08. Sigarette E Liquerizia
«Giadina, l'ultima volta che hai scelto tu il film ci siamo rotti tutti i coglioni, tu compresa!»
«Ma cosa dici? Guarda che l'ultimo film che ho scelto io era "Lucy", e vorrei ricordarti che la protagonista era Scarlett Johansson, su cui hai sbavato per due ore di fila.»
Andrea alzò gli occhi al cielo con aria sognante e fece un sorriso che andava da un orecchio all'altro.
«Cazzo, che figa che è la Johansson.»
Seba non poteva certo dargli torto, in effetti.
Lui e Léon erano arrivati da circa mezz'ora, e da circa mezz'ora stavano discutendo con gli altri su quale film guardare.
Chiara, ovviamente, sperava in qualcosa di romantico.
Alex e Andrea puntavano a un horror, ma non riuscivano a convincere Giada che, da sempre, era considerata un po' la fifona del gruppo e voleva qualcosa di dinamico da guardare.
Lui e il francese, invece, si erano trovati stranamente d'accordo: entrambi volevano qualcosa che li facesse spaccare dalle risate.
Già la vita è difficile, che bisogno c'era di andarsi a preoccupare durante quelle due ore che dovevano essere soltanto di svago?
«Cerchiamo qualcosa di francese, allora. Léon, cosa ci consigli?» Giada era diventata davvero una gran paracula, notò Seba. Aveva iniziato a fare la qualunque pur di farsi notare da Léon, che dal canto suo sembrava vederla solo come un'amica.
Ben gli stava!
Non che Sebastiano volesse vedere la sua amica infelice, sia chiaro, è solo che non aveva mai sopportato le persone che, pur di piacere a qualcuno, cambiavano il loro essere.
Ricordava che proprio l'anno prima aveva visto il trailer di un film, che poi aveva proposto di guardare assieme ai suoi amici.
Quando erano partiti i titoli di testa Giada aveva iniziato a lamentarsi proprio perché era francese, e a lei i film francesi facevano schifo!
Avevano bisticciato per una ventina di minuti buoni, poi Seba si era arreso e aveva fatto scegliere alla sua ragazza cosa avrebbero guardato quella sera.
Cos'è? Tutto ad un tratto aveva cambiato idea solo perché voleva far colpo su Léon?
Non che a Seba interessasse, ovviamente, era proprio il principio ad infastidirlo.
«Ma se l'anno scorso hai rotto il cazzo a Seba per un'ora perché i film francesi ti fanno cagare!»
Seba non aveva mai amato il suo migliore amico più di così!
Alex non era certo uno che le mandava a dire; inoltre non sembrava essersi minimamente accorto dell'interesse che Giada pareva nutrire per quel mangia baguette. Probabilmente, se l'avesse notato, avrebbe evitato di fare quell'uscita infelice, che però non sembrava aver scomposto per nulla la loro amica.
«Non sono i film francesi che mi fanno cagare, ma quelli che di solito sceglie Sebastiano! Infatti ho chiesto consiglio a Léon» disse con un'alzata di spalle e un'espressione noncurante.
Senza farsi notare dagli altri, Seba mise su un'aria compiaciuta e fece il gesto di togliersi il cappello rivolto verso Giada, per complimentarsi di come era riuscita a togliersi da quello che poteva essere un impiccio.
Conoscendola, non voleva sicuramente che il francesino sapesse nulla, almeno fino a quando non fosse stata certa di essere ricambiata.
Giada, per tutta risposta assottigliò lo sguardo e tirò su un bel dito medio, che fece scoppiare a ridere il castano.
«Okay, ho la soluzione: siamo a casa mia e decido io. Perfetto, no?»
Alex mise su un sorrisetto trionfante e iniziò a sfogliare il catalogo sulla sua tv.
Le due ore dedicate al film erano trascorse abbastanza in fretta, soprattutto perché Alex alla fine aveva optato per una scelta che aveva accontentato quasi tutti: un film d'azione, ma con una buona dose di romanticismo.
«Mon Dieu, quelle connerie.»
Léon aveva parlato a bassa voce, ma Sebastiano l'aveva sentito benissimo, e aveva mal trattenuto una risata.
Aveva proprio ragione: quel film era stato davvero una stronzata.
Quando il francese si accorse dell'espressione di Seba gli fece un occhiolino complice, poi iniziò a parlottare con Giada, che per tutto il tempo aveva cercato di attaccare bottone con lui nonostante gli altri le avessero chiesto più volte di fare silenzio.
Niente di nuovo, in realtà. Tra loro le serate film finivano sempre così: si riusciva a seguire solo qualche parte perché c'era sempre qualcuno a cui la scelta non andava a genio e si annoiava.
Era quasi mezzanotte, e Seba iniziava a rimpiangere di non aver fatto il suo sonnellino pomeridiano.
Non era riuscito a dire di no a Chiara, che l'aveva pregato di aiutarla con i bambini del catechismo; in quel modo non solo non aveva potuto dormire, ma addirittura si era dovuto fare due palle così dietro a quei piccoli marmocchi urlanti.
Non vedeva davvero l'ora di rintanarsi nel suo lettuccio. Fuori stava ancora diluviando, e lui adorava stare al caldo delle coperte mentre fuori pioveva.
«Mi dai uno strappo tu a casa?» chiese alla sua ragazza.
«Oh... Mi dispiace, amore, ma sono con Giada, e mi ha già avvisata che deve assolutamente parlarmi.»
«E non potete farlo dopo che avete accompagnato me?»
Chiara fece una smorfia mortificata nei confronti del suo ragazzo, poi gli schioccò un bacio sulla guancia.
«Giuro che mi farò perdonare. Fatti accompagnare da Andrea, oppure da Léon, d'accordo?»
Certo, come no! Già era stato abbastanza imbarazzante il viaggio di andata con quel biondino, Seba di sicuro avrebbe fatto a meno di ripetere l'esperienza.
Aveva capito una cosa, ormai: Léon andava preso solo a piccole dosi; dopo troppo tempo passato insieme lui iniziava ad essere insofferente e a mal sopportare la presenza di quel francesino.
«Andre, mi accompagni tu a casa?»
«Ciccio, ti darei anche un polmone, lo sai, ma stasera ho appuntamento con Bianca...» disse alzando e abbassando le sopracciglia in quella che voleva essere un'espressione languida.
Cazzo.
Cazzo cazzo e stracazzo.
Erano a casa di Alex, non poteva certo chiedergli di uscire per accompagnare lui.
Di chiamare suo fratello non se ne parlava proprio, aveva ancora il nervoso per come si comportava in presenza di quei due coglioni dei suoi amici.
Guardò di sfuggita Léon; in quel momento stava chiacchierando con Chiara e Giada, e tutti e tre ridevano di chissà cosa.
In realtà, il biondo no. Lui aveva sollevato solo metà bocca in un'espressione che diceva tutto e niente.
Seba era abbastanza convinto che quella fosse la smorfia che faceva quando voleva sembrare cordiale, ma non aveva voglia di ridere.
O sorridere.
A ripensarci, non era per niente vero quello che aveva pensato prima in macchina: non è che Léon non ridesse mai con lui... Léon non rideva mai e basta.
Chissà perché, poi.
Insomma, era un bel ragazzo -oggettivamente parlando, chiaramente- si era trasferito da poco in un altro stato, certo, ma aveva trovato subito un gruppo di amici con cui condividere le giornate e il tempo libero. Anche a scuola Seba aveva notato che era sempre con qualche compagno di classe; sembrava così benvoluto che proprio non poteva fare a meno di chiedersi cosa celassero quegli occhi di tempesta che ora lo stavano fissando.
Quando si era messo a guardarlo? Quanto tempo erano stati a studiarsi così, da una parte all'altra della stanza?
Seba sentì improvvisamente il bisogno di uscire a prendere una boccata d'aria.
Non gli piaceva l'effetto che quel francese aveva su di lui; proprio non gli andava giù che riuscisse a renderlo così nervoso.
Se ne uscì sul balcone e si accese una sigaretta.
Non fumava molto, quel pacchetto addirittura l'aveva comprato quando era ancora dai suoi nonni, eppure in quel momento aveva sentito la necessità di allontanarsi da tutti, soprattutto da quel peso che sembrava gravare nella stanza da quando Léon aveva posato gli occhi su di lui.
Ma che problemi aveva quel ragazzo?
Possibile che non fosse capace di guardare una persona in maniera normale?
E poi perché, perché si era rimesso a mangiucchiare quello stupido bastoncino di liquerizia?
Se li portava sempre anche a scuola, e Seba proprio non riusciva a comprenderne la ragione.
Non che fossero affari suoi, certo, ma Léon sembrava un vecchietto con quel coso sempre in bocca.
O una capra.
Sebastiano scoppiò a ridere da solo, mentre associava il viso del francese al musetto ruminante di una capretta.
«Mhh.»
Si voltò di scatto quando sentì alle sue spalle un mugolio di... cos'era quello, godimento?
«Gauloises?»
Seba alzò le sopracciglia in un'espressione sorpresa quando si rese conto che Léon aveva indovinato la marca delle sigarette che stava fumando, solo dall'odore.
Annuì, poi porse il pacchetto al biondo per offrirgliene una.
Quello in tutta risposta fece uno dei suoi soliti ghigni, poi si avvicinò a Seba e, con delicatezza, gli prese la mano che reggeva la sigaretta e la se la portò alla bocca; rubò un tiro, e il più piccolo pensò che dall'espressione che aveva messo su, se lo stesse proprio godendo.
«Non posso fumarne una intera, altrimenti ricomincio» spiegò Léon, probabilmente dopo aver visto la sua espressione contrariata.
Gli fece un occhiolino -il secondo della serata, peraltro- e poi buttò fuori il fumo dritto davanti a sé.
Ma che razza di modi erano? Gli era finito praticamente tutto in faccia!
Indietreggiò di qualche passo e, dopo aver fatto uno dei suoi soliti non sorrisi, rientrò in casa.
Seba rimase a fissare la porta per un po', poi decise di dare l'ultimo tiro e raggiungere gli altri.
Che stronzo! Quel mangia baguette gli aveva praticamente rovinato la sigaretta.
Ora sapeva di liquerizia.
E di Léon.
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