Pronti o no...

Alla Tana il tempo volava: a Ginny sembrava ieri di essere tornata a casa, invece, tra partite di Quidditch e lotte a palle di neve, era già passata quasi una settimana.

Era il 23 Dicembre.

Ginny e Hermione stavano aiutando Molly a preparare il cibo per la cena dell'indomani, al quale avrebbero partecipato anche Bill, Fleur, Lupin e Tonks (che poi sarebbero rimasti a dormire lì). Ginny era ancora un po' scossa dalla discussione che aveva avuto con la mora quella mattina, discussione su Draco Malfoy. Lei si era sentita a disagio sin dalla prima parola.

Hermione le aveva raccontato cos'era successo durante la sua passeggiata nei corridoi di Hogwarts prima dell'inizio delle vacanze, la vera ragione per cui aveva il maglione bagnato. Erano lacrime, le lacrime di Draco. Ginny non voleva, non riusciva a crederci. Eppure sapeva che era vero: sapeva riconoscere quando una persona mentiva oppure no, e Hermione era stata sincera quando gli aveva raccontato quella cosa. Era assurdo. 

Decidendo che era meglio non rifletterci tanto, la rossa scacciò quel pensiero. A sostituirlo, ne arrivò un'altro. Quella mattina non avevano parlato solo di Draco, ma anche di Ron, Ron e Lavanda. Ginny aveva confessato che era stata lei a ideare il piano per farli rompere. All'inizio Hermione non voleva crederci, poi l'aveva rimproverata dicendole che era una cosa cattiva, e infine aveva esultato. Beh, era impossibile non farlo, nessuno sopportava Lavanda. E Ginny aveva spezzato qualsiasi legame la loro famiglia potesse avere con lei: sorrise a quel pensiero.

- Preparate il pudding? - chiese qualcuno alle loro spalle - Se posso aiutarvi...

Era Harry. Hermione e Molly gli sorrisero, mentre il sorriso di Ginny si allargava ancora di più. - Oh, grazie mille Harry caro, ma non c'è assolutamente bisogno - disse la signora Weasley. 

Harry insisté, e Molly dovette convincerlo in un'altro modo: - No no, dico sul serio: non ci serve aiuto, abbiamo quasi finito qui. Invece dobbiamo ancora sistemare le camere per Remus e gli altri... Harry, ti dispiacerebbe farlo? 

Il moro scosse la testa: - No, certo! Posso farlo io, se vuole.

- Oh, grazie davvero, caro. Sei sempre così gentile - disse Molly, rivolgendogli uno dei suoi più smaglianti sorrisi. Poi si rivolse alla figlia: - Ginny, aiutalo tu: hai già fatto tanto qui in cucina. A Hermione non dispiace, vero?

- Assolutamente! Andate pure - rispose quest'ultima, facendo l'occhiolino a Ginny. Lei le fece la linguaccia, senza smettere di sorridere. Poi si voltò, fece a Harry segno di seguirla e uscirono dalla cucina. 

- Adoro tua madre - disse lui mentre salivano le scale che portavano al piano di sopra.

Ginny rise: - Perchè da compiti a tutti e riesce a preparare tutto perfettamente per il Natale soltanto un giorno prima?

Harry la guardò, perplesso. - Pensavo più al fatto che ci da sempre l'occasione di passare del tempo insieme... da soli.

- Uhm... neanche questo è da sottovalutare.

Ridendo, entrarono nelle camere e cominciarono a sistemarle. Fleur e Bill avrebbero dormito in quella di quest'ultimo e Tonks e Lupin in quella di Charlie. Dato che sia Fleur che Lupin avevano bisogno di un letto, e in casa non ne avevano per tutti, Ginny e Ron dovettero cedere i loro. Fu difficile spostare i letti, ma alla fine ce la fecero. 

Dopo aver messo le lenzuola pulite e aver sistemato tutto il resto, la rossa si lasciò cadere sfinita sul divanetto della sua stanza. Harry si accovacciò accanto a lei.

- Non penso che reggerò a lungo la presenza di Fleur, domani - disse quest'ultima, sbuffando. 

Il moro le sorrise, ma Ginny vide dai suoi occhi che stava pensando ad altro. Qualcosa che lo turbava. - Cosa c'è, Harry? - gli chiese, passandogli una mano tra i capelli.

Lui esitò: - Nulla, pensavo... pensavo a come dovremmo dire a Ron che ci siamo messi insieme. Ho... ho paura che non la prenda molto bene. 

- Naaah, tranquillo - sorrise la rossa - Non la prenderà male, e se dovesse gli passerebbe dopo qualche giorno. Sai com'è lui.

Harry abbassò lo sguardo, non molto convinto. Ginny detestava quando succedeva, quando lui era triste o insicuro e lei non riusciva a trovare le parole giuste per tranquillizzarlo e fargli tornare il sorriso sul volto. Era terribile.

Decise di provare con un'altra tecnica: gli prese il viso tra le mani, costringendolo ad alzare lo sguardo. Quando incontrò i suoi occhi verdi sentì un vuoto allo stomaco, come la prima volta che lo aveva visto, come tutte le volte che lo guardava, in realtà. Si avvicinò a lui e gli sorrise. - Ehi - disse - andrà tutto bene.

Poi lo baciò. Lo baciò a lungo, e sentì il sorriso tornagli sulle labbra mentre le baciava. Stava per spuntare il sorriso anche sulle sue, di labbra, quando...

Criiick.

La porta della stanza si aprì. Harry e Ginny si separarono con un sussulto e si voltarono verso di essa. In piedi sulla soglia c'era Ron, un'espressione sconvolta.

I loro incubi si erano appena avverati.


#spazioautrice

Buonsalve, miei piccoli pony arcobaleno!

Okay, okay, non mi metto a fare uno dei miei soliti discorsi lunghi chilometri, oggi sarò breve. Ho appena scoperto cos'è successo in Francia, e sono ancora paralizzata di fronte alla TV. E' incredibile Non vorrei essere pessimista o troppo fantasiosa, ma se continueremo così finiremo per ritrovarci in un'universo stile Panem.

Ma comunque, evitiamo questi argomenti che sennò poi mi deprimo.

Che ne dite del capitolo? Un po' troppo corto, forse, ma volevo lasciarvi in cliffhanger. Muahahah, me cattiva XD

Commentate in tanti perchè voglio sapere che ne pensate! E... domani è il compleanno della nostra amata Shaily*, quindi fatele gli auguri! Un bacio a tutti :)

* Shailene Woodley



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