•Sei un'idiota Felpato!•Sirius Black

Lo riguardai. I suoi occhioni verdi da Lily Evans(Potter) ancora sgranati che cercavano le mie attenzioni in tutti i modi. Si vedeva quasi come le mie parole entrassero nelle sue orecchiette e le idee che si faceva di noi da giovani formarsi nella sua piccola testolina. Gli piaceva, era ovvio. Gli piaceva che io gli raccontassi qualcosa su suo padre e sui suoi zii. La bocca aperta in un sorriso che mostrava le gengive ancora un po' sdentatelle.
«Vuoi dormire?»gli chiesi chinandomi su di lui per sussurrarlo meglio senza farmi sentire da James e Lily. Lui allungó le manine fino a metterle sulle mie guance facendo un sorrisetto.
«Hai capito il piccoletto, ti piace farti i fatti miei e di tuo padre eh? E va bene, va bene, ti accontento. Peró vieni in braccio a zio Sir che è meglio.»detto questo lo presi e me lo misi sulle gambe dopo essermi seduto.
«Questa sarà una lunga notte»annunciai per poi iniziare a raccontare.

«Signori e signore oggi siamo presenti alla prima partita di Quidditch dell'anno! Ovviamente Grifondoro contro Serpeverde come tutti gli altri anni. Per i Grifondoro giocano Frank Paciok in porta, Arthur Weasley e Molly Prewett ai posti dei battitori, Micael Bell, Richard Jonhson e Layca Baston come cacciatori e il nostro gran figo di James Potter come cercatore! James vai dalla Evans e portala a fare un giro, emh...no Evans non è consentito usare la bacchetta contro un giocatore, Evans ferma!»iniziai a dire al microfono. Ero cronista al mio quarto anno e mi divertivo molto a parlare di tutte le azioni che faceva James e sfotterlo a morte.
«No professoressa si stia calma, non puó usare la trasfigurazione contro un'alunno prof!»mi protessi col microfono mettendolo sulla mia testa mentre la McGranitt tirava fuori la bacchetta.
«Si si continuo la cronaca professoressa. Comunque, per i Serpeverde ci sono...gli altri idioti per cui non bisogna fare la cronaca, continuiamo. Sono scesi tutti in campo e sono squadra contro squadra separati da Madame Hooch.»continuavo ad osservare mentre la folla teneva il fiato sospeso mentre dicevo:
«Ora i capitani delle due squadre, Baston e Malfoy si stanno stringendo le mani in segno di non so cosa. Eih tu! Malfoy non spezzare la mano del nostro capitano o te la dovrai vedere con un cervo rabbioso di cui non faccio nomi!»gridai al microfono mentre James si girava e mi lanciava un'occhiataccia di fuoco facendo un sorrisetto più che nervoso e Malfoy mi guardava confuso.
«Fai bene ad essere confuso Malfoy perchè non saprai mai cosa si cela dietro quel cervo. E quando dico mai è...»ma la professoressa mi interruppe dandomi uno schiaffetto sulla fronte.
«Black si concentri sulla cronaca invece di parlare di animali! Non è un magizoologo!»mi sgridó diventando rossa in viso.
«Si mi perdoni professoressa ma lei non immagina quanto io ne sappia di animali e...»ma ecco che di nuovo venivo interrotto.
«E la partita è iniziata con la pluffa ai Serpeverde»annunció strappandomi il microfono dalle mani la mia insegnante per poi ripassarmelo con occhi infiammati.
«Bene bene come va? Qui sopra tutto bene e mi da anche una bella visuale delle forme di Layca che, mmm, mi danno molto da pensare se James si alleni per far colpo sulla Evans o se per la giocatrice e...aih professoressa!»in quel preciso istante la McGranitt mi aveva sbattuto il microfono in testa mentre la ragazza mi faceva un gesto poco carino con la mano alzando il dito medio.
«BLACK DEVI PARLARE DELLA PARTITA PER MERLINO!»mi gridó nell'orecchio. Ero sicuro che prima o poi sarei diventato sordo a causa di quella vecchia megera. Non si faceva mai gli affari suoi e quando io e James parlavamo a lezione lei ci sgridava. Insomma, davvero i più fighi della scuola non potevano parlare durante la lezione?! Che stupide regole.
«Si ma ora per Natale sa cosa regalarmi prof...»sussurrai massaggiandomi il mio povero orecchio.
«Che cosa Black?»domandó la donna con fare confuso.
«UN MALEDETTO AMPLIFON!»per sbaglio lo dissi nel microfono. Per sbaglio si fa per intendere perchè l'avevo fatto completamente di proposito ma la prof non lo doveva assolutamente saperlo.
Tutti in quel momento scoppiarono a ridere. Persino lei...!
«EVANS HAI SORRISO! NON SAPEVO CHE TU FOSSI IN GRADO DI PROVARE EMOZIONI UMANE!»anche in questo caso mi beccai un bel gesto da parte della rossa. La McGranitt sorrideva.
«Mi scusi proffa ma non dovrebbe togliere dei punti per tutti questi gesti ambigui che mi stanno rivolgendo?!»chiesi con una nota di ironia mentre giravo la testa ad occhi spalancati.
«Nah, lo hanno fatto per una buona causa e...BLACK AGGIORNI! GUARDI!»mi prese il viso tra una mano strizzandomi le guance per farmi girare e vidi James con la mano che si allungava verso una pallina d'oro.
«JAMES POTTER INSEGUE IL BOCCINO! PENSA ALLA EVANS JAMES! PENSA ALLA EVANS!»un'altro boato di risate seguì questa mia battuta ma in quel momento un bolide colpì il braccio teso di James facendo sballottolare la scopa con lui sopra.
«JAMES POTTER A TERRA! JAMES POTTER A TERRA!»gridai mentre le risate della battuta precendente si fondevano a degli "oooo" di stupore e di preoccupazione.
«E INVECE NO GENTE! POTTER SI RIPRENDE, POTTER SI RIPRENDE! VAI JAMES, MIO PICCOLO CERVIDE CORNUTO!»anche da lui mi beccai un bel dito medio mentre si riallungava verso il boccino e la McGranitt mi diceva:
«Non c'è due senza tre»...
Ma quanto è simpatica questa donna?!
«E JAMES POTTER PRENDE IL BOCCINO! GRIFONODO VINCE A...NON MI VA DI FARE IL CALCOLO! TUTTI IN CAMPO!»urlai nel microfono con la rivincita contro il timpano della mia insegnante.
Tutti i ragazzi di Grifondoro iniziarono a scendere dagli spalti su cui erano seduti acclamando e gridando. Questa vittoria ci offriva un buon posto in classifica e con James in squadra sarebbe stato molto difficile toglierci quei punti. Da quando lui è diventato cercatore vinciamo la coppa di Quidditch tutti gli anni, il che è grandioso dato che possiamo sbattere questa cosa in faccia ai Serpeverde che prima dell'arrivo di James in squadra si ritenevano i migliori solo perchè erano furbi e disonesti nel barare.
Lanciai il microfono per aria e scesi anch'io dal mio posto d'onore, così lo chiamavo quando ero giovane.
Corsi subito dalla squadra vincente e mi buttai addosso al mio migliore amico, così, solo perchè voglio dargli fastidio. Lui odia quando glielo fanno e io sono l'eccezione perció...
«Aiah! Sei un'idiota Felpato!»mi gridó James appena mi ritrovai sopra a lui che non riusciva nemmeno a respirare per il mio peso sui suoi polmoni. La cosa non mi interessava più di tanto. Lo so, era il mio migliore amico, peró tra amici ci si deve dare fastidio.
«Grazie Ramoso»dissi ironicamente alzandomi dal suo stomaco e tendendogli la mano per aiutarlo ad alzarsi. La prese ma non per alzarsi ma per buttarmi a terra con lui. Questo ragazzo sapeva bene come darmi fastidio.
«Chi è l'idiota ora?»chiesi con ironia mentre mi massaggiavo la schiena che aveva dato una bella botta al terreno.
«Tutti e due»ci interruppe Remus arrivando davanti a noi con le mani sui fianchi e il fumo che usciva dalle orecchie.
«Certo tanto poi chi è che deve lavare i vestiti sporchi di verde per l'erba? Remus, certo...»disse tra sè e sè mentre ci alzavamo.
«Non fare il drammatico Luna. A proposito dov'è Peter?»domandai guardandomi intorno per cercarlo.
«È al castello e sta facendo...tu-sai-cosa. Non posso ancora credere di aver accettato la vostra FOLLE idea. Devo essere impazzito.»disse riferendosi di nuovo a sè stesso Remus calcando per bene la parola "folle". Non era poi così tanto folle.
«Va bene, ci vediamo dopo in Sala Comune. Io vado a cambiarmi»annunció James dandomi una pacca sulla spalla. Mentre annuivamo e James se ne andava verso gli spogliatoi e io e Remus verso il castello lo sentii dire:
«Eih Evans! Ci vieni ad Hogsmead con me?»
Sarebbe rimasto sempre il solito quel ragazzo. Ancora sperava che la Evans accettasse un suo invito, o meglio dire, cadesse ai suoi piedi come le altre. Insomma, le ochette che ci giravano intorno dal mattino alla sera volevano solo una cosa: fare la bella figura uscendo con noi. Sicuramente avrebbero voluto altro(no Harry non posso dirtelo e non farmi il broncio da Evans!)peró, quando ero giovane, avevo alcune idee su quando sarei stato con una ragazza per la prima volta e secondo me doveva essere magica. Ero ancora infantile e credulone. Pensavo che l'amore non esistesse ma che peró c'era qualche attrazione che ci legava ad una persona, che la rendeva speciale solo per te. Non so perchè ma secondo la mia mente erano due cose diverse. Ancora non sapevo quanto mi sarei sbagliato.
«Le hai prese le burrobirre?»mi chiese Remus interrompendo i miei pensieri sdolcinati.
«Si, ieri. E tu il Whisky Incendiario?»domandai a mia volta continuando a camminare con le mani in tasca.
«A quello ci doveva pensare James. Io sono l'addetto alle decorazioni e a Peter è toccato il reparto cibo, ti ricordi?»spiegó con la stessa gentilezza di un leone di fronte ad una gazzella, gentilezza pari a zero.
«Emh...»iniziai a dire preoccupato. Tutti quanti noi sapevamo che se Remus non avrebbe avuto una risposta di senso compiuto in meno di dieci secondi ci sarebbe stata la fine del mondo. Pretendeva anche che la risposta fosse di senso compiuto! Esigente il ragazzo.
«Ma certo che non te lo ricordi! Tu stavi guardando il lafo B della McKinnon. Hai detto che le faresti persino un pensierino nella tua mente da cagnaccio pulcioso!»mi rinfacció appena i dieci secondi furono passati.
«Che c'è? Sei geloso per caso?»chiesi facendolo scoppiare in una risata. Nel frattempo che parlavamo eravamo arrivati ad Hogwarts e James ci aveva raggiunti.
«Allora...che l'inferno abbia inizio?»chiese il ragazzo dagli occhiali tondi una volta che fummo di fronte al quadro della Signora Grassa.
«Pluffa»sussurró Remus, quella era la parola d'ordine per entrare nella Sala Comune. Il ritratto si aprì e mostró Peter che correva da una parte all'altra con sette burrobirre tra le braccia, Paciok che pomiciava con la Prewett, mi facevano vomitare letteralmente e infondo alla stanza c'erano la Vance, la Evans e la McKinnon che chiacchieravano anche se sembrava che la Evans non stesse parlando ma urlando. Intanto tutti gli altri Grifondoro si stavano agitando nella Sala e ancora non avevano iniziato a bere.
«Che l'inferno inizi!»urlai eccitato per poi trascinare James, che aveva un ghigno malandrino, e Remus, con faccia sconvolta, per la manica.
Come previsto, James volle andare dalla Evans e corteggiarla un po'. Ovviamente per corteggiarla intendo dire che andava da lei solo per darle fastidio, come io faccio con lui.
Io e Remus lo seguimmo dopo aver chiamato Peter che si era avvicinato subito a noi consegnandoci una burrobirra per uno. Ci sedemmo vicino alle ragazze che iniziarono a bere con foga la bibita, tutte tranne la Evans che teneva il muso peggio di me quando non mi danno il solito biscotto-Felpato.
«Che hai Evans?»chiese James passandole il braccio intorno alle spalle. Lei sentì questo gesto e lo prese tra la mano scostandolo con molta poca delicatezza.
«Siete un fastidio continuo. Tu, il Quidditch, tu, i Grifondoro, le feste, tu, le partite, i tuoi amici, tranne Remus ovviamente e, si Potter perchè no? Anche tu sei il mio problema!»disse minacciosa alzandosi dal divano e camminando con le braccia incrociate a passi pesanti verso la sua stanza. Emmeline la seguì a ruota, non stavano mai separate quelle due.
«Io vado a studiare un po' per il compito della prossima settimana»annunció Remus dopo aver iniziato a bere il Whisky Incendiario. Lui l'alcol proprio non lo reggeva, gli dava subito alla testa, al contrario mio e di James.
«Sempre a studiare! E goditi la vita!»urlai verso di lui. Strano che James ancora non aveva riso. Di solito, il primo segno che ti fa capire che James è ubriaco è la sua risata pazzoide e maniaca. Lunastorta ovviamente non mi diede retta e salì le scale per il nostro dormitorio.
«Io vado a passeggiare un po'»annunció James dopo aver sbuffato sonoramente e alzandosi. Non era ubriaco.
«No dai! Rimani qui con me!»urlai prendendolo per la manica e tenendolo giù.
«Sirius...»
«Daiii»
«Sirius.»
«DAIIII»
«Sirius!»
A quel punto capii che dovevo passare ai fatti. Mi alzai e mi ci buttai di peso sopra. Mentre lui soffocava sotto di me disse:
«Sei un'idiota Felpato!»

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