Strane vite sentimentali

L'indomani mattina Hermione fu la prima a svegliarsi, nel dormitorio. Se avesse potuto avrebbe dormito di più, ma la curiosità di scoprire com'era finito lo scambio di diari di Ginny aveva deciso di farla alzare dal letto prima del previsto.

Si infilò quindi le pantofole, uscì dalla sua camera e si incamminò verso quella dell'amica, un paio di porte più in là.

Una volta entrata, si avvicinò al suo letto in punta di piedi, ma notò che era vuoto. Per poco non urlò.

Oh cavoli, pensò, dove è andata?

La rossa poteva essere dovunque, e le possibilità che fosse in punizione o in qualche altro luogo terribile erano molto più alte di quelle che la vedevano al sicuro a sbaciucchiarsi con Harry; così alte che Hermione non considerò la seconda ipotesi nemmeno per un secondo.

Sgattaiolò fuori dalla stanza, poi cominciò a correre per i corridoi del castello sussurrando il nome dell'amica nella vaga speranza che lei la sentisse. Entrò nelle aule, nelle stanze... ma niente, nessuna traccia di Ginny. 

Alla fine decise di fare qualcosa che non aveva mai fatto, di andare nell'unico posto di Hogwarts in cui non era mai stata, esattamente come aveva fatto la Weasley la notte prima: s'intrufolò nei dormitori dei ragazzi di Grifondoro, ed entrò silenziosamente nella stanza di Harry, Ron, Neville, Dean e Seamus.

Dormivano tutti, ma quando vide che anche il letto del moro era vuoto non seppe più cosa pensare.

- Herm! Cosa fai qui? - sussurrò qualcuno alle sue spalle, facendola tornare alla realtà.

La mora si voltò di scatto. Era Harry. Il suo Harry, il suo migliore amico, con i capelli tutti spettinati e uno strano pigiama azzurro. Non stava sorridendo, ma si vedeva chiaramente quanto fosse felice, e in quell'istante Hermione capì che il piano aveva funzionato a meraviglia.

Tirando un sospiro di sollievo si gettò tra le sue braccia.

- Oh, Harry! Per fortuna stai bene... - disse stringendolo. - Dove hai lasciato Ginny? - aggiunse poi, sorridendo - Avete dormito insieme?

Lui la guardò stranito, cercando di rimanere serio, ma non riuscì a evitare che le sue labbra si contorcessero in uno strano sorriso e che le sue guance diventassero leggermente più rosse del solito. Okay, possiamo anche eliminare la parola leggermente. - Come...? Aspetta, tu sai...?

Lei rise: - Non importa come, Harry. Io so sempre tutto, dovrai abituartici prima o poi.

Detto questo, Hermione uscì dal dormitorio maschile correndo, lasciando il moro davanti alla porta; ancora imbarazzato e scioccato. Guardandola trotterellare nei corridoi, però, lui sorrise.

Finalmente, dopo tanta tristezza, Harry Potter era di nuovo felice. 

**

- Funzionato? No, Herm! "Funzionato" non rende affatto! E' stato... semplicemente magnifico. E' andato molto, molto meglio di quello che mi aspettavo. Io pensavo che una volta sostituiti avrei dovuto aspettare un po' prima che lui lo leggesse, e non ero nemmeno sicura che una volta letto ci saremmo messi insieme! Invece... invece è accaduto tutto in una sera. Ancora non ci credo, Herm! Sono la fidanzata di Harry Potter! Io! - disse Ginny infilandosi una maglia verde.

Non aveva smesso di parlare nemmeno un secondo da quando aveva visto Hermione. Come aveva previsto dopo aver incontrato Harry, la mora l'aveva trovata nella sua camera, seduta sul letto, pronta a raccontarle tutto.

- Ci siamo svegliati piuttosto presto, ma non ci ricordavamo completamente che oggi saremmo tornati a casa - le aveva spiegato - ci è venuto in mente solo quando abbiamo iniziato a parlare. Allora abbiamo pensato che eravamo ancora in pigiama, e che se qualcuno (come te) si svegliava e non ci trovava nel letto si sarebbe preoccupato. Quindi siamo andati in Sala Comune, e solo lì ci siamo accorti che dovevamo separarci. Ma nessuno dei due voleva, e allora lui ha detto "Vestiti, prendi la valigia e poi torna qui". Quindi... devo sbrigarmi, capisci? Non voglio farlo aspettare.

Si vedeva chiaramente che la rossa aveva appena realizzato il sogno della sua vita, e in un certo senso anche Hermione si sentiva "realizzata" vedendo sia lei che Harry così felici.

Eppure, notando quanto i suoi due migliori amici si amassero, non poteva fare a meno di pensare a quanto stava diventando monotona e incerta la sua vita sentimentale. Se qualcuno le avesse fatto delle domande a proposito non avrebbe saputo come rispondere.

Era innamorata? 

Si. O no? Forse più no che si. Non ne aveva idea. 

Di chi?

Di Ron. O di Draco? Forse di nessuno dei due. Non ne aveva idea.

Loro ricambiavano i suoi sentimenti?

Si. O no? Forse Draco si e Ron no. Non ne era per niente certa. Non ne aveva idea.

- Vado giù da Harry - disse Ginny - vuoi venire anche tu? 

La mora scosse la testa, ma poi se ne pentì. - Anzi... si, scendo anch'io. Ma non mi fermo in Sala Comune, faccio una passeggiata nei corridoi. Sai, tanto per non rimanere qui da sola.

La rossa alzò le spalle e mormorò un "va bene", poi uscì dalla stanza facendo ad Hermione cenno di seguirla. 

Una volta arrivate in Sala Comune, trovarono Harry seduto davanti al caminetto. Non appena le vide, il moro sorrise e si alzò in piedi per andarle a salutare.

- E' tanto che non ci si vede, eh? - scherzò.

- Sembra essere passata un'eternità! - gli rispose Ginny baciandolo sulla guancia.

Hermione non seppe cosa dire, perciò stette in silenzio, cosa che sembrò far allarmare Harry. - Cos'hai, Mione? Un momento fa sembravi così felice!

Lei sorrise: - Lo sono, davvero. Solo... non mi sono ancora ripresa dalla corsa che ho fatto per venirvi a cercare, perciò credo che andrò a prendere un po' d'aria fuori. 

- Fuori? Ma Herm, fuori nevica! - disse la rossa.

- Cercherò di evitare la neve. Ciao!

Detto questo uscì velocemente dalla Sala Grande, chiudendosi la porta alle spalle. Tirò un sospiro di sollievo: finalmente si era liberata di Harry e Ginny. 

Non che stare con loro no le piacesse, ma era sicura che se lo avesse fatto loro si sarebbero messi a dire cose sdolcinate come tutti i fidanzati fanno, escludendola. Perciò, a meno che non avesse qualcun'altro con cui parlare, per il momento avrebbe evitato di passare tempo con loro.

La mora cominciò a camminare per i corridoi, senza una meta precisa. Stava per raggiungere la Sala Grande quando qualcosa attirò la sua attenzione. Seduto a terra, in un'angolo, con la testa tra le gambe c'era un ragazzo. 

Draco Malfoy.

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