•All'emporio di scherzi di Zonko!•Sirius Black

Ed ecco che c'eravamo di nuovo.
Il suo sguardo.
I suoi occhioni verdi.
Le mie parole pronte sulle labbra.
Non sapevo se continuare a raccontargli la storia della mia vita.
«Ti annoio così tanto?»chiesi quando lo vidi sbadigliare per poi tornare con gli occhi più attivi e vispi di prima. È proprio il figlio di James Potter e Lily Evans.
«Va bene, va bene. Me ne vado e ti lascio dormire»dissi ma mentre stavo per alzarmi posso giurare di aver visto Harry ghignare prima di iniziare a piangere.
«Ok ok! Continuo a raccontare! Ma tu stai zitto o Lily mi ucciderà!»dissi tappandogli la bocca con due dita. Era proprio piccolo.

«Non starete per farlo veramente!»esclamó Remus nella nostra stanza dopo aver saputo il nostro epico scherzo che avevamo progettato in meno di due giorni.
«Oh si invece»rispose James sdraiato sul letto con le braccia dietro la testa.
«Ma siete per caso impazziti?!»gridó ancora più forte. Certe volte Remus pareva una donna isterica e ciclata.
«No affatto»appoggiai il mio migliore amico.
«Ma così verrete messi in punizione per l'ennesima volta!»ribattè il biondo.
«Capirai che novità»dissi sbuffando con parecchia ironia nella voce.
«E tu Peter li aiuti?!»chiese con un tono di rabbia nella voce voltandosi verso il quarto malandrino che al momento stava aprendo una cioccorana al rallentatore per non farsi vedere.
«Emh...io., cioè»ma James lo interruppe,
«Certo che ci aiuta. E dovresti farlo anche tu sai?»ok, avete presente quelle persone che, anche se sono consapevoli di avere la colpa, sanno ribaltartela addosso come se nulla fosse? Ecco, James era uno di queste persone.
«E per quale assurdo motivo sentiamo!»esclamó Remus buttandosi anche lui sul letto.
«Hai presente i Malandrini? Bene, a casa mia, i Malandrini, sono formati da quattro ragazzini di dodici anni e...si James tu undici ma non è questo il punto»dissi interrompendomi appena vidi lo sguardo di James«il punto è che sei un Malandrino anche tu, quindi devi venire con noi»
«Sirius da quando sei diventato così profondo e serio?»chiese Remus con una punta di ironia. Poi si accorse dell'ultima parola che aveva detto e si diete mentalmente dell'idiota.
«Remus, ne avevamo parlato...»sussurró James mentre sul mio viso compariva un ghigno.
«Lo so...»cercó di scusarsi il biondo ma io esclamai:
«LO SO CHE SONO SERIO!»caddi a terra e scoppiai a ridere.
«Sirius questa battuta non fa più ridere...»mormorò Peter con una caramella in bocca e il mio sorriso svanì. Mi alzai e mi ricomponni.
«Allora Remus ci stai?»chiesi come se un secondo prima non stessi morendo per terra.
«Finiremo in punizione proprio per l'uscita ad Hogsmead per comprare i regali di Natale! Lo sapete questo?»tutti e tre annuimmo nello stesso istante.
«Va bne, c to...»sussurró per non farsi sentire.
«Cosa?»chiese Peter facendo un sorrisetto.
«Ho detto vabenecisto»disse più veloce di quando uno scoiattolo possa parlare, se potesse.
«Cosa cosa? Non ti ho sentito!»dissi ghignando come stava facendo James in quel momento.
«HO DETTO CHE CI STO!»urló e anche noi urlammo di gioia. Dovete sapere che convincere Remus John Lupin in uno scherzo è difficile quanto vedere Mocciosus uscire con una ragazza.
«Allora, andiamo?»chiese Peter impaziente.
«Andiamo!»esclamó James prendendo il mantello dell'invisibilità e coprendoci tutti quanti al suo interno.
Un quarto d'ora dopo...
«È MAI POSSIBILE CHE AVETE FATTO UNA COSA DEL GENERE?!»esclamó la McGranitt appena entrammo nel suo ufficio.
«Era uno scherzo»cercó di giustificarsi James ma si beccó una brutta occhiataccia di fuoco.
«INFATTI UNO SCHERZO È ENTRARE NEL DORMITORIO FEMMINILE DI GRIFONDORO E SPARGERE DELLA COLLA SUI LORO CAPELLI E VESTITI E IN PIÙ ENTRARE NELLA SALA COMUNE DI SERPEVERDE E BUTTARE NON SO QUANTE CACCABOMBE SOTTO LA SEDIA DEL SIGNOR PITON! QUESTO È UNO SCHERZO SENSATO SECONDO VOI?!»disse tra le urla dopo averci guardato tutti quanti, uno a uno, soffermandosi parecchio tempo su me e James. Anche un'idiota poteva sapere che le menti di quel piano eravamo io e lui.
«Si?»risposi ironicamente alla sua domanda beccandomi l'ennesima occhiataccia, quasi mi volesse uccidere con lo sguardo.
«Vi beccate una punizione esemplare. Primo: ricomprerete i vestiti a quelle povere ragazze e gli laverete i capelli voi stessi»James sembrava quasi contento di questa cosa...ah giusto, la Evans.
«Secondo: pulirete tutta la Sala Comune di Serpeverde»tutti e quattro rimanemmo a bocca spalancata.
«E terzo: rimarrete tutta la settimana a pulire la stanza dei trofei! Dovranno essere puliti al punto che io mi ci possa specchiare all'interno!»esclamó.
«Non sarà certo una bella visuale...»cercai di smorzare l'aria con questa battutina.
«Davvero Signor Black? Tu e Potter starete a pulire anche questo week-end!»disse indicandoci.
«Non è giusto! Perchè solo noi?»si oppose James saltando sulla poltrona e mettendosi dritto davanti a lei in modo da sfida.
«Sappiamo tutti e due chi sono le menti "geniali" che hanno organizzato questo scherzo signor Potter»io e James sbuffammo, ci aveva beccati con le mani nel sacco.
«Bene, potete andare»ci annunció e tutti e quattro ci alzammo dalle poltrone.
«Quella vecchia megera!»urló Remus in mezzo al corridoio...un momento! Remus?!
«Remus modera il linguaggio per l'amor del cielo!»disse James prima di iniziare a ridere.
«Oh ma stai zitto. Questa è la settimana delle uscite ad Hogsmead per comprare i regali per noi del secondo anno e quelli del primo, e guarda come l'andiamo a passare!»esclamó. Intanto stavamo camminando verso il nostro dormitorio mentre tutti ci guardavno.
«Perchè sono stato così idiota da seguirvi?!»si chiese da solo. Remus parla troppo spesso con la sua mente.
«Guarda il lato positivo, almeno noi non abbiamo il week-end!»cercó di rassicurarlo Peter, senza risultati.
«Grazie Pet...»mormorammo io e James all'unisono.
«Io vado a dormire. Gelato alla banana»disse alla Signora Grassa per farci entrare. Ci dirigemmo alla nostra stanza e Remus fece quello che aveva appena annunciato, si buttó sul letto e si mise sotto le coperte ancora vestito.
«Rem?»lo richiamai.
«Ce l'hai con noi?»mi precedette James.
«Io ce l'ho sempre con voi»disse prima di sbuffare e chiudere gli occhi per poi voltarsi e darci le spalle.
«Troveremo un modo per sgattaiolare dalla punizione»dissi come se fosse la cosa più semplice che si possa fare su questo mondo.
«Io ho un piano, e lo metteremo in atto domani sera, dopo la punizione, alle dieci e quarantadue minuti»annunció James.
La sera dopo, probabilmente alle dieci e quarantadue minuti...
«Cazzo, Peter mi stai pestando il piede!»urlai quanto più mi fosse possibile mentre camminavamo tutti e quattro sotto il mantello dell'invisibilità.
«Scusa...!»mormoró mentre ci spingevamo l'uno con l'altro e i nostri piedi cercavano di fare meno rumore possibile a nostro comando.
«La mappa chi ce l'ha?»chiese Remus guardando verso il soffitto.
«Ce l'ho io...ma che diavolo?!»esclamó in mezzo al corridoio.
«Che c'è?»domando il biondino.
«Cosa hai visto?»incalzó Peter puntando gli occhi contro al suo idolo...James, ovvio.
«È la Evans.»annunció serio e serrando la mascella, cosa che fa quando è infastidita.
«E quindi?»chiesi come se tutto fosse normale.
«È al bagno dei Prefetti. La studentessa perfetta che infrange le...UN MOMENTO! CHE DIAVOLO CI FA MOCCIOSUS SULL'USCIO DELLA PORTA?! LA STA SPIANDO! Quel brutto figlio di...»ma interruppi l'imprecazione del mio migliore amico dicendo con ironia.
«Fermo fermo fermo...quel ruolo è il mio. Io sono un figlio di...»ma Remus mi fermó.
«Ok bravi ma ora tacete. State facendo troppo caos!»ok per una volta potevo dargli ragione. Se ci avrebbero scoperti ci saremmo beccati altre settimane di punizione.
Ci sporgemmo verso la mappa che aveva in mano James e iniziammo a discutere su quale fosse il passaggio per Hogsmead.
«Guardate che è quello del ritratto della frutta!»disse Peter.
«No! Quello per Mielandia è quello della Strega Orba!»si oppose Remus. Ma perchè di quattro amici io sono l'unico intelligente?
«Guardate che quello più veloce è quello che ci porta alla Stamberga. Poi da lì usciamo e andiamo a fare quello che ci pare, no?»chiesi ma più che una domanda sembrava un'ipotesi.
«Si come se nessuno si accorgesse che quattro ragazzi escono da una casa stregata»mi corresse James.
«Ma avremo il mantello...»cercai di aggiungere ma Remus annunció:
«Facciamo così. Andiamo a sorte. Facciamo pari o dispari. Io con Peter e tu con James, ci state?»chiese e noi tre annuimmo. La vittoria andó a Remus e Peter per poi andare a Remus.
«Andiamo alla statua...»disse con un sorrisone compiaciuto, vanitoso...
«Ragazzi mi spiegate perchè non abbiamo sulla mappa direttamente?»chiese Peter.
«La mappa non è ancora finita* e potrebbe portarci dalla parte sbagliata»spiegai velocemente per poi immegermi nel tunnel che ci avrebbe portato da Mielandia, come supponeva Remus.
«Chi aveva ragione? Ioooo! Inchinatevi al mio cospetto luridi umani!»gridó non appena vide la mattonella mobile del pavimento del negozio.
«Si ma stai calmo ok?»dissi ignorandolo mentre James armeggiava nel tentativo di levarla.
«Ok andiamo»ordinó. Iniziammo ad uscire uno alla volta, con Peter servì l'aiuto di tutti e tre.
«Dai Pet tira in dentro la pancia!»gridó James quando ormai erano passati ben più di venti minuti.
«Più di così?!»disse mostrando la sua pancetta cicciotta. Non era molto grasso, ma sicuramente io, James e soprattutto Remus eravamo più magri.
«Ave Merlino, ce l'abbiamo fatta...»esclamó Remus col fiatone, proprio come noi.
Rimanemmo a cercare aria per un po' e alla fine decidemmo di andare in giro per le strade a cercare i regali per le nostre famiglie.
«Oh Godric!»gridó James in preda all'amore che prova per le...
«SCOPE!»urló andando incontro alla vetrina del negozio di scope che si trova ad Hogsmead. Non è fornito come quello di Diagon Alley, ma è qualcosa.
«James ti prego...»disse Remus mettendosi una mano sulla faccia mentre Peter lanciava delle occhiate prima a lui e poi al ragazzino occhialuto.
«TI PREGO NIENTE REMUS! SONO PIÙ DI DUE MESI CHE NON VEDO UN SANTO NEGOZIO DI SCOPE E SONO IN ASTINENZA!»disse piagnucolando e agitandosi per poi appiccicare il viso alla vetrata del negozio.
«James dobbiamo parlare di questa tua ossessione...ti prego»implorai inginocchiandomi vicino a lui e poggiandogli una mano sulla spalla.
«Non è un'ossessione...»cercó di divagare arrossendo.
«La Evans non la penserebbe così»se ne uscì Remus facendoci scoppiare tutti in una risata, beh, tutti tranne James.
«Si ridete ridete pure. Quando ci metteremo insieme saró io quello a ridere»rispose con un broncio per poi blaterale cose incomprensibili e tra queste c'era anche "lei non la pensa cosí" "questa scopa è fantastica" "chissà se Lily è una brava giocatrice di Quidditch".
«Mi sembra giusto dirle che sei sonnambulo»disse Peter attirando l'attenzione. Poi capii a quale gioco stesse giocando.
«E dirle anche che a volte ti capita di spiarla»aggiunsi con sguardo malizioso di chi la sa lunga.
«E che hai provato a fumare»finí Remus.
«Ma state zitti. Quando vi troverete una ragazza saró io a sbellicarmi dalle risate come uno struzzo che si strozza!»gridó per poi scoppiare a ridere. Nel momento in cui inizió a ridere si era sentito un gatot scappare e una pentola cadere da un soffitto, magari proprio sulla schiena del micio.
«Visto? Anche gli animali pensano che la Evans non cadrà mai ai tuoi piedi»dissi accennando con il pollice al felino che ci guardava di sbieco con gli occhi gialli fosforescenti.
«Taci Sirius. Dove andiamo?»chiese Peter che era impaziente di entrare nel negozio di dolciumi. Forse quello era uno dei pochi che vendesse tutti i tipi di caramelle del mondo magico e, a noi, non è di certo sfuggito. E secondo la sua acuta intelligenza prima andavamo negli altri negozi prima lo avremmo accontentato.
Tutti e quattro ci guardammo come per leggere la risposta negli occhi dei propri compagni. Vedevo la lampadina di James cercare di accendersi e gli ingranaggi della mente di Remus fare rumore fino a dire basta mentre nella testa di Peter qualche aereoplanino do carta si faceva strada fra gli unici punti fissi per lui, il cibo.
Poi su i nostri visi si formó un ghigno ed esclamammo:
«All'emporio di scherzi di Zonko!»

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