Capitolo uno
Deidamia sorrise al suo ragazzo.
Lei e Achille uscivano insieme da quasi due mesi ormai. Avrebbero potuto tranquillamente finire sposati, ragionò. Chiunque, a diociotto anni, può trovare il vero amore, se ha abbastanza bellezza e fortuna.
Come sempre, Achille era passato a prenderla per andare a scuola. La macchina di Achille era nera ed era una di quelle macchine che ti giri a guardare quando ti passano vicino, seppure Deidamia non avesse idea di che modello fosse. Non che Achille non glielo avesse detto: era solo che proprio non riusciva a tenere in mente quel nome.
<Ehy, piccola> le fece un sorriso. Aveva un sorriso splendido fin da quando era bambino. Deidamia ricambiò ed entrò sul sedile affianco al suo.
<Giorno, amore>. E poi, l'immancabile: <Ciao, Patroclo>.
Il ragazzo ricambiò pigramente il saluto, porgendole i disco di Ed Sheeran, che la ragazza inserì prontamente nello stereo.
Deidamia conosceva Achille da sempre e per questo era una delle poche persone della vita di Achille a poter ricordare che prima di Patroclo era esistita un'era. Era certa che prima di lui Achille fosse esistito e vissuto, per quanto fosse impensabile ai suoi occhi: da quel lontano giorno di undici anni prima, non li aveva più visti lontani, quasi come due gemelli siamesi.
Fece un cenno di saluto al padre, che dalla porta di casa le augurava buona giornata. Allacciò la cintura e finalmente partirono.
Il liceo scientifico era enorme. Achille andava all'indirizzo con aggiunta sportiva, Deidamia all'ordinamento classico. Patroclo era a scienze applicate, un anno dietro loro.
Come sempre prima della campanella, i tre si diressero al bar.
Erano terribilmente abitudinari: facevano le stesse cose tutte le mattine da quando Patroclo aveva iniziato il liceo. Prima, c'era stato un triste anno in cui lei e Achille neppure si parlavano più.
Achille le aveva presentato Patroclo il giorno dopo il suo arrivo al Fitia. Si era presentato come sempre alla sua porta, ma con quel bambino bruno, magro e affaticato dietro.
<Lui è Patroclo> le aveva detto.
Deidamia sapeva di essere condannata a vederlo per sempre.
Quando Achille aveva iniziato a uscire da solo con lei, l'assenza del ragazzo si era fatta davvero sentire. Quei tre ormai erano sempre insieme, più per abitudine che per reale affinità.
<Vado a ordinare> Patroclo li lasciò soli. Cercava sempre di farlo e Deidamia gli era grata, anche se provava un profondo affetto per lui. Poverino, trovarsi a fare la candela tra loro due. Capiva la sua voglia di fuga.
<Weeeee frociiiii> urlò il solito gruppetto. Deidamia alzò il dito medio senza neanche guardarli. Agamennone ricambiò senza esitare. Achille invece li guardò con aria di sfida: Deidamia sperò vivamente che non volesse attaccar briga. Aveva già il compito di latino di cui preoccuparsi, quel giorno.
<Idioti> disse Deidamia. <Poi sono così infantili>. Si chinò e Achille si lasciò baciare.
Ti amo. Ti amo. Ti amo.
Non aveva mai avuto la forza di dirglielo, tranne quella volta, a ferragosto. La loro prima volta.
<Ecco a voi! Due cappuccini, un tè nero, un cornetto al pistacchio, uno al limone e uno vuoto integrale.>
<Ti amo> ironizzò Achille verso l'amico. Patroclo trasalì, ma poi rise. Ogni tanto ad Achille scappavano frasi così.
<Sono passati gli idioti?> chiese.
<Si> Deidamia annuì. Patroclo alzò gli occhi al cielo.
<Non dargli peso> disse ad Achille.
<Non lo faccio> fece lui. Aveva fatto coming out come bisessuale mesi prima, poco prima di iniziare a uscire con Deidamia. A lei non era mai importanto e non sarebbe mai importato, gli aveva detto. A lui importava ancora meno, probabilmente.
Ti amo. Ti amo. Ti amo.
La campanella suonò.
<Buona fortuna per il compito, Mia> le fece Patroclo, tendendole la mano.
Deidamia si lasciò tirare su. Proseguirono insieme, Achille e lei tenendosi per mano, Patroclo appena dietro, ripetendo fra sé e sé la struttura dell'arte del seicento.
Sul punto di salutarsi (lei entrava dalla porta est, loro dall'ingresso ovest) Achille le diede il bacio della buona fortuna.
Quello era l'anno delle meraviglie, si disse.
×××
Angolo Autrice
Finalmente il primo capitolo! Povera Deidamia, è nata per illudersi, piccolo cuore.
A sabato,
×Helen×××L.×
P.s. Crediti della fanart all'artista.
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