Il viaggio in treno
Ron si infilò in fretta uno dei suoi tanti maglioni bordeaux e un paio di jeans, poi lanciò un'occhiata preoccupata al letto vuoto di Harry.
Non l'avevano trovato nel dormitorio, quella mattina.
Neville e Seamus gli avevano detto che durante la notte l'avevano trovato nel corridoio insieme a Ginny, che aveva svegliato mezza scuola urlando per colpa di un topo. Ron non ricordava che la sorella avesse mai avuto paura di quegli animali, ma comunque non aveva sentito nulla mentre dormiva e la cosa non gli importava più di tanto.
Era di Harry che si preoccupava. Dov'era finito? Possibile che si fosse addormentato nelle cucine dopo quello spuntino di cui Neville gli aveva parlato? A Ron sembrava strano, non era da lui.
Comunque doveva trovarlo, e anche in fretta. Erano le 8:40 del 18 dicembre, e ciò significava che tra meno di qualche minuto sarebbe arrivato l'Hogwarts Express e li avrebbe riportati a casa. Ron afferrò il suo baule (così una volta trovato Harry potevano andare dritti alla stazione Hogsmeade, senza tornare in camera) e cominciò a scendere le scale che portavano in Sala Comune. Non salutò nemmeno i suoi compagni di stanza, tanto li avrebbe rivisti sia prima di partire e che durante il viaggio.
Giù c'era un gran casino. Grifondoro che correvano a destra e a sinistra, che si scambiavano indirizzi e che si salutavano. Ron diede una rapida occhiata in giro, cercando Harry con lo sguardo. Dopo qualche minuto lo trovò, seduto su un divanetto in disparte insieme a Ginny.
- Ehi, Harry! - urlò il rosso, cercando di farsi strada tra la folla e agitando una mano per farsi vedere dall'amico. Quando il moro lo notò gli sorrise debolmente, mentre la sorella gli lanciava uno sguardo annoiato e sbuffava.
- Già pronti per andare? - chiese Ron, notando le due valigie poggiate ai piedi del divano.
Harry si passò una mano tra i capelli. - Si - disse, lanciando un'occhiata a Ginny - ci siamo svegliati presto, così abbiamo preso i bagagli e siamo scesi qui a chiacchierare un po'.
Il rosso annuì. Allora Harry si era solo alzato un po' prima. Doveva aspettarselo: sapeva che l'amico non dormiva di sogni molto tranquilli, e svegliarsi nel cuore della notte era normale per lui. Ma... perchè parlava al plurale? Perchè continuava a guardare sua sorella?
- E Hermione dov'è? - chiese Ron, non avendola ancora vista.
- Oh - rispose Ginny - ehm... era qui qualche secondo fa. Ha detto che andava a prendere un po' di aria fuori. Abbiamo cercato di fermarla ma... ah, eccola lì!
I tre si voltarono verso il punto indicato da Ginny. Hermione stava entrando nella Sala Comune, i capelli tutti scompigliati e il maglione un po' bagnato. Aveva un'espressione un po' triste sul volto, assente, come se si trovasse in un'altro mondo.
Ginny agitò la mano per farsi vedere, e la mora si diresse verso di loro con un accenno di sorriso sul volto. Li salutò con un semplice "ciao", ricambiato gentilmente da Ron. Harry, invece, si affrettò a chiederle com'era andata la sua passeggiata.
- Oh. Bene, credo - rispose lei - alla fine non sono uscita fuori, ma...
Ron non poté fare a meno di intromettersi: - Come mai hai il maglione bagnato se non sei uscita?
La mora sembrò stordita, come se non si aspettasse quella domanda. Poi abbassò lo sguardo sul suo maglione, come se non si fosse accorta delle piccole macchie scure che c'erano su di esso. - Ehm... non lo so, non... non me ne ero accorta. Probabilmente.... probabilmente mi è schizzata un po' acqua addosso mentre lavavo i denti.
Non era vero. Ron lo sapeva, lo sapeva benissimo. Hermione aveva evitato il suo sguardo durante tutta la formulazione della risposta, cosa che faceva soltanto quando nascondeva qualcosa o quando mentiva. Probabilmente in quel caso li stava facendo entrambi.
Prima che qualcuno dei tre avesse il tempo di commentare, la porta della Sala Comune si aprì, lasciando entrare la McGranitt. Teneva in mano un lungo foglio di pergamena, e sembrava piuttosto spaesata. Si girò prima a destra e poi a sinistra, come per controllare che nessuno l'avesse seguita, poi esaminò la Sala con lo sguardo.
- Grifondoro! - esclamò - attenzione, prego!
Dovette ripeterlo più volte prima che gli alunni le prestassero attenzione: erano tutti troppo eccitati dall'arrivo delle vacanze per starla a sentire.
- Dunque - disse la professoressa dopo un po' - l'Hogwarts Express è arrivato a Hogsmeade. Prego gli studenti che rimarranno qui a scuola di non uscire dalla Sala Comune finchè non avrò compilato la lista con i loro nomi. Coloro che torneranno a casa invece, possono prendere i loro bagagli e cominciare a dirigersi verso l'uscita, dove troveranno Hagrid che li scorterà fino al treno. Su', andate!
Ginny e Harry scattarono in piedi, mentre Ron prendeva il suo baule da terra. Hermione invece si mise le mani tra i capelli, come se le fosse appena successo qualcosa di orribile. - Oh cavoli - disse - ho lasciato la mia valigia in camera.
- Già. Menomale che io me lo sono ricordato e che sono tornata su a prenderla - intervenne Ginny, sollevando la valigia della mora e porgendogliela. Quest'ultima sorrise e la ringraziò. Poi, dopo un'esorto di Harry, il quartetto si mise in fila per uscire.
Ron cominciò a pensare a cos'avrebbero fatto una volta arrivati a casa. Quell'anno ci sarebbe stata anche Hermione con loro, non solo per Natale, ma per tutto il periodo prima di esso. E non ci sarebbe stata quella folle di Lavanda. Queste erano sicuramente due cose positive.
**
Il viaggio in treno non fu per niente noioso, cosa che contribuì a far passare il tempo più in fretta. Stranamente, Ginny volle sedersi nello stesso scompartimento di Harry, Ron e Hermione, rifiutando l'invito di un gruppo di suoi amici e di Dean scusandosi con un semplice "poi vi spiego". Ron non capiva cosa ci fosse da spiegare.
Durante il tragitto parlarono del più e del meno, ma quando il rosso provò ad aprire l'argomento "diari" gli altri cambiarono discorso. Ancora una volta, lui non capiva. Si comportavano tutti in modo strano, come se gli nascondessero qualcosa, come se avessero dei segreti con lui. Era persino peggio di Lavanda. Ron non ne poteva più.
- Okay, basta - decise di dire alla fine, stanco di tutto - si può sapere che avete? Cosa mi nascondete?
Sembrarono tutti scossi da quella domanda, persino Harry. Harry, che a Ron diceva sempre tutto, o almeno così lui aveva sempre saputo. Ma in quel momento gli sembrava di non sapere niente.
- Di... d-di che cosa stai parlando, Ronald? - chiese Hermione, dopo un attimo di imbarazzante silenzio.
Lui si strinse nelle spalle: - Lo sapete benissimo. Ditemi cos'è che mi nascondete.
Harry lanciò un'occhiata preoccupata a Ginny, che lanciò un'occhiata preoccupata a Hermione. - Non ti nascondiamo nulla, Ronald. E' tutto normalissimo, tutto come sempre.
- Si, certo. Allora perchè non volete parlare dei diari? E perchè tu, Hermione, non ci hai detto la verità sul motivo per cui avevi il maglione bagnato? Guarda che l'ho capito che era una bugia. Ti conosco, e anche bene.
La mora non seppe come reagire a quelle parole. All'inizio sembro spiazzata. Poi, proprio quando sembrava che stesse per uscirsene con la risposta più razionale del secolo, qualcuno irruppe nella loro cabina.
- Ron-Ron! Finalmente ti ho trovato! Ma dov'eri, cercavi di scappare da me?
- Ehm... - Ron avrebbe volentieri risposto di si, ma non ne aveva il coraggio. Perciò, adesso gli toccava subire "l'appiccicosità" di Lavanda, per giunta davanti ai loro amici.
Hermione si alzò in piedi ed uscì dallo scompartimento senza dire nulla. Lavanda l'osservò facendo una smorfia, come se non la sopportasse, e Ron si sentì tremendamente in colpa. Dopo qualche secondo, anche Ginny si alzò. - Vado a parlarle - disse, sfiorando leggermente la spalla di Harry prima di uscire.
Il rosso si ritrovò quindi da solo col moro. E con Lavanda, che cominciò subito con le sue smancerie.
Harry fissava un punto non identificato fuori dal finestrino, probabilmente perchè non voleva assistere alla scena ma non voleva nemmeno lasciare Ron da solo.
Quest'ultimo stava quasi per urlare a Lavanda di smetterla, quando improvvisamente avvenne un miracolo. La porta dello scompartimento si aprì di nuovo, ed entrò Luna Lovegood, tutta sorridente.
- Oh, eccoti Ron! - esclamò, avvicinandosi a lui - Volevo ringraziarti per la cena dell'altra sera. E' stato molto bello.
Poi gli diede un bacio sulla guancia, e uscì dalla cabina saltellando. La cena? Ron non aveva idea di che cosa stesse parlando. Lavanda invece sembrava aver capito benissimo.
- Come hai potuto??!! - gli urlò - Tu! Stupido Ronald Weasley! Non farti vedere mai più!
Poi, come se fosse la cosa più normale del mondo, gli diede uno schiaffo e se ne andò. Lui la guardò uscire, esterrefatto, con la mano poggiata sulla guancia per cercare di alleviare il dolore. Infine si girò verso Harry, che lo guardava con gli occhi spalancati e un mezzo sorriso sul volto.
- Mi ha lasciato? - chiese Ron - Secondo te abbiamo rotto?
Il moro si strinse delle spalle, sorridendo. - Ha detto "non farti vedere mai più" - gli fece notare.
Ron tirò un sospiro di sollievo. Non aveva capito molto bene quello che era successo negli ultimi secondi: ciò che aveva detto Luna e il perchè di ciò che aveva fatto Lavanda. Però era sicurissimo che tutto ciò gli fosse piaciuto. Era come essersi liberato di un grande peso.
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