3. Niente è mai lasciato al caso.

" Vampiri.

Era come una registrazione che, imperterrito, si ripeteva nella mia testa. Una fastidiosa parola o meglio, frase, che mi faceva realizzare d'un botto la realtà a cui stavo andando incontro.

Che altro potevo aspettarmi? Davvero per un momento ho creduto, pensato, osato, sarebbe meglio dire, di aver l'occasione di vivere una vita normale?

Mi viene da ridere come qualcosa di così ingenuo mi sia potuto passare per la testa! Dovrei capirlo, io e la normalità non siamo fatte per andare d'accordo. Eppure no, in continuazione sogno cose che già so siano improbabili. Improbabili per me, che sono nata con l'anormalità nelle vene.

Dovrei proprio rinunciarci, rinunciare a inseguire un desiderio irraggiungibile."

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E fu con quelle parole, meditate per tutta la serata, che si destò di scatto dal suo sonno.

La testa era affondata nel morbido cuscino, e con la mano, quasi incredula, toccò il tessuto che lo copriva. Sapeva già di non essere nella sua piccola cella nel convento, ma forse, pensava, quello avrebbe potuto essere un sogno in un sogno ... O meglio, un incubo in un incubo.

Come c'era finita in quella situazione?

Abitare con sei vampiri pronti a bucare la sua pelle in cerca disperata di sangue, quel liquido rosso che scorreva velocemente nelle sue vene?

Giusto! Fu proprio lei ad accettare. L'avevano raggirata, il suo consenso era stato ottenuto tramite inganno: quella maledetta lettera, nella quale, ovviamente, non avrebbero mai scritto un tale piccolo quanto importantissimo dettaglio.

"Che stronzi."

Si sentiva come Francesca, la quale, convinta di sposare Paolo, acconsentì al matrimonio che avrebbe così unito le famiglie dei Malatesta da Rimini e dei Da Polenta da Ravenna. Ma scoprì troppo tardi l'inganno, e che in realtà il suo futuro marito sarebbe stato in verità il fratello maggiore del giovane, Gianciotto.

Quella giornata, poi, era stata parecchio snervante e stressante.

Aveva fatto la conoscenza dei suoi 'amabili' coinquilini, che, messi in ordini dal più grande al più piccolo, si chiamavano:

Sakamaki Shū, figlio maggiore. Sakamaki Reiji, secondogenito. Sakamaki Laito, il terzo. Sakamaki Kanato, il quartogenito. Sakamaki Ayato, il quintogenito. E infine, Sakamaki Subaru, il più piccolo della famiglia.

E avevano inoltre, ovviamente sottolineato con molta evidenza che lei fosse lì come sposa sacrificale, come già le era stato riferito. Che non fosse altro che un sacco di sangue di cui loro potevano abbeverarsi quando e come volevano, che lei e la sua persona, in pratica, non servivano a nulla. Sorprese le loro reazioni quando il maggiore disse loro che, senza motivazione, lei non doveva essere uccisa, che quelli erano ordini di quella persona.

Ayato si era lamentato, borbottando, Kanato lo stesso: e dire che non gli sarebbe dispiaciuto una bambola in più!

Poi, l'avevano portata nella sua stanza, o meglio, Reiji l'aveva con quasi forza portata fin lì.

E lì era rimasta fino al momento in cui, assonnata, aveva deciso di stendersi.
Nessuno dei fratelli era, stranamente, venuto a disturbarla: forse proprio a causa di quello, lei non riusciva a chiudere occhio serenamente. Insomma, svegliarsi e trovarsi un vampiro, pronto a usare quelle zanne che possedeva al posto di normali canini umani, metteva non poca ansia nel suo cuore e anche tra i suoi pensieri.

E proprio in quel momento, quasi a farlo apposta, sentì un rumore.
Più specificatamente il suono le aveva fato capire che qualcuno si fosse sdraiato sul materasso.

Si girò di scatto, trovandosi niente altro che il maggiore dei sei, che, intento ad ascoltare la musica nelle cuffiette dell'Mp3 che aveva legato al collo, aveva gli occhi chiusi.

Le lunghe ciglia quasi non toccavano la sua pelle, i capelli biondi e ricci erano leggermente arruffati e scompigliati, contornavano perfettamente il bellissimo viso addormentato del ragazzo.

Sophia alzò un sopracciglio.

Cosa ci faceva lui, lì? Non era lì per quel motivo, vero?

« Scusa ... Shū. Potresti gentilmente andartene dal mio letto? »

La risposta che ricevette fu solamente silenzio. Aveva la sensazione di essere ignorata, il sesto senso le diceva proprio questo. Non stava dormendo, per nulla.

Per ripicca, anche perché non era per niente interessata a ciò che il vampiro facesse – a meno che non riguardasse il morderla, ovviamente – si sdraiò, dandogli le spalle.

« Stupida ... » fece l'assonnata voce dietro di lei « Noi durante il giorno dormiamo ... E durante la notte, viviamo. È un informazione base dei vampiri ... »

« Oh, grazie per avermi illuminata con questa informazione. » le rispose, sarcastica « Lo so, so la vita dei vampiri. Solo che, dato che sono comunque stanca, voglio stendermi un poco. C'è forse qualcosa di strano o sbagliato? Sai, domani sera non vorrei due borse sotto gli occhi. E poi, adattarmi alla vostra vita è difficile, per una che ha sempre vissuto come una 'persona normale'. »

Di nuovo, non ricevette nessuna risposta. Sbuffò e chiuse gli occhi.

Nel momento in cui lei sembrò essersi addormentata, aprì uno dei suoi occhi blu, quello più vicino alla ragazza e con il quale poteva osservarla.

Indossava una camicia da notte bianca in seta, contornata da fascia rossa in morbida stoffa poco più sotto del seno. I suoi lunghi capelli rossi, legati ancora dalla treccia, cadevano morbidi sulla schiena, con qualche piccola ciocca ribelle che sfuggiva dall'acconciatura.

Non poteva vedere molto, dato che gli dava le spalle, ma poteva osservare un poco la sua pelle. Sembrava morbida, soffice, i canini avrebbe penetrato la carne quasi con dolcezza.

Forse, per una volta, loro padre ci aveva visto giusto?
Per una volta, aveva adocchiato una preda interessante?

> SOPHIA <

Ero seduta in un infinito spazio bianco.
Mi guardai confusa intorno. Non era uno di quei sogni che ero solita fare, tutt'altro.
Ero abituata ai miei soliti incubi, quelli che mi facevano svegliare con la fronte sudata e con le calde lacrime salate, che graffiavano con quasi aggressività la mia carne, arrossando le mie guance lentigginose.

Mi alzai. Non avendo nulla da fare, decisi di camminare un po', non amavo stare ferma troppo a lungo.
Fu in quel momento che mi sembrò di scorgere qualcuno, o meglio ... Qualcosa, in lontananza.

Sembrava un lupo.
Già sembrava, dato che questo, era più grosso dei lupi tradizionali e aveva un meraviglioso manto grigio, oltre che due occhi verdi che mi fissavano.

Erano bellissimi. Era un bellissimo verde pavone, e risplendevano nell'enorme spazio bianco come un bagliore proveniente dallo stesso sole. Il suo pelo sembrava così soffice, mi veniva voglia di accarezzarlo e di affondarci le dita con dolcezza.

Mi avvicinai, senza esitazione. Dopotutto era solo uno stupido e innocente sogno, nulla di reale e che veramente mi riguardasse.

Poi, però, iniziai a notare qualcosa, un particolare, in lontananza impercettibile, ma che man mano che mi avvicinavo si faceva nitido, legato al suo collo: era un collare. Un enorme collare nero come la pece, a cui era attaccata ad esso una lunga catena in ferro che passava sotto le sue possenti zampe.

Appena fui abbastanza vicina per osservarla in ogni suo piccolo dettaglio , questo lupo si trasformò in un essere umano. Un ragazza, per la precisione: aveva la pelle candida, liscia e delicata, due occhi dello stesso colore argenteo della luna e capelli neri come la pece, raccolti in una coda alta e con qualche ciuffo arricciato.

Non sapevo che dire. Ero meravigliata, sorpresa.

All'improvviso, la ragazza scomparve, tutto attorno a me si fece improvvisamente buio e io iniziai a cadere. Cadere in un vuoto profondo, profondo, che non finiva mai.

Che cos'era successo?

Chi era quella ragazza?

Me l'ero forse immaginata? Era forse una persona che avevo visto in passato, di cui adesso non ricordavo l'esistenza?

Ma di una cosa ero certa.

Niente, niente è mai lasciato al caso.

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Angolo Autrice

3, 2, 1 ...
*pomodori a tutto andare*
Questa parte fa schifo <3
ma tutti i capitoli fanno schifo? Lol-
Allora.
In questo capitolo appare il personaggio di OverlovedGirl C: 
Abbiamo deciso di provare a unire le nostre storie, poiché poi ci servirà in futuro.
Però, attenzione: la sua visione della storia sarà molto diversa dalla mia. Certamente, i suoi personaggi avranno un influenza importante nella mia storia, ma ovviamente, i suoi e i miei sono due punti di vista diversi!
Vi consiglio di andare a leggere la sua storia che è fantastica <3

E boh, addio, ci vediamo tra 45 mesi

> Lyveen <

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