Capitolo quarto: dinamica dei fluidi e tradimenti



Una miniatura di automobile, seguita a ruota da una piccola motocicletta, entrambe elettriche e guidate da due caschetti, uno biondo, l'altro bruno, mi sfiorano le ginocchia e, senza neanche chiedere scusa, tornano alla loro corse folla. Quante volte avrò fatto la stessa cosa, decine, centinaia e come allora nonni e genitori tentano invano di fermare la furia omicida dei loro piccoli.

Proseguo verso il castello, naturale penisola in tufo giallo, gigante addormentato a protezione del contiguo borgo marinaro, dove ondeggiano miriadi d'alberi maestri, gozzi, e scafi di pescatori, a pochi metri da decine di ristoranti tipici. Un odore di pesce alla brace è immobile nell'aria, da sempre, come un barbone sulla solita panchina della metro, nella stessa curva, come ad invitare i facoltosi ospiti degli alberghi a quattro stelle a gustare le specialità marinare della zona.

Nella piccola ansa formata intorno alla fontana una tragedia di coppia si consuma alla maniera della migliore provincia meridionale:

«Io t'aggio visto, stive cu n'altra femmina» grida una donna con una criniera giallo oro, in un abito stretch nel quale le sue forme, piuttosto abbondanti, trovano posto a stento.

« Ma io te voglio bene!» tentando visibilmente di avvicinarsi per strappare un abbraccio riconciliatore, allontanato in malo modo dalle lunghe unghie nere di lei, una vera e propria arma.

«Non m'importa, non te voglio vede' più!» e a rincarar la dose una serie di appellativi da non ripetere, ma che senza dubbio erano meritati.

Un tradimento, l'evento più comune tra i due sessi che possa scuotere la coppia, l'essenza della contraddizione. E', infatti, tra le cause più frequenti della fine di un rapporto, ma anche tra quelle d'inizio, che duri un'ora, una notte, o tutta la vita.

Chiunque ha, prima o poi, pensato di tradire il proprio partner, forse per un attimo, ma a tutti è successo, ed anche a me. Così come, forse meno frequentemente, infliggere o subirne uno.

E' un argomento che mi affascina, ogni volta che vedo intorno me una scena del genere non posso fare a meno di riflettere: cosa scatta nella mente di un uomo quando tradisce, pensa? ragiona? Questo è stato uno degli a argomenti che più ho cercato di approfondire, con molte testimonianze.

Ragiono ad alta voce, cercando di ricordare le posizioni dei due sessi sull'argomento, nei comuni discorsi da bar o aperitivo: uomo 99% dei casi "se mi capita me la faccio, ma se la scopro la lascio subito", donna percentuali variabili con diverse osservazioni sempre inizialmente impersonali "credo possa capitare a tutti", "se la donna tradisce è perché è alla fine di un rapporto", le più disinibite, invece, "una scopata non cambia niente".

Ho notato subito come i due sessi percorrono due rette sghembe e come il cervello dell'uomo non sia formato dalle comuni tre zone archi-, paleo- e neoencefalo, ma sia costituito, esito forse delle passate glaciazioni, di rinencefalo (una parte dell'archi), paleoencefalo, ed un penencefalo al posto del comune neoencefalo. Il risultato pratico di questa particolarità anatomica e che l'uomo è privo di alcune delle capacità di ragionamento, cosiddette "superiori", tipiche delle donne. Attenzione, questo non è affatto un commento negativo sul genere maschile (anche perché ne faccio parte) e deve essere considerato esclusivamente in senso scientifico, lo ripeto, come analisi priva di giudizi, delle differenze tra le due modalità di pensiero e approccio al problema.

Un amico, Antonio, anestesista, campano, ha espresso un'opinione che senza dubbio è supportata dalla maggioranza e che ho già accennato: «Si mugliereta te fa 'e corna si' sfortunato, si t'è tieni si' cornuto». Inutile la traduzione, ma utile l'osservazione che questo è un pensiero comune alla maggioranza dei maschi tra i 17 e gli 88 anni, soprattutto meridionali, ma non solo, residuo di posizioni risalenti all'età della pietra, ma ancora molto attuale. Le corna non si possono perdonare, perché non è ammissibile che un maschio possa continuare una relazione con una donna adultera, sarebbe come accettare di dividerla con un altro.

«Voi dividereste la vostra moto con un altro uomo? Ed il computer portatile, od il rasoio?» Il discorso è molto simile. Ai tempi del Vangelo l'adultera forse non sarebbe stata chiamata p...... ma sarebbe stata lapidata. Almeno in questo siamo migliorati, ma non molto. Se si chiede ad un giovane maschio quale sia la sua donna ideale, nella maggioranza dei casi risponderà alta, bella, con due tette enormi, un posteriore che parla da sé, e, soprattutto disposta a fare tutti i giochetti più fantasiosi. Certo, questa è la donna ideale, ma quella reale? Quella da sposare, forse, sarebbe meglio non troppo bella, non troppo esperta; se possibile vergine (questo oggi è più difficile), così può esercitare tutta la sua superiorità fisica e sessuale. Non solo, può essere sicuro che nessuno sia stato o sia migliore di lui, non deve temere confronti, figuriamoci se può ammettere che la propria donna vada a letto con un altro.

La teoria del Gambardellis

Partendo dal presupposto che l'occasione fa l'uomo ladro (mai proverbio più azzeccato), ho cercato di capire perché quest'ultimo sia molto più soggetto della donna al fascino del sesso opposto, il motivo probabilmente è ascrivibile a differenze anatomiche sostanziali: tutto sta in quei dieci-venti centimetri localizzati un palmo sotto l'ombelico, che pare abbiano una vita completamente autonoma. Il cuore di quei quindici centimetri sono i corpi cavernosi, capaci in poco tempo di provocare una redistribuzione del flusso sanguigno tale da influenzare tutto il corpo. La gittata cardiaca (tecnicamente quanto sangue pompa il cuore in un minuto) a riposo è circa cinque litri per minuto, ed è ripartita con diverse percentuali tra cervello, cuore, visceri e muscoli. Le percentuali cambiano in diverse occasioni, ad esempio durante l'esercizio fisico, i muscoli ricevono più sangue a scapito dei visceri addominali, in fase di digestione è il contrario! Ed in fase d'eccitazione? Qui si va nelle ipotesi, ancora la più veritiera è quella del mio compagno di liceo, noto studioso, noto soltanto a me, Gambardellis, definita "furto del corpo cavernoso", un'intuizione tanto semplice quanto sorprendente, come l'uovo di Colombo: appena prima dell'atto sessuale, quindi già durante l'erezione, i corpi cavernosi e i muscoli pelvici ricevono una quota di sangue progressivamente crescente, e, analogamente si crea uno stato di relativa ischemia cerebrale. Ovviamente, il grado di ischemia provocata è soggettiva, e dipende dalla reattività vascolare del letto cerebrale, dalla durata dell'erezione e dalla lunghezza del pene.

Ricordo ancora la formula del Gambardellis:

Dove ΔQ è la differenza di flusso sanguigno; T la durata in minuti; V lunghezza del pene; D è un fattore di correzione dipendente dalla donna, è compreso tra 0 e ∞.

Il grado di ischemia cerebrale varia anche durante tutto l'atto sessuale, come è ben visibile dalla curva "pene/cervello" descritta sempre dal mio amico luminare:  


Sull'asse delle ordinate è descritta la percentuale di afflusso di sangue, mentre sulle ascisse è riportato il tempo, sono specificate tre fasi importanti dell'atto:

a: inizio erezione

b: massima erezione e inizio rapporto sessuale

c: orgasmo

Si nota chiaramente come le due curve presentino un andamento simile e speculare, ma la curva cervello sia spostata verso sinistra; in pratica la perfusione cerebrale crolla drasticamente molto prima della fase a, arrivando ad un minimo assoluto al momento dell'orgasmo, per poi tornare rapidamente normale poco dopo.

Le conclusioni che si possono trarre da questa curva sono le seguenti:

1. Il lasso di tempo tra la consapevolezza dell'eccitazione e l'erezione è l'unico in cui il maschio conserva un minimo di lucidità, che però rapidamente scema.

2. La capacità di intende e di volere si perde progressivamente fino alla fase preorgasmica di completo obnubilamento del sensorio, tipica delle promesse più assurde e incredibili (ti amo alla follia, ti voglio sposare, voglio un figlio, sei la donna migliore del mondo, rinuncio al torneo di calcetto, non posso vivere senza di te, eccetera).

3. Così come era sparita, la ragione ritorna, e ci si trova al fianco di una sconosciuta alla quale abbiamo appena promesso la macchina, la casa ed un paio di figli.

Poi si dice che il maschio non ragiona col c...

Corollario a queste conclusioni è il fatto che il maschio non è imputabile di ciò che afferma o commette dalla fase a alla fase c, proprio perché incapace di intendere e di volere. L'unica possibilità, rara ma non eccezionale, di fermarsi, davanti ad una provocazione o ad una situazione in possibile evoluzione, è pensare ad altro prima di rendersi conto che qualcosa lì sotto si sta movendo. In tutte le altre eventualità, si arriva ad un punto di non ritorno, per il quale si è alla completa mercé dell'avversario in minigonna. Il tradimento diventa assolutamente inevitabile.

Sono fermo già da un po', poggiato con i gomiti al muretto del lungomare, ero tanto concentrato a ricordare le parole del mio vecchio amico, allora diciottenne pluribocciato, di liceo, che inconsciamente ho inciso la curva sul piano in tufo del muretto,. Forse è il caso che la cancelli.

Il terzo punto del corollario è quello che ho sempre amato, perché si capisce il motivo della fortissima tendenza alla fuga notturna con scuse tipo "devo svegliarmi presto domattina, ho lasciato il gas aperto, sono allergico ai materassi ad acqua, devo dar da mangiare al mio pesce rosso, devo innaffiare Palmiro, il mio cactus". E' solo la corteccia cerebrale che torna dalla breve vacanza e chiede che stai facendo con quei capelli biondi nel naso, che le offrirai a colazione, di che parlerete, sarà una cosa seria? come si chiama? come sarà senza trucco e senza inganno...quasi quasi scendo a prendere due cornetti per la colazione, poco male se sono le tre del mattino....aspetterò fuori, prenderò una boccata d'aria, vedrò l'alba...magari passo un momento a casa, a prendere i soldi. Lascio un biglietto? Boh, capirà.

Questo non vuole assolutamente giustificare (lungi da me) il comportamento fedifrago, poiché una possibilità concreta di evitarlo esiste, e tutti gli uomini la conoscono. Anzi ce ne sono diverse.

Il primo ed il più ovvio è uscire solo con ragazze racchie o cozze o scorfani. Il rischio scende del 60%. Se al soggetto non piace la zuppa di pesce, scende di un ulteriore 30%. Un po' come i doppi sconti di Poltrone e Sofà.

L'uomo dopo la terza volta, sa riconoscere il suo punto di non ritorno, e sa perfettamente fin dove è possibile esplorare la foresta prima di perdersi. Se persevera, e succede, è assolutamente colpevole. Un po' come il fumatore che fuma sapendo i rischi che corre, non può dire che non lo sapeva, è anche scritto sul pacchetto. E che pacchetti ci sono in giro!

Ovviamente la stragrande maggioranza di maschi a piede libero si trova in questa seconda condizione, per cui sono colpevoli, o per lo meno ben coscienti di ciò che fanno, quindi devono accettare le conseguenze che ne verranno.

La discussione tra i due non è ancora finita, ma ha preso una piega favorevole, lei lascia sfogare la rabbia, lo insulta, lo schiaffeggia, un frammento nero di unghia si spezza, il volume della voce si alza, il tono si fa stridulo, ma il muro è crollato. Mi chiedo, se avesse tradito lei, sarebbe stata la stessa cosa? Le reazioni sarebbero le stesse? E soprattutto, le motivazioni del tradimento femminile sono come quelle dell'uomo?

Per la donna il discorso è ben più complesso, sono ancor in alto mare, e non ricordo neanche una teoria umoristica come quella del Gambardellis. L'unica cosa certa è che la donna non ha una curva di ischemia cerebrale molto marcata, e dunque dovrebbe riuscire a mantenere il controllo più dell'uomo. I corpi cavernosi sono assenti, c'è un tessuto simile nella stessa zona, ma volumetricamente molto ridotto, per nostra fortuna, l'afflusso di sangue è diffuso anche ad altre sedi comprendendo anche l'utero. Nessuno potrà ancora dissuadermi dalla convinzione che la donna è molto più lucida dell'uomo, soprattutto nella fase dei preliminari e delle schermaglie amorose, fase in cui questo si è già trasformato in Homo penis (animale che vede con un solo occhio una sola cosa: la figura di fronte con cinque cerchi colorati intorno, bersaglio in movimento), ed è completamente dominato dal fascino femminile. La femmina invece, non è preda degli istinti animali, riesce a dominarli, si abbandona volontariamente al piacere, l'apparente cedimento al desiderio e alla voluttà fa impazzire noi uomini, l'improbabile crollo delle difese sotto la nostra insistenza è ciò che ci rinvigorisce. L'uomo è, e vuole restare il cacciatore. La donna la preda.

La donna tradisce come l'uomo, ma è senza dubbio più cosciente, più subdola, e più decisa. Tanto che spesso il malcapitato scappa per la paura, ma soltanto dopo essere caduto nella ragnatela di una notte di piacere, che al mattino si dissolve.

Purtroppo per i tradizionalisti, le cose stanno cambiando molto velocemente, anzi sono già cambiate da tempo, e non ce ne siamo accorti (meglio dire non abbiamo voluto accorgercene). Se prima le donne davano l'illusione di essere conquistate, di essere oggetto di un tradimento, oggi sono molto più sfacciate, non hanno remore a sbattere in faccia al primo che capita la loro indipendenza, decidono come, dove, con chi e quando. E dopo glielo fanno anche notare. 

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