Attività extrascolastiche

Maoko's Pov

Aprii gli occhi: vedevo il telo che ricopriva il mio letto, perfettamente sorretto dai quattro pali in legno che si trovavano all'estremità di questo soffice mobile.

La testa mi pesava costringendomi a portare una mano sulla fronte: cosa fosse successo la sera prima, non ne avevo ricordo; ma nonostante ciò mi misi seduta osservando i miei capi ormai cambiati da quelli scolastici ad una vestaglia adatta alla notte.

Strano che non mi ricordassi nemmeno se mi fossi cambiata, ma, rifflettendoci sopra per qualche istante, mi accorsi che l'unico ricordo, che avevo era semplicemente un Shu che mi mordeva, mentre mi appoggiavo al muro.

Non volli pensarci ancora troppo, anche se comunque il mio volto arrossì, dimostrando che stessi pensando comunque a come mi avesse potuta cambiare quel ragazzo.

Che imbarazzo.
Ma tutto venne interrotto da una voce familiare, soprattutto per quel tono sensuale che si poteva riconoscere da chilometri, nonostante lo avessi sentito solo la giornata scorsa.
- Buongiorno ragazzina - udii.

Quei occhi verdi mi stavano osservando, quasi mi scrutassero nell'anima cercando di scoprire cosa stessi nascondendo.
La prima cosa, però, che mi venne da dire dopo una breve pausa di silenzio alquanto imbarazzante fu il suo nome.
- Raito - dissi con un certo imbarazzo portando le mani sulle coperte che mi coprivano, alzandole poi fino a coprirmi le spalle - Che fai qui?-

Il ragazzo col capello e dai vestiti scolastici curati, portò le mani sui fianchi e mi guardò con un sorrisetto per niente dolce, ma semplicemente perverso.
- Niente di che ...- disse portando una mano sul cappello in maniera teatrale e guardando successivamente altrove - Ti stavo venendo a chiamare per andare a scuola, anche se...- disse intento ad avvicinarsi.

L'ultima frase che disse di certo non mi rassicurava, infatti la mia schiena andò a colpire lo schienale del letto sperando che il rosso non si avvicinasse.

Ma l'unica cosa che fece fu avvicinarsi alla porta ed uscire: quindi mi ero solamente immaginata quel "anche se"? Probabile, diciamo che potrebbe essere stata solo colpa della mia immaginazione.

Dopo qualche decina di minuti ero pronta per scuola, nonostante avessi ancora una fetta di pane tra le labbra, riuscii a terminarla prima di uscire da quell'abitazione.

Appena fuori dalla porta di "casa", notai subito la solita limousine che, sinceramente avrei preferito evitare, ma era come impossibile perchè al di fuori di questa, c'era la figura alta e snella di Ayato.
Portava le braccia al petto, mentre il suo peso era delicatamente posato sull'auto; il suo sguardo mi osservava con una certa fermezza, ma anche con una certa crudeltà come se volesse, anche lui, spogliarmi di qualsiasi segreto.

Un -Ciao Ayato..- molto amaro, uscì dalle mie labbra mentre mi avvicinavo alla porta dell'auto.
Ma ovviamente la mano, anzi il braccio di lui si mise di mezzo, bloccandomi così il passaggio e dovendo sorbire ciò che il ragazzo aveva da ribattere.

- La prossima volta ti lasciamo a piedi tavoletta - mi disse rimanendo dov'era. La mia bocca non si degnò nemmeno di dargli una risposta, ma a rispondere fu lui.
- Quindi è così che mi tratti, ah?- chiese in maniera retorica e nettamente superiore avvicinandosi al mio viso -Cerca di avere un po' di riguardo per il tuo padrone senzatette - concluse alla fine.

Le mie guance, nonostante tutto, mi tradirono facendo notare come mi stesse infastidendo il fatto che fosse così vicino al mio viso, ma durò poco, visto che mi spostai da davanti al suo corpo semplicemente entrando in macchina.

Sarebbe stata una giornata lunga, me lo sentivo già.
Nonostante ciò salii in macchina, lasciando che il silenzio all'interno del veicolo mi rapisse e mi accompagnasse fino all'ambita scuola.

Appena fui libera di dirigermi verso la mia classe ebbi come una sensazione di pace, ma subito venne rovinata da un sentimento che mi mise i brividi: Subaru mi osservava. Ma superai la cosa e entrai nell'aula.

La lezione iniziò e tra i vari discorsi venuti fuori tra l'ora di scuola e quella addetta alle comunicazioni, tra cui una comunicazione che mi aveva particolarmente colpito: parlava di attività extrascolastiche che sarebbero state stabilite attraverso un questionario.

Sinceramente era poco sensato, ma non mi sarei apposta, anzi avrei permesso con tranquillità che i ragazzi di terza facessero tale questionario.

Strano però che le ragazze della mia sezione avessero incominciato a bisbigliare un nome di un ragazzo probabilmente del terzo anno: era particolare come denominazione, ovvero "Kou Mukami", ma lasciai passare quel pensiero soffermandomi sulla ventina di domande che mi erano state poste davanti agli occhi, indentificando subito il famoso questionario.

Dopo quell'ora apparentemente tranquilla, ci fu l'ora che probabilmente mi interessava di più di tutte: educazione fisica.

Non che volessi dimostrare la mia bravura negli sport, ma semplicemente preferivo dare sfogo alle mie energie che nella mia nuova casa, non potevo esercitare.

Il solo fatto di essere uscita dallo spogliatoio in pantaloncini corti e canottiera, aveva attirato l'attenzione dei ragazzi, che probabilmente invece di osservare le mie compagne, apparentemente infreddolite, avevano preferito impuntarsi su di me.
Sinceramente: che odio.

Comunque, quella lezione era basata sul basket e, senza che ci desse tante indicazioni, il professore ci lasciò lavorare ai palleggi e a qualche canestro.

Per un mio piccolo errore la palla andò a colpire la testa di una delle mie compagne, o probabilmente una ragazza dell'altra sezione che condivideva la lezione con noi.

Subito mi precipitai da lei dandole una mano a rialzarsi, visto che si era seduta a terra a causa della botta, per niente delicata.
- Perdonami - furono le mie prime parole rivolte alla ragazza dai capelli a caschetto castani.

La ragazza alzò lo sguardo verso di me e rivolgendomi un dolce e caro sorriso, prese la mia mano -Non ti preoccupare - si limitò a dire, lasciando che la tirassi in piedi e afferrandola subito vedendo che aveva ancora qualche giramento di testa.

Alzai la mano appena la vidi in quello stato, rivolgendomi al professore, dopo aver portato il suo braccio a cingermi il collo per tenerla in piedi.

Con un cenno l'uomo mi diede il permesso di portarla in spogliatoio, così da poterci cambiare per poi dirigerci in infermeria, o almeno se non si fosse sentita meglio.
La posai su una panchina presente nella stanza e guardandola con una certa preoccupazione, le chiese nuovamente - Ti senti bene?-

- Sto bene, non ti devi preoccupare - mi confermò portando una mano sul capo, mentre i suoi occhi erano rivolti altrove, precisamente sul mio collo.
Infatti, dopo poco potei udire una domanda che sinceramente non mi sarei aspettata - Posso sapere, comunque, se sei stata morsa da un vampiro?-

Portai di conseguenza la mano a coprire il morso ancora visibile sul mio collo.
-Preferirei evitare, ti prego - la pregai.

Subito mi rassicurò dicendomi che era fidanzata con un vampiro.
Era stato apparentemente ambiguo sentire che una ragazza come lei avesse un vampiro come fidanzato, ma si limitò a ridere alla mia reazione, alzandosi in piedi e cominciando a cambiarsi -Meglio muoversi - disse - Tra poco suona e non vorrei far tardi - ammise, ma dopo poco aggiunse- Ah, perdonami, io sono Mirai. -

Mollando la presa sul mio collo, mi lasciai andare anch'io al cambio di abbigliamento rispondendo con un - Io sono Maoko-

E alla fine, erano passate  anche le ultime tre ore di scuola e, appena uscii dalla mia aula, potei notare come le persone si avviassero in gran velocità verso la bacheca per vedere i vari risultati.
Potei notare anche una chioma familiare, ovvero quella della ragazza di nome Mirai.

Era intenta a divincolarsi in mezzo a quelle persone anche se la sua statura non l'avrebbe di certo aiutata, visto che era abbastanza bassa, ma dopo poco la vidi scomparire tra quelle persone e subito dopo comparire, felice come un Pasqua.

-Ce l'ho fatta!- diceva tutta entusiasta dirigendosi verso il suo presunto fidanzato.

Ero felice nel vederla correre in quella maniera, avvicinandosi a quel giovane dai capelli blu, quasi di un azzurro scuro.
Ma, comunque, dopo aver atteso quei pochi minuti per potermi avvicinare alla bacheca, riuscì a scorgere quella grande lista di nomi che completava quasi tutta la bacheca.

Senza perdere tempo andai alla ricerca del mio nome che, dopo una buona decina di minuti, riuscii a notare.

Ero finita nel gruppo di teatro e sinceramente, era quello a cui puntavo, però la cosa che mi fece rimanere con l'amaro e un probabile dubbio in bocca, fu il nome dello studente di terza che ci avrebbe coordinato: Kou Mukami.

Prima di dirigermi verso l'auto, decisi di andare a salutare Mirai, un po' per educazione ma più che altro per sapere dove fosse finita lei, come "club scolastico".

-Hey Mirai - dissi avvicinandomi a lei.
- Ciao Maoko - mi sorrise lei appena mi vide - Hai visto per caso dove sei finita nelle attività extrascolastiche?-
- Ho appena guardato e diciamo che non mi aspettavo di certo di finire nel club di questo Kou Mukami - dissi con una nota di divertimento.

- Beh dai, non è una pessima persona- mi disse probabilmente per consolarmi, aggiungendo subito dopo - Io sono finita nel club di letteratura e sinceramente ne sono molto felice.-

- Meglio così- mi limitai a dire vedendo che la ragazza dopo poco venne richiamata dal ragazzo dai capelli blu, ovvero dal suo fidanzato.
-Perdonami Maoko, ma ora devo andare. Ci vediamo domani - disse correndo via.

Ero veramente intenta a chiederle come facesse a conoscere quel ragazzo, ma non ebbi l'opportunità e dopo averla salutato con la mano, mi incamminai verso la macchina che successivamente mi avrebbe portato nell'abitazione in cui avrei cenato.

Però, anche da fuori la scuola, potei udire un uomo, probabilmente un professore che dichiarò che le attività sarebbero iniziate domani.

"Ottimo" pensai "Domani sarà un'altra giornata infernale".

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