I sentimenti di Ginny
Ginny camminava per i corridoi del castello diretta alla Sala Grande. Erano le 12:00 ormai, ora della pausa pranzo per gli studenti di Hogwarts, e lei aveva abbastanza fame.
Si sentiva molto euforica per il piano che Hermione e lei avevano progettato di mettere in atto qualche minuto prima. Ginny aveva chiesto alla sua migliore amica se avesse potuto mettere il suo diario nella camera di Harry, in maniera che lui lo leggesse, e lei aveva acconsentito. Adesso non riusciva a smettere di pensare a quello che sarebbe successo dopo che il prescelto avesse letto su quel diario che lei era completamente cotta di lui.
Era perfetto. Era tutto magnificamente perfetto.
All'improvviso, una voce interruppe i suoi sognanti pensieri. Avrebbe potuto riconoscerla tra mille, quella voce, perchè era l'unica capace di farla sorridere in qualunque situazione si trovasse.
- Ciao Ginny - disse.
Lei si girò, già consapevole di chi avrebbe trovato dietro di sè.
- Harry! - esclamò, mentre il cuore cominciava ad accelerare l'andatura dei battiti - come va?
Il moro sorrise: - Bene, credo. Posso... farti una domanda? La McGranitt ha fatto scrivere dei diari anche a voi del quinto anno?
Non appena Harry pronciò quella frase, migliaia di domande senza risposta cominciarono a vagare nella testa di Ginny. Perchè voleva saperlo? Era curioso di leggere il suo diario, per caso? Stava anche lui progettando un piano per sottrarglielo?
- Si, li ha fatti a tutta Hogwarts, che io sappia. Perchè me lo chiedi?
Harry arrossì un po'. Ginny lo notò e un sorriso enorme le si stampò sul viso. Possibile che stesse cominciando a piacergli?
- Ehm... ecco, io... sai, questa cosa della distribuzione non mi è... andata tanto a genio. E... volevo sapere se... insomma, se la McGranitt avesse... avesse chiesto anche ad altri alunni di... di farlo. Perchè...
Ginny si lasciò scappare un risolino. Era evidente che Harry stesse mentendo: qualcosa di lei lo turbava, positivamente si intende. La "piccola" Weasley era felicissima per questo, e vedere Harry così imbarazzato non le metteva altro che gioia.
- Scusami, Harry. Sei... carino quando arrossisci - disse.
A questo punto, successe qualcosa di strano. La faccia di Harry diventò dello stesso colore di un concentrato di pomodoro, mentre quella di Ginny cominciò a sbiancare. Non si era nemmeno resa conto di quello che aveva detto, le parole le erano uscite dalla bocca da sole.
Oh cavolo, pensò la rossa, che ho detto?
Harry e lei non avevano smesso di fissarsi nemmeno un secondo. Le espressioni sui loro volti erano uguali: occhi sgranati, e bocca semi-aperta. Ma poi, all'improvviso, Harry sorrise.
Il cuore di Ginny correva alla velocità di una saetta, non le era mai battuto così forte prima di allora.
- Grazie - disse il moro - anche tu.
Ginny era sul punto di svenire. Probabilmente le sarebbe anche venuto un'infarto se un'altra voce familiare non le avesse fatto perdere il contatto visivo con Harry.
- Ragazziiiii! RAGAZZIIII!
I due si girarono, notando Hermione seduta al tavolo dei Grifondoro che sventolava la mano da destra a sinistra per farsi notare.
Ginny si rese conto soltanto adesso di essere già davanti all'ingesso della Sala Grande, davanti a tutti gli studenti di Hogwarts che adesso osservavano Harry e lei come se fossero dei pazzi maniaci.
- Forse... forse è meglio se andiamo da Hermione - disse Harry.
- Ehm... si, suppongo di si.
Cominciarono a camminare verso il tavolo dei Grifondoro, senza degnarsi di uno sguardo. Erano troppo imbarazzati da quello che si erano appena detti per guardarsi, parlarsi o fare una qualsiasi altra cosa insieme.
Una volta arrivati al punto del tavolo in cui era seduta Hermione, i ragazzi presero posto di fronte a lei, sedendosi uno accanto all'altra.
- Ehm... non per farmi gli affari vostri, ma... mi spiegate che cosa cavolo stavate facendo? Siete stati lì davanti per millenni, a fissarvi senza nemmeno spiaccicarvi una parola! - disse la giovane Grifondoro, ridendo tra una parola e l'altra.
Ginny la fulminò con lo sguardo, mentre Harry osservava con attenzione il legno pregiato con il quale era stato fatto il tavolo della loro casata [N.A. / E' MOGANO! Scusate non ho saputo resistere XD]
- Okaaaay, scusate - esclamò Hermione - non dovevo chiederlo.
- Dov'è Ron? - chiese la Weasley cercando di cambiare discorso.
Harry alzò lo sguardo dal tavolo, finalmente. Prima che Hermione potesse aprire bocca, rspose alla domanda che aveva fatto Ginny: - Ehm... era con me fino a qualche secondo fa. Poi è scappato verso il bagno dei prefetti, dicendo che andava a fare una doccia.
Hermione scosse la testa e sbuffò. Ginny storse la bocca, poi le chiese che cosa c'era che non andava.
- Andiamo, Ginny... - rispose lei - tuo fratello che salta il pranzo per andare a fare una doccia? Chiunque capirebbe che si sta inventando tutto. Beh, almenocchè la sua Lav Lav non abbia deciso di seguirlo anche lì dentro...
- Dai, Herm. Loro... si sbaciucchiano soltanto, non hanno un vero rapporto. Vedrai che prima o poi si lasceranno - cercò di consolarla Harry.
E mentre Hermione mormorava cose incomprensibili tra sè e sè, Ginny pensò a quello che aveva detto Harry: "Si sbaciucchiano soltanto, non hanno un vero rapporto. Prima o poi si lasceranno". Quella frase non riusciva ad uscirle dalla testa. Molto probabilmente, Harry parlava per esperienza: l'anno scorso gli era successa la stessa cosa con Cho Chang. Loro non avevano un vero rapporto, solo... si sbaciucchiavano, qualche volta.
Ginny aveva paura. Paura che Harry e lei si fossero fidanzati non avrebbero avuto un vero rapporto, paura che si sarebbero lasciati.
**
Dopo pranzo, Hermione salutò Harry dicendo che doveva andare a fare i compiti.
- Ginny, vieni con me? - chiese facendo l'occhiolino all'amica.
Anche se non poteva sapere per quale motivo, Ginny sapeva di dover seguire Hermione a tutti i costi. L'occhiolino aveva un significato ben preciso nel loro linguaggio: significava che c'era qualcosa di davvero importante che dovevano dirsi.
- Va bene - disse Ginny.
Si alzò dal tavolo e salutò Harry con un'enorme sorriso che lui ricambiò. Poi Hermione la prese per il polso e la trascinò fuori dalla Sala Grande. Continuò a correre fino a che non arrivò al dormitorio femminile delle ragazze Grifondoro, ed entrò nella sua stanza trascinandosi Ginny dentro.
- Mi spieghi cosa stiamo facendo? - chiese lei una volta che Hermione chiuse la porta.
- Guarda qui.
La mora si avviò verso il comodino del suo letto, estrasse una chiave dalla tasca del suo maglione e la infilò nella serratura del cassetto, aprendolo. Poi, ne estrasse un diario dalla copertina marrone e lo mostrò a Ginny.
- E' il tuo diario. Stamattina, subito dopo che te ne sei andata, è arrivata la McGranitt e ha messo un diario su ognuno di questi letti. Gli altri erano di alunni del primo anno, persone che non conoscevo, questo era l'unico... che potrebbe servirci, insomma - disse.
Ginny era felicissima: adesso che aveva il suo diario, non doveva fare altro che intrufolarsi in camera di Harry e sostituirlo con quello che aveva lui. Magnifico, non poteva andare meglio di così.
- Beh, fantastico! Ma il tuo diario, Herm? Come farai ad ottenerlo? - chiese preoccupata all'amica.
- Non lo so, in qualche maniera ci riuscirò. Ma per adesso dobbiamo pensare a te. Allora, ti conviene sosituire i due diari di sera, quando tutti dormono. Così sei sicura che nessuno ti veda. Però... devi fare piano, cercare di non farti scoprire. Se qualcuno ti scopre, Ginny, lascia che te lo dica: siamo fritte.
- Ehm... grande incoraggiamento, Herm - borbottò Ginny.
Hermione scosse la testa: - Dico solo quello che penso!
Ginny aprì il suo diario e sfogliò le pagine che lei stessa aveva scritto durante quei giorni, osservando le lettere arzigogolate della sua calligrafia. Poi alzò lo sguardo su Hermione.
- Va bene - disse - questa sera mi intrufolerò in camera di Harry e sostituirò i due diari.
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