Amore cieco


Questo racconto l'ho scritto in chiave ironica. È una breve storia di una coppia che si incontrano e si piacciono. Nulla di ché, spero vi diverta un po', come ho fatto io nello scriverlo.
Buona lettura :-)

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Ve li presento :

Lei è Ermenengarda; lui è Gianluigi.
Lei, esuberante, sempre al centro dell' attenzione, e vuole sempre avere l'ultima parola.
Lui, uomo paziente, l'accontenta sempre, pur di non sentirla.
Hanno tre figli: Giangi, Gigi e Giumbo. "Le tre G." Li chiamava Ermenengarda, diceva sempre che se avesse avuto figli, voleva che iniziassero con quella lettera, in ricordo del loro ammore iniziato un Giovedì di Giugno da Giorgino il gelataio.

Com'erano giovani all'epoca.... Lei era vestita con una tutina gialla a strisce nere, molto larga, ed essendo un po' bassina la faceva sembrare l'ape Maya.
Quando parlava faceva male, le sue parole erano sempre molto pungenti.
Quando Gianluigi incontrò per la prima volta Ermenengarda da Giorgino... Ne fu folgorato, ma soprattutto ne fu abbagliato da tutto quel giallo, nonostante avesse gli occhiali da sole.
Forse è grazie agli occhiali che riuscì a vedere quel dolce viso, quei grandi occhi scuri che lo scrutavano incuriositi, quella bella bocca carnosa... che tutto ad un tratto si aprì dicendogli: " E che Ciai da guardare, non hai mai visto una donna?" . Fu così che lui si innamorò di lei.

Lei dal canto suo, quando vide che non rispondeva, pensò che fosse tonto, ma il suo aspetto la colpì. Alto, dinnocolato, biondo rasato... l'unico muscolo che vedeva muoversi era solo il suo pomo d'adamo che andava su e giù , sembrava emozionato, non parlava, e questo le piaceva.
I suoi vestiti cadevano bene su di lui, più che altro cadevano... ma ai suoi occhi, "di un azzurro smorto", era bellissimo , e così iniziò la loro storia, con un gelato offerto da Giorgino quel Giovedì di Giugno.

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