2.-I fratelli venuti dal demonio.
" Che cosa ci faccio qui? Non mi piace questo posto. C'è poca illuminazione, e se c'è, è fioca.
È parecchio buio, e io ho paura dell'oscurità.
Il ragazzo dinanzi a me mi guarda come se fossi entrata in un territorio nel quale non avrei mai dovuto mettere piede.
È così? Probabile.
Allora perché non me ne vado? Ho una brutta sensazione su questo posto, qualcosa mi dice di andarmene, ma c'è qualcos'altro che mi dice di restare ...
Inoltre, anche se me ne andassi, dove potrei rifugiarmi? Non ho più un posto che posso considerare come casa, se uscissi da qui molto probabilmente vivrei in mezzo alla strada. Non ho nemmeno abbastanza soldi.
Pensavo di aver ricevuto abbastanza punizioni nella mia vita per quello che ho fatto. Ma evidentemente, non è così.
La mia punizione è vivere la vita stessa."
« Ohi, sei sorda per caso?! Ti ho fatto una domanda! »
Sophia sospirò e guardò dritto negli occhi l'albino, che si era nel frattempo avvicinato e stava a pochi metri da lei.
« Il mio nome è Sophia Helga Hågen. Mi è stato ordinato di venire a vivere qui: prima vivevo in un convento dall'altra parte della città. Da brava persona 'ubbidiente' quale sono, ho seguito gli ordini indicati dalla lettera che mi è stata consegnata, dato che non potevo oppormi , e sono giunta fino a questa villa. Questa è la lettera. »
Tirò fuori il foglio piegato in quattro parti dalla borsetta che aveva dietro con sé. Gliela porse, ma a prenderla non fu lui. Una mano inguantata apparve dal nulla, prendendo il pezzo di carta tra le mani e poi leggerlo.
La mano apparteneva a un ragazzo molto alto, dalla corporatura magra e esile. I suoi capelli erano corvini, ma avevano delle sfumature quasi violacee sulle punte, che li schiarivano. I suoi occhi erano color cremisi ed erano contornati da dei sottili occhiali di metallo, che venivano messi in risalto dalla sua pelle cadaverica.
Lesse parola per parola lo scritto.
« Interessante. Per cui tu dovresti essere quella nuova. »
Disse sospirando, mentre piegava nuovamente la lettera.
« Ma ciò che più m'indegna è che quella persona, come al solito, non ci ha avvisati del suo arrivo. »
Sophia lo guardò confusa.
"Quella persona? Si riferirà a Tōugo Sakamaki? E poi ... Quella nuova?"
Diede la lettera in mano alla proprietaria, mentre il fratello dai capelli chiari come la neve guardò con irritazione l'altro.
« Mi stai dicendo che dobbiamo ospitare l'ennesima sconosciuta?! Ancora?!! »
« Sì, Subaru. E sarei grato se tu non mi urlassi nelle orecchie, dato che ci sento benissimo. E soprattutto, di non farlo davanti alla nostra ospite. »
La diretta interessata inclinò leggermente la testa da un lato, non capendo la conversazione. In quel preciso momento, sentì qualcosa di ruvido e bagnato passare sopra la parte di pelle esposta: con uno scatto fulmineo avanzò, poiché la spiacevole sensazione avvenne alle sue spalle. Sentì un respiro gelido sull'epidermide e da questo seguì una leggera risatina.
« Nfu~ Che bella ragazza abbiamo qui~ Dimmi Reiji, è un'altra? »
Il ragazzo aveva la pelle pallida e furbi e vispi occhi verde smeraldo che guardavano la rossa con non poca lussuria, per le sue belle curve e il seno prosperoso. I suoi capelli arrivavano fino alle spalle ed erano castani, quasi color mattone; anch'essi avevano una gradazione più chiara verso le punte.
la maggior parte di questi erano però coperti da una cappello scuro, che aveva una fascia magenta che la circondava alla base, con annesso fiocchetto.
Sophia portò la mano sul punto in cui lui aveva appena passato la lingua, pulendosi e guardandolo con un espressione disgustata e leggermente arrossita.
« Scusa, come ti sei permesso di apparire alle spalle di una persona così, e leccarle il collo con così tanta nonchalance? Chi ti credi di essere?! »
« Uhm~ Ottima domanda, la tua! Peccato che non saprei risponderti a modo, oppure non è ancora il momento~»
" Che razza di risposta sarebbe questa? "
Nello stesso istante sentì un dito toccarle il seno e sprofondare leggermente in esso.
La ragazza sgrano gli occhi e levò subito la mano con una sberla.
Un "Ahi!" echeggiò e, quando lei alzò lo sguardo incontrò due occhi verdi simili a quelli del ragazzo precedente. La sua pelle era pallida e i suoi capelli erano corti, arruffati e di colore rosso come i suoi, forse più chiari, e avevano la stessa caratteristica degli altri fratelli.
« Ehi!! Come mai osato tirare uno schiaffo alla mano di ore-sama?! »
« Ho osato e oserei ancora! Ti hanno mai insegnato l'educazione? Hai messo le mani sul seno di una ragazza! »
« Stavo solo testando la loro morbidezza! Stupida mela! »
« M-Mela? Non ti conosco nemmeno e ti permetti di affibbiarmi nomignoli? »
Il rosso la squadrò, letteralmente. Il suo sguardo era assottigliato verso di lei, l'aveva fatto innervosire. Ma presto si formò una smorfia sul suo volto, era abbastanza inquietante con quel sorriso.
« Vedrai che, dopo pochi giorni passati qui, striscerai e bacerai in ogni punto dove metteremo i piedi. »
« Per una volta concordo con quella testa calda di Ayato. Le PREDE come te dovrebbero solamente subire il loro destino in modo lento e doloroso!! »
Una nuova voce si aggiunse. Si voltò verso la direzione dalla quale la voce provenne e vide un ragazzo dall'apparenza infantile appoggiato a una delle colonne dell'entrata. la carnagione era bianca come il latte, gli occhi violacei da cui si notavano, forse per la pelle chiara, due grosse occhiaie. I suoi capelli erano del medesimo colore delle iridi e tra le mani stringeva possessivamente un pupazzo di pezza. Questo aveva una benda su un occhio di vetro e un piccolo gilet color salmone.
« AH?! Testa calda?! Io?! Mi trattengo solo perché hai detto una cosa intelligente, Kanato. Una in tutta la tua vita! »
Ridacchiò mentre il diretto interessato lo guardò con uno sguardo imbufalito.
« AYATO! -- »
« Smettetela di fare un tale casino ... Siete peggio delle mosche. »
« Tch ... Shū! Sei sempre l'ultimo a scattare! Non che da uno come te bisogna aspettarsi tanto ... »
esordì il rosso prendendo in giro il fratello.
Sophia si girò e vide un ragazzo che ad occhi chiusi e con aria totalmente menefreghista, stava appoggiato a un muro.
Possedeva capelli leggermente ricci e biondi, aveva le pelle candida come la neve e, purtroppo, non aveva ancora mostrato i suoi occhi, ma che la ragazza fantasticò essere azzurri.
Aveva alle orecchie delle cuffiette collegate a un MP3, che era agganciato al collo.
« Semplicemente faccio le cose con calma, a differenza di tutti voi ... »
Quando finalmente aprì e mostrò le sue iridi, Sophia rimase sorpresa nel vedere un blu oceano nel quale sembrava potesse buttarsi, perdersi e poter annegare quasi. Avevano un che di magnetico, e rimase colpita da quello sguardo perso di ogni voglia e passione.
Dall'altra parte, anche lui quando vide i suoi occhi rimase colpito. Erano di un bellissimo azzurro limpido, gli sembrò stesse volando negli azzurri cieli estivi per un secondo. Ma poi, vide quanto in essi ci fosse un che di freddo. Come se fossero malinconici, che stessero soffrendo e patendo una punizione infernale, peggio delle pene pagate dai dannati dell'oltretomba nella Divina Commedia di Dante.
Ma, forse per troppa pigrizia, o forse perché non era interessato, decise di passare sopra e di pensare all'argomento principale per il quale lei fosse qui.
« Quindi tu ... sei la sposa sacrificale di qui ci ha parlato il vecchio ... »
Disse, sbadigliando un pochino, l'ultimo arrivato.
« Non sono mai stata informata di essere una sposa, né tantomeno un sacrificio. Non ho intenzione di essere un giocattolino. »
Erano parole dette con totale freddezza e decisione. I fratelli si guardarono, poi, quello chiamato Subaru parlò. La sua voce era molto forte, e anche se avesse parlato a bassa voce, Sophia avrebbe sentito comunque.
« Come se tu potessi avere il minimo diritto di scegliere cosa e come fare! Tch, le ragazze supponenti come te sono quelle che detesto più! »
Neanche il suo tono aggressivo riuscì a spezzare la convinzione e determinazione della rossa, la quale gli diede le spalle.
« Lo dicevo io che qualcosa puzzava in questa faccenda. Mai una volta che mi capiti qualcosa di positivo! Pure sei psicopatici mi dovevo beccare. Sarebbe stato meglio rimanere sotto la pioggia. »
Appena fece un piccolo passo due braccia le avvolsero il collo e la strinsero, facendole appoggiare la sua schiena sul petto del ragazzo che l'aveva afferrata. Una risatina le fece riconoscere subito chi fosse la persona, e il respiro freddo le fece venire i brividi.
« Nfu! Ma come! Preferisci un gelido e ventoso temporale ad una calda e accogliente casa? E anche se volessi fuggire, non penso che nessuno qui ti lascerebbe uscire! »
« Calda e accogliente? La casa della famiglia Adams in confronto è il parco giochi. »
« Che simpatica~ »
Disse, poi con le mani scivolò sui suoi fianchi, mentre, a bassa voce, sussurrò nel suo orecchio con un malizioso tono di voce
« Mi domando che sapore abbia il tuo sangue ... Non vedo l'ora di berne a quantità spropositate, hai un odore così buono ...~ Il solo pensarlo mi eccita da morire~ »
Sophia sgranò gli occhi e spinse via Laito con una gomitata. Indietreggiò fino alla porta, sentendo il legno freddo entrare a contatto con le sue spalle scoperte. Gli occhi dei sei fratelli addosso, che la fissavano con freddezza, lussuria, possessione e molto altro.
« Non ti hanno informato nemmeno del più piccolo, ma più importante particolare? »
Reiji intervenne mentre, con ghigno inquietante sulle sue labbra, l'osservava con i suoi occhi cremisi: la stava letteralmente mangiando con gli occhi, e aveva tutta l'attenzione della rossa su di sè.
« Noi siamo una famiglia di vampiri. Sei fratelli, tutti vampiri purosangue. »
____
>Angolo Autrice<
*Qualcuno ha già i forconi e lanterne puntate su di lei*
POSSO SPIEGARE-
Esiste solo una parola per definire questo IMMENSO ritardo d'aggiornamento:
SCUOLA.
(Che sta pure andando di merda ultimamente perché sì, le gioie non arrivano neanche se preghi in 300 lingue dialetti compresi, in tutte le religioni. CHE VITA. )
Comunque! Parlando di cose molto più interessanti che quel postaccio, volevo chiedervi ovviamente scusa per il ritardo.
Il capitolo è più lungo del solito, ma per fortuna non troppo. M'aspettavo di peggio, ma sono riuscita a non stare troppo sulle descrizioni che, per quanto siano belle, possono risultare spesso noiose.
Per l'amor del cielo, mi piace descrivere, mi piace descrivere anche nei minimi particolari ma, io sono io e il lettore è il lettore, le scene descrittive possono occupare troppo spazio nella storia e quindi anche "staccare" dal vero e proprio filo del racconto ; w ;
Infine, spero dunque che vi piaccia il capitolo, spero di scrivere il prossimo al più presto!
Lasciate una piccola stellina e un commento pls, mi fa piacere vedere quello che pensate e, se volete anche solo parlare fate felice una povera ragazza sola e sconsolata che vaga nel suo mondo fatato/maledetto/infernale(?)/Paradisiaco(???) ok.
farmakon lei è sicuramente una di quelle persone che oltre al forcone mi tira i pomodori. Una bruttissima persona di cui dovete andare a vedere il libro, PERCHÈ SI FACCIO PUBBLICITÀ GRATIS NON RICHIESTA AHAHA, ma davvero, resterete stupidi dal suo modo di scrivere perché scrive bene, e se dice il contrario non continuo più la storia.
Tié <3
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