Capitolo 10: la donna del duemila


Eccola, proprio all'angolo con la strada che passa davanti al palazzo reale, ai tavolini di un caffè alla moda, anche di domenica non abbandona la divisa di combattimento, donandole soltanto pochi accessori per renderla meno tagliente: tailleur blu e minigonna, il ferretto del reggiseno in pizzo blu evidenziato da una impalpabile maglia color panna, tacco rigorosamente a spillo, sguardo filtrato da specchi di marca, una mano decisa tra i capelli per domare i pensieri. Sigaretta tra le labbra, accavalla le gambe e sorseggia un vermiglio aperitivo.

La determinazione, la sfacciataggine, e la mancanza di finti moralismi delle donne come lei hanno creato scompiglio nei quattro circuiti cerebrali del maschio adulto contemporaneo. L'uomo è un animale conservatore, da quando era homo abilis, passando per l'erectus, fino all'homo sapiens sapiens il maschio è stato viziato per quarantamila anni: era il cacciatore forte e procacciatore del cibo, con la clava o con la penna, mentre la donna, obbediente era dedita ai figli, alla cucina ed alla casa. In ogni caso, è sempre stata il centro e fulcro della famiglia, come collante e come simbolo di sicurezza. Il cambiamento di questa figura, iniziato lentamente, ma non senza dolore e proteste,  negli ultimi cinquant'anni,  è ormai in stato avanzato nelle grandi città come Napoli, Milano o Roma.  Restano un po' indietro alcune realtà di provincia e periferiche, ma stanno rapidamente svanendo anche quelle. 

Questo cambiamento intimidisce molti uomini, i quali "poverini" si trovano a passare dalla casa della mamma, dove lo sforzo maggiore consisteva nell'alzare il cucchiaio colmo di minestra per portarlo alla bocca, a dover cucinare, lavare e stirare per una donna in carriera che torna tardi dal lavoro, e s'incazza se non trova il piatto pronto in tavola ed i bambini sono stati accompagnati alla festa. IN alcuni casi, i ruoli si sono un talmente invertiti che, qualcuna addirittura preferisce al film d'amore la semifinale di champions league, birra in mano, e rutto libero...

Ovviamente non sono tutte così, anzi, ma il numero di donne in carriera continua ad aumentare, a fronte di uomini, che invece si accontentano di fare i casalinghi.

A parte l'ironia, i problemi di relazione con le donne manager di oggi nascono molto prima del matrimonio, già dai primi contatti, dalle prime battute di un incontro, durante un primo appuntamento. La differenza con quella che definirei la ragazza 1.0 salta all'occhio: è sparita quella caratteristica peculiare, misteriosa, irresistibile, intrisa di vezzi, sguardi e profumi che rende una donna, anche la meno avvenente, desiderabile. La civetteria, la capacità di provocare nella mente maschile l'illusione di un possibile rapporto di tipo sessuale senza alcuna prova effettiva che tale evento possa effettivamente verificarsi. Soltanto una probabilità. Ebbene, questo mistero che spesso avvolge un incontro con una donna, la spontanea interpretazione del gioco delle parti, il femminile dissimulare del desiderio ed il corteggiamento maschile tendono a ridursi al minimo od addirittura a sparire. Il gentil sesso manager ha poco tempo da perdere, rapidamente scopre le sue carte ed esige risposte con altrettanta decisione e precisione.

Questo potrebbe essere uno dei motivi per cui tante ragazze, anche quelle un po' più adulte, con caratteri forti, e con la tendenza a mostrare con semplicità e chiarezza la propria posizione, hanno serie difficoltà nel trovare un partner. Attenzione, non un partner all'altezza, uno qualsiasi, perché semplicemente scappano. O si allontanano silenziosamente e con la coda fra le gambe quando scoprono che quel fiorellino dal profumo delicato e dolce è in realtà una pianta carnivora affamata.

Di una di queste ho ancora la voce nelle orecchie, l'ho incontrata, in ospedale, vecchia compagna di scuola nella classe di francese, ora collega, nel mezzo della routine delle emergenze. Senza preavviso, dopo una breve conversazione, esordisce con una domanda: "Tu che sei un uomo, mi spieghi perché li faccio scappare?". Da questa domanda è iniziata una lunga conversazione, interrotta qua e la da qualche allarme per ipotensione o fibrillazione ventricolare, durata circa otto ore.

Una ragazza dal colorito pallido, pelle candida e liscia, occhi azzurri e gelidi, capelli ramati, non bella ma senza dubbio interessante ed affascinante. La sua domanda, ovviamente retorica era più un modo per sondare la mia disponibilità nella conversazione, che una vera richiesta di risposta. Ha abbandonato l'armatura solita, porgendomi i suoi dubbi, raccontandomi di passate esperienze con uomini costantemente non all'altezza della sua personalità. Siamo scesi in apnea nel profondo della sua persona, analizzando ogni piccolo comportamento, ogni gesto e frase, causa possibile di reazioni anomale e di fuga dei suoi partner.

«Ho avuto una storia», comincia, «Più o meno, storia, nel senso che ci siamo incontrati ogni tanto, quando capitava, poi potevano passare anche quindici, venti giorni e non ci sentivamo. All'improvviso lui mi richiamava e si usciva. Ci incontravamo, magari a cena, poi per il dopo cena. Alla fine a casa sua o a casa mia. Preferivo la sua, era in una zona meno frequentata. All'inizio non mi sono posta tanti problemi,  sul perché non lo sentissi per tanti giorni, e poi ci si incontrava. In effetti non pretendevo niente, la cosa mi andava bene,  mi piaceva: uscire, stare insieme e  poi ognuno per la sua strada. Era iniziata così,  in principio.

E' vero, era bello, interessante anche brillante quando voleva. Ma tra un incontro ed un altro non si avevano notizie, sparito, dileguato, poteva anche essere morto. Poi si risvegliava e richiamava!». Così dopo un po' ho cominciato a sentire una strana sensazione di precarietà, lo scorrere inutile del tempo, in un rapporto con un uomo che non si decideva né a nascere né a finire. Per questo motivo un bel giorno, dopo la solita cena, davanti ad un margarita con il migliore di miei sorrisi gli chiedo: "Allora cosa pensi di fare, sono stanca di vederti una volta ogni due settimane, vuoi cominciare un rapporto di coppia normale? Io non vorrei perdere altro tempo in questa maniera".

Quello impallidisce, balbetta poche frasi comprensibili come la lingua elfica antica o l'aramaico: "Non lo so, non so se sono ancora pronto, tu mi piaci, ma poi, poi se non funziona... e poi gli impegni, il lavoro". Sentivo lo stridere delle unghie sullo specchio. Lui frequentava altre donne, senza impegno, con la superficialità tipica degli uomini, senza porsi dubbi, forse anche perché nessuna gliene ha mai fatti sorgere!»

Emblematica è la reazione all'attacco diretto, una ritirata in piena regola, il maschio che si trova di fronte ad una scelta vera: impegnarsi o meno in un rapporto amoroso. Niente corteggiamento, niente galanteria, niente sex appeal, niente di tutto ciò in cui l'uomo è maestro, soltanto una scelta chiara e definita, out out, o dentro o fuori. 

Il maschio sceglie quasi sempre il fuori. 

La povera collega voleva una spiegazione più approfondita sulla causa di tale reazione, non era una cosa facile. Non lo era perché bisognava analizzare le due dialettiche, maschile e femminile, e confrontarle. Quella femminile tende al moto perpetuo, c'è sempre una parte di cervello femminile che sta vagliando ipotesi, risolvendo problemi;  e se non ne trova, c'è una specifica area cerebrale atta alla creazione ex novo degli stessi. Tutto allo scopo di trovare una risposta anche alla più piccola domanda. L'enorme ganglio maschile, invece funziona in maniera completamente diversa, tende alla sintesi più che all'analisi; affronta un argomento alla volta,  giunge alle sue conclusioni,  e poi lo archivia senza rivisitarlo. Pena la propria stabilità mentale. Se la cosa non gli conviene, evita la discussione. Pensate soltanto alla catena di ragionamenti che scaturirebbero dopo una domanda semplice come «Voglio ancora vivere con questa donna?», si avrebbero effetti devastanti sui poveri neuroni in overdrive. Succede spesso che un uomo, quindi, trascini alcune situazioni e relazioni, senza volontà di giungere ad una definizione precisa soltanto perché conservando lo status quo, la sua stabilità è garantita.

Per una donna questa maniera di ragionare (in questo caso è un termine un po' impegnativo) è tanto incomprensibile quanto interessante, perciò cade spesso nell'ingenuità di voler approfondire l'analisi cercando di trovare delle motivazioni razionali, ai comportamenti del maschio che ha di fronte. Mai errore è da considerarsi più grave, è come cercare un calzino in un buco nero con una torcia elettrica, come cercare un razionale in una tavola di numeri casuali. Non si trova una risposta, anzi aumentano le domande. Molto frustranti.

Nella stessa notte la bell'anestesista mi ha dato la prova definitiva che non aveva mai capito come trattare gli uomini. Un episodio emblematico di come una donna non dovrebbe mai relazionarsi con il sesso opposto.

«Una bella serata, una cena elegante, un dopo cena piacevole. Lui mi riaccompagna a casa, dieci minuti in auto a chiacchierare, ci avviciniamo alla porta e lì aspetta il momento adatto e mi bacia. Aspetto una trentina di secondi di lieve piacere,ma poi non riesco a non dirgli: "La prossima volta però se mi vuoi baciare fallo sotto casa tua perché qui non mi piace". Ci sarà rimasto male, vero? Dici di si?Proprio non capisco come mai ogni volta che esprimo con chiarezza la mia posizione su un argomento, il risultato che sortisco è sempre opposto all'intenzione!». 

E' il problema di alcune donne troppo decise e dirette: i bipedi dell'altro sesso hanno dei circuiti mentali preordinati da quarantamila anni, ed hanno grosse difficoltà a cambiarli, soprattutto in età adulta; l'incontro con una donna deve essere condotto dal maschio, almeno in via formale, deve scorrere poi con una velata tendenza all'approccio sessuale, restando nell'incerto fino all'evento terminale, rigorosamente di appannaggio maschile, che mette fine al corteggiamento. La donna in questo rituale ha una parte attiva ma non evidente, ha la stessa funzione del suggeritore in teatro: mette in bocca le parole all'attore. Può indicare la via, stimolare il protagonista con gesti ed espressioni del viso, incoraggiandolo, ma non può prendere iniziative e soprattutto non deve interrompere la trama scoprendo rapidamente le carte e le intenzioni. Pena la fine della magia. Saremo stupidi? Penso proprio di si!

Eh sì, siamo stupidi perché d'altro canto tutti i possessori di un cromosoma y hanno sperato almeno una volta nella vita di avere una donna da non interpretare, diversa dalle altre, con un ragionamento lineare, semplice, logico. Che non creda di avere un partner supereroe, con il superpotere "Leggimi il pensiero", e che ne resti sempre delusa.

«Tu non mi capisci mai, come fai? Non sai mai cosa voglio!»

«Ma perché lo devo indovinare? Dimmelo tu e facciamo prima!», quanti scambi come questi saranno capitati in una coppia? Decine, centinaia! 

Eppure quando la hanno di fronte vanno in crisi.

Ebbene, lei aveva deciso di essere semplice, diretta, la sua persona era priva di fronzoli, fiocchi o merletti, dentro e fuori; la civetteria non faceva certo parte delle sue doti. Purtroppo il suo comportamento lasciava un po' troppo poco all'immaginazione, un importante nutrimento dell'affamata mente maschile, ciò che spinge qualsiasi uomo ad approfondire una relazione in fase iniziale ed a stimolare il desiderio. Il dubbio amletico: "Ci sta o no?", "E' così soltanto con me o lo fa con tutti per amicizia?", è l'unica chiave che riesce a togliere il bloccasterzo alle meningi dell'uomo medio, ed a stimolarlo ad un primo rudimento di pensiero. Ovviamente lo sfondo è esclusivamente di tipo sessuale, ma è già tanto, non si può chiedere troppo. Non c'è niente di più irresistibile dell'incertezza di un evento, spesso tutto il piacere è in quell'attesa e nel come ognuno di noi nella propria mente disegna l'incontro. Alle volte ciò che si è atteso con tanto desiderio e impazienza, è effimero e si allontana un po' troppo dalla perfezione immaginata, ma non è un problema, il bello è già stato vissuto più volte in sogno.

Ben diversa è la situazione con una donna che chiaramente afferma di esser disponibile per un rapporto serio e che chiede una risposta. Si brucia istantaneamente tutta la fase iniziale, appena accennata, del rapporto, ponendo l'uomo direttamente davanti all'insormontabile questione "Sono pronto per un rapporto serio?". La risposta è quasi sempre la stessa. Purtroppo. E sfuma una possibile buona occasione. 

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top