Donna


Donna

I due amanti, ormai riconciliati, si accendono una sigaretta, sarà l'aria, sarà l'atmosfera, ma nella nuvola azzurra di fumo intravedo le storie di molti miei coetanei. Si tradisce, anche quando pensi che tutto sia perfetto, che tutto sia normale, a te che pensi di  amarla follemente. E' successo, a me che credevo non potesse succedere mai. Per questo sono convinto ormai di una cosa che può sembrare banale ma è dimostrato: capita! Con questo intendo dire che chiunque, uomo o donna che sia (la differenza è soltanto nelle percentuali) per quanto convinto della propria assoluta fedeltà e amore per il partner, può trovarsi, anzi si troverà prima o poi, in una situazione che per quanto impossibile potrà sembrare, comporterà il tradimento.

Il tradimento, è sempre lì in agguato, ed esplode nel momento meno atteso, in un tripudio di godimento, eccitazione, emozione, ed immediato rimorso. Posso dirlo, ripeto, con assoluta certezza: puoi anche non andartela a cercare, ti trova lei. Soprattutto se Lei è una donna come Donna!

Rivedo quell'episodio davanti ai miei occhi, li chiudo, sparisce il golfo, cominciano i ricordi.

Qualche anno fa, pochi giorni dopo il crollo delle torri gemelle, sono partito per Parigi, per un corso di aggiornamento. Fin qui tutto normale. Se si aggiunge che ho paura di volare, che prima del decollo ho avuto la notizia che Bin Laden era curioso di vedere la torre Eiffel con le ali di un Boeing, si può immaginare con quale stato d'animo fossi atterrato. Ebbene dopo circa quattro ore (tra viaggio, attese e trasporti) di preghiere, scongiuri e ottomilionicinquecentoquarantatremilaottocentoventidue pecore contate, mi trovo davanti una stazione della metro a cercare l'Holiday Inn con l'umore sotto le scarpe, una faccia da talassemico omozigote e le valigie in mano. Erano circa le otto di sera, praticamente buio pesto, in una strada poco frequentata, chiedo a una persona dov'è l'albergo, questa gentilmente si offre di accompagnarmi. Percorriamo circa trecento metri, forse meno, durante i quali ci presentiamo, io medico, lei studentessa di ingegneria, io italiano, lei irlandese, nome Donna (questo l'ho capito in seguito) altre poche cose che ora non ricordo. Ci fermiamo «I live here, that's my house. The hotel is there.» e mi indica una insegna verde.

Un lampo nei suoi occhi mi avverte in modo quasi subliminale che qualcosa di strano stava per succedere. Il collo lievemente inclinato, le due iridi incastrate negli angoli delle palpebre, sguardo da falco su una preda. E' stato un istante, poi niente più. Poi le chiedo informazioni su dove mangiare, lei mi spiega con precisione la strada da seguire,  senza mai staccarmi gli occhi di dosso,  pochi secondi dopo, mentre la stavo salutando trovo la sua bocca sulla mia, aveva mirato direttamente al bersaglio, senza tentare altre strade. Preso all'improvviso, il suo corpo stretto al mio, circa due minuti (che non sono pochi se hai il naso chiuso) di un bacio con una assoluta sconosciuta, nei quali si sono alternate in me circa mille sfumature di emozioni dall'incredulità (amazing), all'eccitazione, la passione, il piacere, desiderio, godimento, incanto, labbra, pelle, umido, caldo. Saluto, bye. Dieci metri, ancora incredulo, timore, paura, ladri, puttane, attentati, carina, perché io? Perché no! Ebbene, non sono certo un adone, potrò anche piacere in alcuni casi, ma una perfetta sconosciuta che dopo dieci minuti di conversazione mi baciava era un fatto senza precedenti. E non ha ancora avuto seguito, almeno non in così breve tempo. Per questo la situazione meritava un'analisi approfondita. Decido per  una doccia riflessiva.

 Domanda. 

Cosa avreste fatto? Uno, lasci perdere, sostenendo che non è mai successo niente; due, ti vesti scendi e bussi alla sua porta, e sai dove si va a finire. Io ho trovato un'altra soluzione, ovviamente involontaria e non molto coraggiosa, ma assolutamente naturale. Posticipare il problema con una doccia ed una bella dormita. Anche perché sfido chiunque a chiamare la propria fidanzata e dire "Ciao cara stasera esco con una bella irlandese!!". Non è ammissibile! Tornando alle reazioni personali. Utilizzata la tecnica della vigile attesa: passo tutta la mattina al corso, mangio qualcosa lì,  e verso le sei del pomeriggio mi ritrovo a passeggiare per la stessa strada della sera prima ed a pensare sul da farsi. Alla luce stavolta. Strano, sembrava molto più lontano. Ah, questa è la casa di Comesichiama, ma com'era, carina ? Sicuramente morbida di fianchi; busso, non busso, busso, non busso. 

DIN DON. 

- Mi scusi, abita qui una ragazza che studia ingegneria ?

 – Stai cercando Donna per caso? 

– (me la gioco) Si!

 – Sta al lavoro! 

– Le lascio il mio numero dell'Hotel, mi fa chiamare se vuole, arrivederci.

Dopo una passeggiata per lo stradone torno all'albergo soddisfatto analizzando l'accaduto. Incontrata una ragazza di cui non ricordo più il volto, bacio, lavoro, curiosità. Eccola! E' la curiosità che mi ha spinto a suonare alla porta. Volevo almeno ricordarla con un volto dai contorni un po' meno sfocati, e sapere il suo nome. Così ho passato la palla. Ho fatto la mia mossa – mai avere rimpianti,  un giorno mi sarei potuto chiedere: e se avessi suonato alla porta? – ora è lei a decidere. 

Forse una italiana non avrebbe mai chiamato, invece puntuale alle otto ricevo una telefonata: "Hallo, this is Donna". Non posso negare una certa soddisfazione, ed eccitazione. Poche parole, decidiamo di uscire a cena. Una cena definibile inverse sense dinner. Una cena che augurerei a tutti, l'ideale: uscire con una donna solo per il gusto e la curiosità di conoscerla, senza doversi continuamente chiedere se alla fine si concederà perché in fondo lo ha già fatto, non tesa alla conquista, al farsi bello, a piacere. E il dopo è irrilevante, è già tracciato.

La cena fu molto breve e, cosa che mi stupì fu la sua domanda: "Perché mi porti a cena se non hai molta fame?". Tipico scontro tra due culture, probabilmente dalle loro parti sono un po' più diretti. Non perdono tempo con una cena. Mi sono difeso descrivendo i nostri cliché italiani,  ho fatto la figura dello stilnovista, insomma del romantico.

Ovviamente non voglio giustificarmi, ma, quale soggetto di sesso maschile, trovandosi nella situazione descritta, avrebbe avuto la forza di agire diversamente? Come giustamente suggerisce Kundera, il caso, e soltanto quello, è stato fondamentale e direi determinante. Ripenso alla scena e conto le coincidenze che hanno favorito l'incontro.

1. Albergo in strada nascosta, in una capitale sconosciuta, cosa che rende necessario chiedere informazioni.

2. Buio, non si riconoscono gli alberghi dai condomini

3. Ritengo sbagliata una strada che mi avrebbe portato direttamente all'hotel

4. Chiedo una prima volta e seguo la strada. Devo girare a destra ma non vedendo niente di interessante svolto a sinsitra (verso sbagliato)

5. Una ragazza che ha appena finito di lavorare (proprio a quell'ora) sta tornando a casa.

6. La sua casa è vicina al mio albergo.

7. Io chiedo la strada tra tanta gente, proprio a lei

Non considerando le reazioni personali, non considerabili come coincidenze, ci sono volute ben sette coincidenze per fare avvenire l'incontro. A pensarci è quasi assurdo. Se il malcapitato, (o ben capitato) riflettendo sull'accaduto, concludesse che ciò è avvenuto per disegno divino e non per caso, la frittata è fatta. La percentuale di uomini capace di resistere a tale prova scenderebbe drasticamente dallo 0.8% a 0.008%.

Riapro gli occhi, a passo lento scendo i gradini che portano al mare, una piattaforma semicircolare mezza bagnata, per il frangersi delle onde dagli scafi ancorati, e mezza rovente per il sole incandescente, ai due lati si alzano le solite rocce frangi flutti, utilizzate come solarium da turisti e locali. S'è alzata una leggera brezza da ovest, il caldo è un po' più sopportabile, esploro i primi scogli artificiali, tra sabbia e residui di bivacchi. Siedo.

Non ho mai confessato questo mio unico tradimento.

Un vecchio adagio suggerisce "negare, negare sempre" ed onestamente non mi sento di dissentire. Se il tradimento è avvenuto, come nel caso sopra descritto, per fatalità (non soltanto ovviamente), se, insomma il maschio non è un recidivo, ma ha subito il fascino irresistibile di una sirena notturna, una confessione deteriorerebbe soltanto il rapporto di coppia. Forse si potrebbe non essere d'accordo, ma la confessione di una "scappatella" è considerabile come un passaggio di cassino sulla lavagna della coscienza. L'unico impulso che spinge a rivelare un tradimento occasionale è il senso di colpa, al quale si associa la speranza di cancellare tutto con qualche piatto rotto, parolacce ed urla. Ha fatto scuola la famosa scena del film "L'ultimo bacio". Bisogna essere coerenti con se stessi: si è scelto di non volere rimpianti, ma soltanto rimorsi? Bene.

Non hai voluto (o saputo) resistere al dolce piacere del affondare tra le braccia di una sconosciuta, lo hai assaporato con la stessa eccitazione di un bambino che ruba le caramelle in tabaccheria per la prima volta; hai goduto in pieno del sapore di un'altra bocca, hai respirato profumo di vaniglia, ti sei perso tra milioni di capelli ramati, hai sfiorato e avidamente gustato la sua pelle chiara, aspettandone la risposta, il fremito, l'eccitazione; hai esplorato luoghi della tua mente e del suo corpo che non pensavi fossero terreni, i cinque sensi al massimo della recettività, ed il sesto (quella flebile, ed ormai lontana voce del grillo parlante) sempre più obnubilato; hai ascoltato il suo respiro ansimante, ritmico, crescente, il suono dei vostri corpi scivolare all'unisono verso il piacere assoluto, la ami...la stai amando...la hai amata. Almeno per un po' (ore, minuti) hai amato un'altra donna, ed ora ti ritrovi con una semi-sconosciuta sdraiata sul tuo petto che tamburella con le dita sul tuo torace e ti chiede di raccontarle la tua vita. Che strano rumore sordo, è il tuo cuore o l'osso appena sopra? Che fare adesso? dormire e pensarci domani, o andare via? Comunque vada tornando a casa, vedi allo specchio l'immagine di un verme che striscia, acceleri, arrivi, ti infili sotto una doccia bollente che dura due ore e ti procura un paio di ustioni, per essere sicuri che il suo profumo di vaniglia vada via anche dai capelli, intrisi certamente del suo aroma; ma, mentre scompare... dio, se era bello!

E dopo tutto questo, vorresti dire a tua moglie «Mi dispiace è stato un errore», con la finta speranza di non provocare tragedie. Una donna sopporta tanto, ma veramente tanto, sa soffrire in silenzio anche per anni, sapendo di spesso al secondo posto, dopo il lavoro, per il proprio uomo; accetta compromessi e rinunce anche importanti, lascia passare tante imperfezioni, ma quando hai rotto la magia, la fiducia, quanto la tensione celata nella faglia del vostro rapporto supera la resistenza delle rocce, rancore e violenza esplodono, e dalla sua bocca da vulcano eruttano in pochi minuti, tutte le volte che sei uscito con gli amici e la hai lasciata a casa, le volte che hai fatto tardi al lavoro, tutti i congressi cui avevi promesso di portarla, il capodanno che non avete fatto ad Amsterdam, il perché alle cene nessuno pensa che state insieme, l'anniversario che ti sei dimenticato, l'ultimo fiore regalato cinque anni fa, ti vomita in poco tempo tutto quello che pensa dei tuoi amici e di quel Mario che dovrebbe essere il più fidato e da anni, invece, ci prova con lei, e tu stupido, non te ne sei mai accorto. Potrei continuare ancora ed elencare tutto ciò che la donna conserva nel suo cervello, memoria quiescente ma innescata, pronta a deflagrare nel momento in cui la goccia fa traboccare il vaso.

Qualche volta, riflettendoci a mente fredda, capisci che non era nemmeno un gran che.  Che non ti piaceva così tanto... E così la bella notte appena passata impallidisce sotto il peso di cento tonnellate delle tue colpe appena ricordate, lei non pensa affatto a perdonarti anzi, se potesse andrebbe col primo che incontra (speriamo che non abbia sentito nessuno nel palazzo), e tu hai appena rovinato un bel rapporto per una strizzata di ormoni che non hai avuto le palle di tenere per te. Inutile aggiungere che se un giorno dovesse decidere di non lasciarti comincerebbe il coprifuoco, la tua pacchia è finita, salutata la vita, benvenuto all'inferno.

Quindi, prima di confessare, mi chiederei sempre, vale la pena? Soprattutto se la donna di ieri notte, non tornerà più.

Tornando serio, penso che probabilmente non è necessario confessare un tradimento neanche se si intende chiudere il rapporto. Questo è un caso molto più frequente nelle donne: iniziano un rapporto mentre un altro sta finendo. Anzi la mia collega Daniela mi ha confessato che lei come molte sue amiche tradisce perchè il rapporto è alla fine, quindi non lo considera tradimento. Il ragionamento è discutibile e utilitaristico se vogliamo, ma non sono qui a giudicare; lo ho già detto, a tutti può capitare, per un motivo o per un altro. Sempre Daniela mi confessa che «Gli ho detto, il nostro rapporto non va più da tanto tempo ormai, ho un altro da sei mesi. Non l'ha presa bene, come mai?» Come mai? Non era meglio troncare la frase ad ormai? L'informazione «Ho un altro» non solo non cambia il senso e lo scopo del discorso, ma è ridondante, gratuitamente offensiva, e ti fa sentire un povero, meschino cornuto, preso in giro e tradito, soprattutto nella fiducia. Non si fa! Tranne che per vendetta, non è mai il caso di rivelare un tradimento a caldo, e soprattutto se va ad aggiungersi ad un abbandono. E' una cattiveria gratuita. 

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