Capitolo Quattro: When the Horse has a hand in it

'Levi?...Eren? Si può sapere che cosa sta succedendo qui?'

Erwin li fissava dalla  soglia dell'aula, un'espressione attonita sul volto e, in mano, due tazze di tè fumante: a Eren non ci volle molto per capire che quel viscido aveva in mente un tête à tête con Levi.

E, a proposito di Levi: quest'ultimo non pareva avere intenzione di staccarsi dal giovane Grifondoro. Stava tentando, inoltre, di infilargli una mano nelle mutande, combattendo una lotta persa in partenza contro la cintura: il fatto che ansimasse profondamente eccitato, poi, complicava, se possibile, ancor di più la situazione già tragica di per sè.

Eren voleva tanto rispondergli, a Erwin: desiderava ardentemente spiegare al suo Capo Casa che non aveva tentato di drogare il professore con qualche strana erba per violentarlo senza ritegno, né che era arrivato a promettergli servizietti vari per entrare nelle sue grazie e ottenere voti migliori.

No, niente di tutto ciò: come al solito, non era riuscito a tenere le sue manacce a posto, e in preda ad una crisi di sudore seconda solo a quelle tipiche del povero Bertholdt - che si cambiava una media di tre divise al giorno a causa di questo 'piccolo' inconveniente - aveva combinato l'ennesimo, grande pasticcio.

Perché non era Eren Jaeger che cercava i guai, ma erano i guai a cercare lui.

Non che un Levi profondamente eccitato e pronto a concedersi in tutti i modi fosse un guaio, tantomeno un problema, sia chiaro: anzi, forse era quanto di più simile a un miracolo, per il disgraziato studente.

Il problema, quello vero, aveva due sopracciglia spropositate e la smorfia di qualcuno al quale erano stati disfatti improvvisamente i piani.

"Professore le giuro non è come sembra!" Soffiò Eren, mettendo entrambe le mani sulle spalle esili di Levi per scrollarselo di dosso.

"Mhmh, dai Eren, perché mi respingi? Non fare così, lo so che mi vuoi anch-- Oh, ciao Erwin, non ti avevo visto visto entrare...Vuoi unirti anche tu? Ce n'è per tutti!" Cantilenò sensuale il maestro di Pozioni e rafforzò il concetto palpandosi i glutei a pieni palmi.

Ad Erwin per poco non caddero le tazze di mano: sgranò gli occhi blu e fissò il collega, che gli stava ammiccando provocante, leccandosi le labbra incredibilmente rosse e umide dai baci precedenti.

"Però il primo turno spetta al mio mocciosetto preferito! Lo sai che ho occhi solo per lui, tu nemmeno mi piaci più di tanto... ma puoi sempre sederti laggiù e goderti lo spettacolo, bel Sopracciglione!"

Eren era certo che se la morale (ed il decoro) di Smith non fossero stati tanto solidi come realmente lo erano, il biondo si sarebbe già fiondato veloce in quel groviglio di gambe e braccia...
E Merlino, non sapeva se avrebbe sopportato la vista del professore di Difesa nudo.

Scommetteva  il suo mantello dell'invisibilità - ereditato dal padre - che Erwin fosse più peloso di un orango.

"L-Levi ma cosa dici? Sei ubriaco?
Eren, saresti così gentile da spiegarmi una buona volta che cosa sta succedendo qui?!?"

"È stato un incidente!" Si difese il ragazzo "Non è colpa mia, o meglio, sì, ma non nel senso che pensa lei! Non volevo versargli l'Amortentia addosso!"

"L'Amortentia dici?" Erwin parve tirare un sospiro di sollievo: non era ferrato in pozioni, ma quel nome gli era familiare.
Si trattava dunque a causa di un mero filtro d'amore, che Levi aveva perso ogni freno inibitore: non si era quindi improvvisamente infatuato di quello sbarbatello.

"Ah, menomale..."

"Menomale cos-- Ahia, professore Levi!"

Durante tutto questo scambio di opinioni, Ackerman non aveva smesso un secondo di molestare Eren: il suo ultimo approccio era stato quello di pizzicargli violentemente i capezzoli.

Erwin si disse che era il momento di intervenire, prima che Levi si beccasse una condanna per tentativo di stupro - e se fosse finito ad Azkaban, addio matrimonio (aveva già scelto il gusto dei confetti)

"Va bene Eren, voglio credere che sia andata così. Ora, aiutami a portarlo in infermeria: Nanaba avrà sicuramente un antidoto da somministrargli."

Il Grifondoro annuì vigorosamente, sollevato dalla reazione del suo Capo Casa.

Prima però, doveva trovare un modo per staccarsi il Potion Master di dosso, cosa che pareva tutt'altro che semplice.

Una piccola lampadina gli si accese in testa.

Guardò Smith di sottecchi e sussurrò: 'al mio tre', sperando che questo capisse il suo piano.

"Professor Levi! Ha ragione, non ha senso che la respinga ulteriormente. Si metta a quattro zampe, e la farò mio." Eren arrossì vistosamente pronunciando l'ultima frase, ma, quando il peso di Ackerman venne meno, si disse che era stato piuttosto convincente.

"Eren, ma che diamine..." Soffiò Erwin sbigottito, mentre Levi era già in posizione, con il bel sedere all'aria.

"Uno... due..."

"Prendimi Eren!"

"TRE!"

All'ultimo, il Capo Casa di Grifondoro intuì le intenzioni di Jaeger, e, simultaneamente, immobilizzarono quel coniglio in calore che era divento Levi.

"Aaaaaaaah!"

Eren ed il Professor Smith avevano afferrato Ackerman rispettivamente per le gambe e per le braccia, e lo avevano sollevato come se non pesasse affatto.

"Ora muoviamoci!" Spronò Erwin, che intanto aveva assicurato la presa. "Godric, fai che non ci veda nessuno..."

"Mettetemi giù, bruti! Se volevate fare del sesso violento bastava chiedere, avrei acconsentito più che volentieri!"

"Levi calmati, santo Merlino! Ti portiamo in infermeria, non sei in te..."

"Oh-oh eccome se sono in me, Erwin! Sei il solito guastafeste... Se tu non fossi entrato, a quest'ora io ed il titano di Eren ce la staremmo spassando alla grande!"

Tra un grido di protesta e l'altro, i due Grifondoro riuscirono a trascinare un irritatissimo Levi in infermeria, assicurandolo alle cure di una perplessa - quanto divertita - Nanaba.

Quando Eren - ormai verso l'una inoltrata, e dopo aver promesso a Smith che non avrebbe fatto parola con nessuno di quella parentesi notturna - tornò silenzioso nel proprio dormitorio e si addormentò di colpo: sulla pelle ancora la sensazione delle mani calde del suo professore.

***

La mattina seguente, Eren si svegliò con un'emicrania martellante e un diavolo per capello: non era riuscito a dormire per colpa di Connie che si era masturbato incessantemente sul letto di sopra.

"Hai dimenticato l'incantesimo silenziante, vaffanculo Connie!"

A colazione trangugiò solo qualche cucchiaiata di porridge, ancora nauseato dai versi osceni del compagno di stanza.

"Che cosa abbiamo ora, Mikasa?" Chiese poi alla ragazza, allontanando da sè la ciotola.

"Difesa contro le Arti Oscure." Rispose coincisa lei, "Eren, ma sei sicuro di stare bene? Hai una faccia..."

Certo che aveva una faccia: non solo non aveva chiuso occhio per colpa di uno Springer gemente, ora doveva anche sorbirsi la lezione di Mister Muscolo.

"Sto bene Mika, davvero..."

Sì, come no.

***

"Buongiorno ragazzi!" Erwin Smith entrò in aula con un turbinio di vesti, impeccabile e sorridente come sempre.

Eren lo fissò assottigliando lo sguardo assonnato.

"Oggi facciamo un po' di pratica, giusto per ripassare gli incantesimi dell'anno scorso e riscaldarsi in vista di quelli a venire. Vorrei ricordarvi, senza tediarvi più del necessario, che quest'anno, come già sapete, avrete da superare i M.A.G.O, quindi è ovvio che dovrete dare il meglio di voi stessi, per mirare all'eccellenza.
Ripongo grandissima fiducia in voi, non deludetemi."

Perché doveva essere così perfetto, quell'uomo? Non poteva, si chiese Eren, essere pelato, ad esempio?

"Duellerete a coppie." Una lunga pedana magica comparve dal nulla, e si collocò fluttuando al centro dell'aula.

"Kirschtein, Jaeger, voi siete i primi."

Questa, realizzò Eren, era la punizione che quello stronzo aveva architettato per avergli rovinato l'appuntamento galante con Levi.

Jean si alzò baldanzoso dal suo posto - perché avevano sempre lezione con quei viscidi Serpeverde? - e si posizionò ad un'estremità della pista.

"Paura, Jaeger?"

Anche Eren intanto si era messo in posizione, deciso a scaricare al meglio tutte le sue frustrazioni sul suo rivale equino.

"Ti piacerebbe."

"Non sono ammesse Maledizioni senza Perdono, nè altri incantesimi potenzialmente pericolosi - ma questo era ovvio. L'intento è che uno dei due riesca a disarmare l'avversario nel minor tempo possibile." Il vocione di Smith risuonò nella classe, dove il resto degli alunni aveva già gli occhi incollati addosso ai duellanti.

Mikasa fissava Jean con astio, mentre Connie e Sasha avevano organizzato un giro di scommesse.

"Io punto su Kirschtein!" Aveva detto la Blouse, beccandosi un'occhiata dall'amica iperprotettiva.

"Via!"

Ovviamente, Kirschtein, aveva capito subito.

"Sectumsempra!"

Eren balzò di lato grazie ai riflessi pronti che lo contraddistinguevano, ma l'incantesimo - uno dei più pericolosi esistenti, capace di farti sanguinare fino alla morte - lo colpì comunque al braccio, facendolo contorcere in terra dal dolore.

Non c'era traccia di alcun taglio, ma la potenza della magia era riuscita comunque a far ruotare il gomito ad un angolo innaturale.

"Kirschtein! Possibile che non riusciate a comportarvi civilmente?Dal preside! ORA!" Tuonò furioso il professore Difesa contro le Arti Oscure. "Eren, come stai?"

"Eren!" In un attimo Mikasa era al suo capezzale.

Eren intanto, con la testa che gli girava, si stava lentamente rimettendo a sedere, stringendosi l'arto incriminato.

"S-sto bene..." Sibilò sofferente "Ma devo essermi rotto qualcosa."

"Mikasa, accompagnalo in infermeria, io mi occupo che Kirschtein vada realmente dal preside. Voi altri state buoni, vediamo di risolvere questa spiacevole situazione al più presto."

Erwin si pizzicò il ponte del naso: ecco perché non avrebbe mai avuto figli.

***

"Jaeger, due volte nel giro di poche ore, è eccessivo persino per te."

Nanaba lo fissava stupefatta, con della garza in mano.
Eren le abbozzò un sorriso colpevole, massaggiandosi il punto offeso.

"Fammi indovinare, Kirschtein?"

"Fottutissimo cavallo..." Borbottò lui si rimando.

"Decisamente Kirschtein." Confermò l'infermiera, avviandosi verso la credenza con gli unguenti curativi.

"Ora siediti, vediamo di rimetterti apposto quel braccio. Pozione Ossofast, pozione Curaferite, ma dove le ho messe..."

Eren però non la stava più ascoltando, ed il suo sguardo aveva immediatamente cercato il letto di Levi, per poi soffermarcisi: l'uomo dormiva beato, il lenzuolo bianco fin sotto il naso e i capelli corvini arruffati sul cuscino.
La sua espressione serena tanto contrastava con il suo solito broncio: anche le perenni ombre scure sotto gli occhi, sembravano sparite.

'E' bellissimo...'

Ed era vero, Levi era realmente l'uomo più affascinante che Eren avesse mai visto: la sua, parliamoci chiaro, non era una bellezza convenzionale.

Aveva forse i lineamenti un po' troppo spigolosi, e le labbra, come le sopracciglia, erano solo delle linee sottili, per non parlare poi delle occhiaie onnipresenti.

Ma ora, - immerso nella calda luce mattutina che filtrava dalla finestra vicina al suo letto, mentre i raggi del sole gli accarezzavano dolcemente i ciuffi ribelli e scivolavano lungo le folte ciglia scure, creando giochi di ombre sulle guance rosee - ecco, a Eren venne naturale paragonarlo ad un angelo.

"Infermiera!"

Armin entrò nella stanza come un uragano, trafelato, e con i capelli biondi appiccicati alla fronte sudata: si teneva una mano sul petto, ansimante.

"Uh, ciao Eren..." Disse veloce all'amico, che gli rivolse un sorriso perplesso.

"Arlert, per l'amor di Morgana, calmati! Cosa hai da urlare tanto? Ti sei di nuovo tagliato con la pagina di un libro? Mi rifiuto di medicarti se il taglio è più corto di un centimetro come la volta scorsa!"

Armin arrossì vistosamente.

"N-no no, è per la Professoressa Zöe!"

"Che cosa ha combinato oggi quella squilibrata?"

"Stavamo facendo lezione con un Ippogrifo, quando lei si è fatta prendere un po' troppo dall'entusiasmo - beh, come al solito - e penso lo volesse cavalcare, quando è risaputo che solo dopo aver instaurato con la creatura un legame profond--"

"Arlert! Non perderti in chiacchiere, arriva al punto, per Merlino!"

"S-scusi ha ragione... Fatto sta che le ha quasi staccato un braccio! Lei continua a ridere come una pazza e a dire di star bene, che fa tutto parte della lezione, ma sta spruzzando sangue ovunque!"

"Fammi strada Arlert, ti seguo. Jaeger non ti muovere di lì, ci potrebbe volere un po' più del previsto..."

Concitati, i due si affrettarono fuori dall'infermeria, lasciando Eren in compagnia del suo braccio rotto, e di Levi.

"..."

Il Grifondoro sospirò stanco, guardandosi intorno: una parte di lui, lo incitava ad avvicinarsi al professore, cercare un contatto fisico, anche solo per accarezzarlo, l'altra invece, lo implorava di star fermo dov'era, che di guai già ne aveva fatti abbastanza.

"Accidenti a me..." Sussurrò tra sè e sè.
Perché doveva essere così complicato?
Perché Levi doveva essere il suo, di professore?
Era ovvio che un uomo fatto e finito come lui non si sarebbe mai potuto interessare ad un marmocchietto imbranato ed irritante, 'probabilmente ha già qualche tresca con Smith...'
Eren si chiese cosa ci trovasse di bello in quell'armadio dal parrucchino  biondo: dubitava fossero le sopracciglia.
Ma forse le loro dimensioni erano direttamente proporzionali a qualcos'altro, e allora...

Poi gli tornarono in mente le parole dello stesso Armin, che quella mattina, a colazione, gli aveva spiegato per filo e per segno - manco avesse ingurgitato l'intera biblioteca di Hogwarts - le caratteristiche dell'Amortentia (Eren era stato molto vago, dicendo che gli occorreva saperlo per un qualche compito)

'Vedi Eren, L'Amortentia non è un semplice filtro di amore, oh no, assolutamente, è IL filtro d'amore per eccellenza.
Quel che rende speciale la pozione, è il fatto che essa sì, induce l'infatuazione, il desiderio nel soggetto che la beve verso colui che gliela somministra, ma - e attento - solo ed esclusivamente se già in lui sono presenti dei sentimenti nei confronti di questa persona, capisci? Mentre i comuni filtri d'amore riescono a creare una condizione di affinità momentanea e del tutto fittizia, L'Amortentia ha invece la capacità di risvegliare la coscienza sopita e mettere in tavola ciò che uno sente realmente.
Per farti capire: se io la provassi su Mikasa, non sortirebbe nessun effetto, perché è chiaro che lei non senta niente per me.'

Ma allora, se le cose stavano così...

Un alito caldo gli solleticò il collo.

"A cosa pensi, Jaeger?"

Eren seppe allora che il confronto sarebbe stato inevitabile.

**Capitolo 4: Quando il cavallo ci mette lo zampino.

NdA: E ce l'abbiamo fatta! Scusatemi per il ritardo immenso, ma è stato un parto podalico questo capitolo X''' causa studio e poco tempo l'ho letteralmente scritto a spezzoni...
Però ho compensato con la lunghezza!!
Comunque, i signorini combineranno o no qualcosa?
Chissà, chissà ...

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