Lost ( Benjamin Linus)

Per chi non conoscesse Lost, serie fantascientifica del 2004 e conclusasi dopo sei stagioni nel 2010, parla di un gruppo di sopravvissuti schiantatosi con il volo Oceanic 815, tratta Sydney - Los Angeles, su un isola deserta, dove succede di tutto e di più, niente è come sembra fra mostri di fumo, misteriosi personaggi che vivono da sempre sull'isola bambini rapiti e orsi polari ( si avete capito bene ), e basta mi fermo qui vi dico solo che ciò che ho scritto contiene spoiler della sesta stagione, e il protagonista è quel cucciolo psicopatico di nome Benjamin Linus che prima si infiltra fra i nostri protagonisti poi si rivela essere il capo degli Altri, prende ordini da un misterioso Jacob di cui si saprà finalmente qualcosa solo nella quinta stagione, quindi se non volete spoiler o detestare il personaggio beh non leggete.

In caso contrario, che Jacob abbia pietà della vostra anima

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"Non nominare il nome di Dio
Non nominarlo invano
[...]

Ma forse era stanco, forse troppo occupato
E non ascoltò il mio dolore
Ma forse era stanco, forse troppo lontano
Davvero lo nominai invano"*

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Quello sguardo indifferente, non gli importava assolutamente nulla di Benjamin Linus.

Era crollato tutto in quel momento, le mani giunte in preghiera dentro quella chiesa dopo all'incontro con la madre di Daniel Faraday, una preghiera che non era stata esaudita, una preghiera urlata invano a un Dio sordo e cieco dopo trentacinque anni di lavoro svolto alle sue dipendenze a seguire ordini impartiti per bocca di Altri, tutti quegli anni, tutti quei pianti silenziosi dopo la scoperta del cancro, a chiedersi perché a lui, perché un cancro quando chiunque arrivasse a casa sua, su quell'isola improvvisamente si trovava guarito da qualsiasi malattia, qualsiasi ferita fisica o morale...e lui aveva dovuto aspettare che un aereo si schiantasse per trovare un chirurgo spinale che potesse operarlo, dopo i rapimenti, dopo aver manipolato il suo gruppo di miserabili superstiti...

E poi era arrivato John Locke, paralitico che aveva ritrovato l'uso delle gambe, un morto ritornato alla vita come un moderno Lazzaro, che subito si era assicurato una sua udienza, immediatamente appena richiesto, e allora per Benjamin Linus era crollato tutto, lo scopo della sua vita ovvero proteggere l'isola, essere il capo degli Altri, eseguire degli ordini di un fantasma di nome Jacob, che a malapena era a conoscenza della sua esistenza.

Aveva sacrificato sua figlia nel nome di Jacob, sicuro che ciò gli avrebbe dato la possibilità di mantenere il potere, il dominio sull'Isola dove era cresciuto e aveva conosciuto Richard e gli Altri, un porto sicuro lontano dalle violenze paterne, dalla solitudine sfociata in quella purga, quel necessario sterminio degli scienziati facente parte del progetto DHARMA, e allora non aveva provato né dolore né rimorso consapevole che fosse la cosa giusta da fare, il suo scopo datogli da Richard e prima da Jacob...e ora, la realizzazione che era stato tutto vano, tutto quanto.

E Alex, la bambina che aveva strappato ancora in fasce a quella folle donna francese e aveva cresciuto come sua, e dopo tutto questo era morta per un colpo di pistola degli scagnozzi dell'ex capo degli Altri, Charles Widmore.

Aveva sentito qualcosa spezzarsi in quell'esatto momenti in cui aveva sentito il colpo, un crack da qualche parte dentro di lui, la sicurezza vacillare, la fede accartocciarsi, ma questione di un momento, aveva tenuto duro, sicuro delle lodi di Jacob e della ricompensa dell'Isola.

Soltanto, un pensiero molesto momentaneo, un primo campanello d'allarme, un dubbio che subito aveva ricacciato dentro di sé come un bolo indigesto di saliva.

E poi la ruota girata, quei tre anni fuori, le uccisioni degli scagnozzi di Widmore commissioni a Sayid, il riportare tutti i passeggeri indietro... era tutto finito, tutto uno scherzo crudele, un gioco sadico di un Dio indifferente.

Cosa aveva ricevuto, in cambio?

Un occhiata senza emozioni, anzi, di pietà, e il coltello che stringeva fra le mani si era mosso da solo, quel coltello datogli da Locke, l'ex paralitico che in realtà era il mostro, il fumo nero, che aveva solo preso le sue sembianze per ingannarlo...

Perché il vero John Locke l'aveva ucciso lui, Benjamin Linus, lui stesso aveva sentito la vita scivolargli via dalle mani non appena stretto il cappio di quel filo che in principio Locke aveva creato per uccidersi e dopo esser corso in casa sua per farlo desistere, Benjamin lo aveva stretto al collo dell'uomo in modo tale da impedirgli di respirare, pochi singulti strozzati, braccia mulinanti nel tentativo di liberarsi, un suicidio conclusosi in omicidio, la gentilezza e premura mielosa troppo dolce, ma gli occhi freddi di chi vuole solo estorcere le ultime informazioni, la mano tesa di chi nasconde con l'altra colpisce.

Nemmeno un quel momento aveva provato nulla, ormai anestetizzato dalla morte di Alex e dalla volontà di riportare tutti loro maledetti passeggeri del volo Oceanic indietro, come aveva urlato a Kate il dottore, stravolto dalla fallimentare realtà del mondo vero.

Una volontà ferrea e ottusa, lucida, che gli aveva fatto dimenticare il sotterraneo sentimento di ammirazione che John Locke gli aveva provocato fin dal loro primo incontro quando si era finto solo un povero uomo sconvolto dalla morte della moglie, capitati su quell'isola a bordo di una mongolfiera finito nella trappola di una pazza francese...l'ammirazione, con già in sottofondo, i primi germi di gelosia ( nata dalla consapevolezza che l'Isola, a differenza di lui, parlasse davvero a John Locke ) quando aveva deciso di dare a lui il comando degli Altri prima di girare la ruota che avrebbe salvato l'Isola e sparire.

La soddisfazione quando aveva capito come Locke fosse più simile a lui di quanto pensasse, soddisfazione che sotto sotto era felicità, finalmente, nell'aver trovato, seppur in un rivale a cui temporaneamente aveva ceduto il potere, e prima manipolato come tutti gli altri, un anima affine...

E anche ciò era stata solo un illusione l'ennesimo barlume di speranza, di debolezza che aveva soffocato con lo stesso cappio con cui aveva ucciso Locke.

E ora il John Locke che gli ordinava di uccidere il Dio in cui aveva creduto per tutti quegli anni, altro non era che la Nemesi di Jacob, il male incarnato che voleva solo eliminare l'antico nemico, usando Ben Linus come strumento.

E allora il sangue gli era andato alla testa e tutta la sua lucidità e controllo erano spariti di colpo, il braccio che si era mosso da solo, colpendo più volte,  la lama che penetrava nel petto di Jacob.

E lì, con orrore, mentre osservata il corpo morente di quello che aveva creduto un Dio, accasciarsi stringendosi al suo assassino, si era reso contro del sangue che lambiva la candida tunica di Jacob, degli spasimi, gli ultimi tentativi di parlare, la sorpresa nei suoi occhi, il calore che lasciava il corpo morente, tutte cose così umane...la realizzazione di come  quello che stava morendo davanti ai suoi occhi non fosse un Dio bensì un essere umano, come lui, come tutti alla spiaggia, a differenza della cosa con le sembianze di John Locke.

Era stato così veloce, così improvviso, Locke lo aveva trascinato via dalla tana di Jacob...

Cosa giace all'ombra della statua

... era solo riuscito a mentire ( come sempre, l'unica cosa che gli era sempre riuscita bene in tutta la sua miserabile vita ) e dire che era stato il mostro, il fumo nero a uccidere Jacob, e poi ogni cosa era crollato di nuovo, tutti si erano divisi in fazioni, da una parte i fedeli al ricordo di Jacob capitanati da Richard e dall'altra chi restava insieme alla cosa con le sembianze di John Locke con l'illusoria promessa di lasciare l'isola, promessa che ovviamente si era rivelato l'ennesimo inganno, mentre lui si era aggregato insieme al gruppo di Richard, perché non aveva nessuna intenzione di abbandonare l'isola e lasciarsi quel barlume di potere alle spalle, per cosa poi, ritornare al mondo reale...

E insegnare storia europea a degli alunni in punizione, un padre malato a casa a ricordargli della sua vita fallimentare, e Alex, una studentessa sveglia con il sogno dell'università, la possibilità di un posto da preside estorto con i suoi soliti piani macchiavelli, barattato per una lettera di raccomandazione a Yale e un invito a cena della madre di Alex come ringraziamento, e la promessa di altre cene che lo facessero sentire, forse per la prima volta, a casa.

...Aveva avuto la possibilità di abbandonate la sua isola d'Elba che ormai stava per affondare, ormai ridotto a un Napoleone triste e spezzato senza più la gloria e un illusorio potere a cui sacrificare gli affetti ( troppi ne aveva sacrificati in quegli anni, restava solo sé stesso ) ma era stato risollevato da una mano amica e la possibilità di restare, come numero due stavolta.

Un sollievo tale, la consapevolezza che qualcuno finalmente lo considerasse in modo sincero e senza secondi fini, senza più dover elemosinare briciole d'affetto come aveva fatto con suo padre, per tutti quegli anni a seguire gli ordini di Jacob sperando che tutto ciò bastasse a meritarsi un po' di considerazione, e una volta diventato il capo degli Altri aveva scambiato il loro timore e soggezione per affetto e ammirazione, così come aveva ignorato l'odio di Alex e il disprezzo di Juliet ( la dottoressa esperta di fertilità che aveva arruolato e trattenuto, con l'inganno, sull'Isola ) nei suoi confronti, con il solo risultato di perdere entrambe.

E quando, disperato e sconvolto era stato pronto a seguire il falso John Locke pensando che forse lui era l'unico a calcolarlo veramente, forse per pietà, Iliana, la guardia del corpo di Jacob, la sua discepola più fedele e pronta ad uccidere il suo assassino senza esitazioni, aveva deciso di non farlo e accoglierlo come uno dei loro.

Lì era iniziata, piano piano e senza accorgersene, la sua redenzione, in uno scintillio di pietà in due occhi scuri e nel sorriso sul volto paffuto di Hugo Reyes.

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"Io nel vedere quest'uomo che muore
madre, io provo dolore
nella pietà che non cede al rancore
ho imparato l'amore".**

- Ti perdono.-

A quelle parole, pronunciare da un sereno e in carrozzella John Locke, Benjamin Linus aveva  trattenuto il respiro e poi con voce commossa aveva risposto di come ciò significasse così tanto, per lui, lì seduto su quella panchina davanti alla chiesa dove si doveva tenere il funerale di Christian Shepard, il padre del medico Jack Shepard, e in principio capo dei disgraziati arrivati tre anni fa o meglio una vita fa, sull'isola, dove aveva avuto inizio tutto.

E dove tutto stava per concludersi, l'aveva capito nel momento stesso in cui Desmond Hume aveva bussato per dirgli che era ora di andare, con una calma che non sembrava nemmeno di questo mondo ( quale mondo, del resto, non aveva importanza, non più ), senza alcuna traccia di rancore o risentimento nei suoi confronti.

Benjamin si era ricordato di lui e dell'isola nel momento stesso in cui quell'uomo gli si era precipitato addosso riempiendolo di pugni, e tutto perché il dottor Linus lo aveva riconosciuto come colui che aveva investito il professor Locke ( che insegnava nella sua stessa scuola ), eppure appena si era presentato alla sua porta non si era nemmeno domandato come avesse fatto a rintracciare dove abitasse.

Gli aveva chiesto di seguirlo perché avrebbero raggiunto gli altri, e una volta lì il concerto di beneficenza era già terminato, una triste Eloise lo aveva riconosciuto e salutato, senza rimpianto né alcun sentimento particolare, solo il sollievo che Desmond Hume non fosse lì per suo figlio Daniel Faraday, non ancora, almeno.

Desmond insieme a sua moglie Penny, la figlia di Charles Widmore, che in un  altro tempo e luogo aveva promesso di uccidere per vendicare sua figlia Alex, si era avviato alla chiesa mentre lui aveva preferito rimanere seduto su una panchina.

Ci vediamo in un altra vita, fratello.

E ora li, mentre osservava John Locke che si alzava dalla carrozzina e saliva sulle scale per entrare nella chiesa, fu preso da un angoscia mista a urgenza tale da pensare di alzarsi e fermarlo per dirgli quanto fosse terribilmente e  sinceramente dispiaciuto per averlo ucciso, di come pensasse davvero quelle parole pronunciate dopo averlo seppellito sulla spiaggia, e sopratutto di esser grato di averlo avuto come collega nella scuola dove avevano insegnato entrambi, in quella vita.

Ma si rese conto di come John sicuramente già sapesse tutto ciò, e resto' lì sereno seduto su quella panchina, un po' dispiaciuto di non poterli seguire, non ancora almeno, aveva troppe cose in sospeso da sistemare, troppo errori commessi nella sua vita, il sangue con cui si era sporcato le mani non era riuscito a lavarselo via del tutto, no, non era il suo momento.

Pensò al suo club di storia pomeridiano, e di come l'indomani Alex forse lo avrebbe invitato di nuovo a cene dove sua madre Danielle avrebbe cucinato quei deliziosi piatti, senza cipolla stavolta, e sorrise, doveva assolutamente ricambiare il favore, non era mai stato un bravo cuoco, forse era ora di iniziare comprando un libro di cucina che di certo quello che preparava per suo padre non potevano definirsi veri e propri pasti.

Si alzò guardando la statua del Cristo a braccia spalancate, di fronte alla chiesa, e ripensò a Jacob, chiedendosi di nuovo perché lui non fosse stato scelto come gli altri per il ruolo di candidato a protettore dell'isola, e per  un attimo rabbrividì pensando al fatto che forse il suo ruolo era stato quello di ucciderlo fin dall'inizio, ogni suo passo ogni sua parola era stata indirizzata all'unico scopo di piantargli un coltello nel petto.

Forse, come l'apostolo Giuda, il paradiso o la pace dell'aldilà gli sarebbero stati preclusi per sempre, e nemmeno il suo ruolo di secondo come protettore dell'isola o l'aver scelto, come seconda chance, l'amore di Alex invece di un posto di preside, sarebbe bastato a cancellare i suoi orrendi peccati, e per questo non si sentiva ancora pronto, ancora degno di entrare in quella chiesa.

Guardò il cielo con serenità nonostante quei pensieri, Benjamin Linus, e si disse che andava bene così nonostante tutto.

Doveva esser passata la mezzanotte, suo padre era a dormire, e l'indomani aveva una verifica da sommistrare a quei demonietti dei suoi studenti.

Si avvicinava il Natale avrebbe chiesto ad Alex e Danielle se volessero andare con lui in vacanza una settimana e sicuramente la ragazza avrebbe accettato, era un bel luogo dove sarebbe andato e sopratutto ricco di storia, ovvero in Toscana.

E ovviamente avrebbe visitato l'Isola d'Elba.

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** Nota autrice: Le due citazioni che ho scritto sono entrambe tratte dalla canzone Il testamento di Tito di Fabrizio De André.

E niente ho appena finito Lost e sono emotivamente distrutta, ho sentito il bisogno di scriverci qualcosa su uno dei miei personaggi preferiti ovvero Benjamin Linus, e anche uno dei personaggi più riusciti dello show, che non è cattivo ha solo bisogno di essere amato, nessuno l'ha fatto nella sua vita e questo è il risultato.

A parte gli scleri e scherzi, forse sono una dei pochi fan ad aver apprezzato il finale di stagione, certo la sesta stagione ha delle pecche, hanno oggettivamente allungato il brodo e aggiunto cose e persone non necessarie, molte cose sono tutt'ora irrisolte o semplicemente abbandonate ( o spiegate in modo molto sbrigative ) certo poteva benissimo fermarsi alla quarta stagione, ma senza la quinta e la sesta non avremmo questo finale a parer mio magnifico, per certi versi semplicistico, che va bene un po' per tutti ( e forse nel 2010 poteva pure funzionare, ma oggi ho i miei dubbi in merito ) fatto sicuramente per concludere una volta per tutte lo show, però va bene così, è giusto ( no, l'isola non è il purgatorio o l'inferno, e NO NON SONO TUTTI MORTI DALL'INIZIO ), per apprezzarlo dobbiamo diventare uomini di fede, come Jack ( all' inizio il medico l'uomo di scienza che non crede al destino e ai miracoli dell'isola, al contrario di Locke, che nell'Isola - sì con la I maiuscola, come se fosse un essere vivente - nutre, almeno all'inizio una fede immensa ) e capire che a volte è solo l'Amore il motore di tutto, e che se si vive insieme si può anche morire, insieme.
Lost è una grande parabola sulla morte, la vita e la redenzione, e il finale è perfetto, va bene così ( se non siete d'accordo se ne può gentilmente discutere ) ora ho scritto troppo per una nota autrice.

So che nessuno qui su wattpad ha probabilmente visto questa serie TV ma se qualcuno l'ha fatto mi dia qualche parere, grazie.

E qualcuno vada ad abbracciare a Benjamin Linus, per l'amor di Jacob!

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