•Ciao Harry•Sirius Black
Ho messo quel video che, anche se non centra molto col capitolo, a me fa venire i brividi e piango ogni volta che lo guardo. È veramente bellissimo, guardatelo!
La_Purosangue
Ero riuscito ad entrare ad Hogwarts. Mi trovavo lì, sotto forma di Felpato e stavo annusando l'aria, con la speranza di intercettare l'odore del figlio di James. Non era molto difficile per me. Lo trovai subito. Torre Grifondoro, dormitorio...il nostro. Harry dormiva nel nostro dormitorio. Iniziai a correre velocemente e cercando di non far rumore per le scale, così da non svegliare i quadri.
«Parola d'ordine?»mi chiese la Signora Grassa ma non avevo tempo. La graffiai ed entrai di forza nella Sala Comune dei Grifoni. Appena fui dentro mi trasformai in umano. Non potevo tornare a casa mia sotto forma di Felpato. Mi girai. Non era cambiato niente. Le poltrone erano ancora quell, disposte nello stesso ordine in cui si trovavano ai miei tempi. Il camino acceso che riscaldava allo stesso modo e il tavolo vicino la finestra c'era ancora. Mi avvicinai ad esso e guardai se sotto c'erano...le nostre incisioni. C'erano i nomi dei Malandrini incisi nel legno, li sfiorai.
«Sirius!»sentivo ancora la sua voce, la voce di mio fratello nelle orecchie. Mi voltai di scatto spontaneamente, sperando che davanti a me ci fosse lui, ma in realtà non c'era nessuno. La stanza era vuota proprio come me. Ancora riuscivo a vedere Remus sulla poltrona, intento a studiare. Peter sul pavimento che scartava le cioccorane. E poi James con la testa poggiata sulle gambe di Lily, mentre parlavano spensierati. Ancora li riuscivo a vedere. Ma ero consapevole che non li avrei rivisti mai più.
Mi girai e decisi: era il momento. Salii le scale del mio vecchio dormitorio come se fosse la prima volta. Sfiorai le pareti e lo scorrimano su cui mi reggevo sempre insieme a James quando eravamo ubriachi dopo una festa per la vittoria di Grifondoro.
Il corridoio del dormitorio maschile era completamente vuoto. Questi ragazzi d'oggi preferiscono dormire che fare una bella uscita notturna a quanto pare. Oltretutto è Halloween! Io ad Halloween rimanevo sveglio fino al mattino dopo insieme ai Malandrini e alle ragazze. Lo facevo fino all'Halloween di dodici anni fa. Quello ha segnato la mia morte e la mia nascita contemporaneamente.
C'eravamo. La porta del mio vecchio dormitorio era lì, davanti a me e nessuno mi avrebbe impedito di accedervi. Spindi la maniglia verso il basso e la trovai aperta. La spalancai lentamente senza far rumore. Nel primo letto, quello che tanto tempo fa era di Peter, c'era un ragazzino dai capelli scuri e...quelle ciabatte erano bruciate? I ragazzi d'oggi...
Poi, nel secondo letto, quello che una volta era di Remus, c'era un ragazzo dalla pelle olivastra e dal viso dolce e simpatico.
Nel terzo letto, quello che una volta era occupato da Frank dormiva...Frank?! Erano completamente uguali. Mi avvicinai al letto di quel ragazzo e cercai qualche scritta...Neville Paciok. Era il figlio di Frank e Alice. Me lo ricordavo quando era piccolo. Aveva fatto cadere la ciotolina in cui stava mangiando Harry per sbaglio mentre sbadigliava. Chissà se era ancora maldestro...
Nel quarto letto, quello vicino a quello al fianco della finestra, c'era un ragazzo dai capelli straordinariamente rossi. Se non fossi stato il migliore amico di James avrei detto che quello sarebbe stato un'altro figlio della Evan...Potter. Sulla tunica di seconda mano che giaceva sul comodino c'era scritto: Ron Weasley. Ah, mi ricordo dei Weasley. I battitori della squadra di Grifondoro quando ero giovane io. Stava dormendo nel mio letto.
Poi nell'ultimo letto, quello vicino alla finestra e che un tempo era occupato da James c'era...Harry. Aveva i capelli neri e scompigliati come un cespuglio in un'uragano e il viso che sembrava la fotocopia esatta di quello di James. Sul comodino c'erano un paio di occhiali tondi come quelli del padre e una fotografia. Era una foto in movimento e rappresentava...James e Lily. Lui le teneva la mano sul fianco e l'altra incastrata con quella di lei che le aveva posato il braccio sulla spalla. E ballavano. E sorridevano. E vivevano. Ma non potevo lasciarmi andare ai sentimenti, non ora.
Mi avvicinai quanto più potei al letto di Harry e sfiorai i suoi capelli con il palmo della mano, come facevo quando lui era piccolo e gliraccontavo quelle assurde storie della mia vita.
«Ciao, Harry»dissi io guardando il viso che, in una vita parallela, sarebbe stato uno dei più conosciuti per me. In questo mondo invece, non lo conoscevo affatto. Non sapevo come andava a scuola, se era bravo come Lily a pozioni o si dilettava in Difesa contro le Arti Oscure. Non sapevo se giocasse a Quidditch, se era un vero e proprio amore come per James o se lo odiasse come faceva Lily. Non sapevo se gli piacesse qualche ragazza, come era ossessionato James da Lily o se riteneva lo studio più importante di tutto come sua madre. Non sapevo niente. E proprio il fatto di non sapere niente della vita del mio figlioccio, nonché il figlio del mio migliore amico, mi irritava nel profondo. Mi faceva incazzare talmente tanto che non sapevo cosa fare.
«Forse...c'è una cosa che potrei...»dissi appena mi venne un'idea.
«So che, sicuramente te l'hanno già raccontata questa storia, milioni di volte ma non mi fido di quei Dursley, sai. Quindi, è arrivata l'ora che te la descrivo io.»annunciai io continuando ad accarezzargli i capelli.
«Questa sarà l'ultima storia che ti racconteró»spiegai facendo riferimento a tutte quelle "fiabe" che gli avevo narrato molti anni prima, quando ancora era in fasce.
Iniziai a parlare...
«Maledizione a James, a Remus e a Lily...ma James doveva per forza mettere incinta DI NUOVO Lily?!»stavo imprecando a bassa voce mentre andavo in giro diretto verso qualche negozietto o andrebbe bene persino un chioschetto così prendo da bere anche a basso prezzo. C'è la crisi! E ovviamente chi deve pagare? Io e chi sennó? Tanto io sono un Black. Saró ricco quanto vi pare peró i soldi dopo un po' finoscono. E Remus! Remus almeno mi poteva accompagnare e così facevamo a metà fifty fifty...ma certo che no! Lui è Remus Lupin e puó inventare che si sente poco bene per la prossima luna piena. E io sono Sirius Black, il messaggero ufficiale dei Potter e io devo comprare tutto per loro e per Harry. Solo lui mi dà soddisfazioni! Il primo nome che ha detto è stato il mio. Lily si è innervosita talmente tanto che ancora sento il dolore del calcio che mi ha tirato nel mio povero di dietro.
«Ha una bottiglia di qualsiasi cosa?»chiedo al ragazzo dietro al primo bancone su cui mi affaccio.
«Emh...le va bene questo?»mi chiede confuso mostrandomi una bottiglia di non so cosa.
«Va bene tutto. Quanto le devo?»chiedo e prendo alcuni galeoni.
Quando ho fatto tutto ripercorro la strada per tornare a casa di James e Lily per festeggiare l'arrivo del nuovo o nuova bambino o bambina.
Certo che quei due si divertono proprio eh. E certo, tanto c'è zio Sirius che fa da baby sitter, che problema c'è?
Continuo a camminare fino a quando svolto l'angolo della via della casa dei Potter. Quando la vedo inizio a correre. La loro casa è...saltata letteralmente in aria.
Corro più veloce che posso, corro sempre di più per arrivare il prima possibile in quel luogo che prima era una casa.
Appena mi ritrovo difronte alla staccionata bianca ormai bruciacchiata penso al peggio. La sorpasso saltandoci sopra e mi dirigo alla porta che apro lentamente ma con fretta. E se...sono morti?
Entro in casa e...è distrutta. Il tavolo non c'è più, le sedie hanno fatto la sua stessa fine, il divano è completamente ricorperto delle sue piume. In cucina i piatti sono tutti rotti e i loro pezzi sparsi sul pavimento su cui poco prima camminavamo per preparare il pranzo. Feci qualche passo avanti e sentii qualcosa frantumarsi sotto ai miei piedi. Abbassai lo sguardo e vidi una fotografia dentro al porta foto che avevano comprato James e Remus qualche giorno fa. La foto rappresentava noi, me, James, Lily, Harry e Remus, la nostra famiglia.
Andai sempre più avanti fino a ritrovarmi ai piedi delle scale intravedendo delle scarpe sull'ultimo gradino che dava al secondo piano della casa. Le salii con cautela per poi ritrovare...James. Lui era a terra, con gli occhi ancora lucenti e lo sguardo perso, come se qualche minuto fa non fosse svenuto nel sentire che Lily era di nuovo incinta. Mi chinai su di lui e piansj, piansi tutto quello che avevo e che ormai non esisteva più, piansi quello che non avevo mai pianto in tutti questi anni, piansi per lui. Perchè, come si fa a non piangere alla morte del proprio fratello?
«JAMES TU NON PUOI FARMI QUESTO!»gli urlai mentre singhiozzavo sempre di più e sempre più lacrime scendevano dai miei occhi.
«NON PUOI ANDARTENE! MI HAI CAPITO?! NON PUOI!»gli gridai ancora più forte di come avevo fatto prima. Non potevo pensare che, in pochi minuti della mia assenza, Voldemort fosse arrivato e avesse fatto una strage.
«TU...»feci per strillare ancora ma poi capii. Ormai non c'era più niente da fare, non c'era più niente per cui strillare. Non avevo più niente. Avevo perso tutto.
«Come faccio senza di te?»chiesi più a me stesso che a lui che se ne stava steso e immobile senza darmi una risposta. Una risposta che non mi sarebbe più arrivata, almeno non da lui.
«Feppato...»sentii un piccolo urletto dalla stanza di Harry. Alzai subito il viso che si era riempito, tutto ad un tratto, di speranza, quella che ormai non avevo più.
«Scusa fratello, ma devo andare»dissi a James alzandomi e non abbassando lo sguardo. Non sarei crollato ancora. Non so se poi sarei stato capace di alzarmi di nuovo.
Feci dei passi lunghi e lenti per non aspettarmi il peggio. Magari quel lamento l'avevo sentito solo nei miei pensieri. Volevo ancora sentire le loro voci e questo mi portava a sentirli solo nella mia mente.
Entrai nella stanza, ridotta in brandelli, e stesa sul pavimento c'era...Lily. Altre lacrime mi bagnarono il viso mentre le accarezzavo i capelli. Non avrei più sentito il loro odore inconfondibile, non l'avrei più sentita rimproverarmi per qualsiasi cosa, non l'avrei più vista vivere.
«Feppato?»disse una vocina quasi non udibile. Alzai gli occhi ritrovandomi a fissare quelli verdi di Harry che mi guardavano a loro volta, dietro alle sbarre di legno della sua culla. Mi alzai con un'improvviso velo di speranza intorno a me e mi avvicinai a quello che sembrava un'Harry vivo.
«Feppato»disse e lì mi scappó un sorriso. Lui c'era, ce l'aveva fatta. Era sopravvissuto.
«Vieni Harry, ti porto con me»dissi prendendolo in braccio e cominciando a fare la strada di ritorno non guardando mai in basso e guardando sempre negli occhi di Harry, così che, sia lui e che io, non avremmo potuto guardare i corpi della nostra famiglia andata ormai in frantumi.
Uscimmo di casa e rimanemmo un po' fuori, a prendere un'aria fresca che non sapeva di morte, fino a quando non arrivó Hagrid.
Tutti noi sappiamo come è andata dopo che Hagrid ha preso Harry.
«Ho finito, se vuoi saperlo»dissi io appena ebbi terminato di raccontargli quella notte mentre delle lacrime mi invadevano le guance.
Lo guardai ancora, e ancora, e ancora. Non mi sarei mai stancato di guardarlo. Lui era lì con una parte di James e una parte di Lily nel cuore. E non potevo non amarlo.
«Mi dispiace per come è andata, io quella sera non ci sono stato per loro e io...io avrei potuto...»lo guardai e mi sembró per un attivo di vedere il sorriso premuroso di Lily sul suo viso.
«Non so come sarebbe andata se io fossi stato con loro. Magari sarei morto anch'io o almeno avrei protetto uno dei tuoi genitori. Ma è così che è andata. E mi dispiace»dissi io scusandomi per quello che era successo. Erano dodici anni che vivevo con i sensi di colpa che aumentavano sempre di più. Ovviamente i Dissennatori non aiutavano.
Mi girai quanto bastasse per vedere la coda di un topo sulla pancia di quel ragazzo dai capelli rossi, Ron.
Dovevo prenderlo. Peter doveva pagarla per quello che aveva fatto a James e Lily. Di quello che aveva fatto a Remus, lasciandolo da solo. Di quello che aveva fatto a sè stesso, rendendosi un'assassuno. Di quello che aveva fatto a me, facendomi soffrire le pene dell'inferno per tutti quegli anni.
Tutti voi sapete com'è andata poi, quella notte e quello che è successo dopo. Peró, prima che tutti quanti si svegliassero e che io scomparii dissi ad Harry:
«Ciao Harry»
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