieri fanno sempre fin troppa confusione,
temere il silenzio.
Se ascoltato troppo potrebbe rivelare i nostri demoni.
Trema perché quei demoni nessuno ha il coraggio di affrontarli.
Sciupa questo nulla,
è così effimero,
sembra tutto così effimero.
Lá dove non resta nulla della leggiadria ed è solo debolezza.
Il tempo che corrode
e riduce in cenere.
Non resta nulla.
Polvere nel vento.
Vivere.
In ogni modo.
Il tempo non fa differenze,
è cieco,
non concede riposo né infligge pene.
Si limita a radere al suolo con la sua impietosa giustizia a cui nulla scappa.
Un passo.
Sì, i passi vanno bene.
Sono veloci,
rapidi,
svelti.
Rimbombano.
Musica,
se è musica è meglio.
Dilaga e ora c'è qualcosa.
Più aggraziati,
le cose devono essere belle o nessuno vorrà vederle.
Gli uomini si nutrono di bellezza,
si saziano di ammirazione.
Rimarrà solo l'assenza altrimenti.
Spettacolo.
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