Capitolo 3

Il conto totale di persone che Hycarus aveva incrociato nel mentre che aveva scelto di scendere le scale, un fatto dovuto allo stato occupato dell'ascensore, era di ventisette.

Ventisette, sí... Il biondo sudava già freddo all'idea di quanti sarebbero stati alla fine.

Lo temeva parecchio, ma non poteva fare altrimenti: la sua maledizione era controproducente per la sua ricerca, ma almeno ciò che avrebbe patito avrebbe avuto uno scopo.

Raggiunse la Hall, ritrovandosi a vedere un unica, enorme stanza, con una porta ad entrambe le estremità, vari divani che coincidevano con le pareti di colore nero, tutti molto lunghi e larghi, dei tavoli di legno disposti davanti ad essi, ma non ad esagerata vicinanza - in generale sembravano facili da spostare, alla fine - delle ceste con giocattoli da bambini, giochi da tavolo come Trivial e - dettaglio che apprezzò alquanto, tanto che quasi un sorriso gli dipinse il volto - degli scacchi e la dama.

Quanto gli erano mancati! Era da troppo che non li prendeva neanche in mano, anche solo per sentirne la forma e la consistenza... Sembravano secoli, seppur in realtà fossero passati a malapena sette anni per essere pignoli.

Si avvicinò infatti alla cesta fino a quasi inginocchiarsi davanti ad una in preciso, - slittando prima tra le persone come un equilibrista  su un filo sospeso - ovvero quella in cui aveva visto la scatola e subito rimase incantato, come da bambino, cercando in seguito di riportare alla mente le regole e tirando fuori un Cavallo ed una Torre.

Per un attimo si chiese se qualcuno avrebbe partecipato ad una sfida di scacchi, se avrebbe trovato almeno qualcuno che avrebbe giocato con lui ad una partita e messo su un buono e sano scontro senza rancori, ma poi si riscosse, mettendo di nuovo i pezzi dentro alla scatola come se niente fosse.

Con chi avrebbe dovuto giocare? Non conosceva nessuno, era una speranza vana.

Preferì dunque continuare nel suo percorso, sperando più che mai che la sua fiamma decidesse di tremare, anche solo per qualche secondo nel suo procedere, così da fargli intercettare la strega tra le così tante creature sovrannaturali che lo circondavano, una delle quali attirò la sua attenzione, un po' per i suoi bizzarri capelli, da una parte rosa, dall'altra azzurri, raccolti in due codini alti, che si guardava attorno con decisione e spaesamento allo stesso tempo.

Si mosse in breve verso la bacheca di cui la Klabautermann aveva parlato, per il momento quasi totalmente priva di annunci, se non per un foglio unico al centro, particolarmente grosso e fermato da un chiodo rosso.

Era quello che descriveva la struttura dell'intera nave, indicando la presenza di una biblioteca poco lontana da lí.

La cosa servì ad attirare a pieno la mia attenzione, anche perché leggere libri in periodi di noia lo avrebbe sicuramente rasserenato: almeno era una cosa che non doveva fare in coppia! Poteva leggere tranquillamente, per i fatti suoi, poteva finire volumi su volumi in una pace totale, sperando che vi fossero abbastanza volumi per sfamare la sua voglia di lettura.

Anche il piano Meno Tre lo fece incuriosire, poiché costituito da aree come botanica, sauna, piscina e palestra... Più qualcuna di esse che sembrava dedicata esplicitamente per specifiche razze.

Una cosa che per un attimo lo fece accigliare fu il fatto che, a suo parere, c'era dello spazio sprecato nella barca, ma si disse semplicemente che probabilmente lo avevano disegnato così per rendere più chiara la rappresentazione a chi leggeva, per non rendere il tutto un papiro incomprensibile di scritte minuscole.

Finendo di osservare il generale la rappresentazione, il suo sguardo cadde sulle varie persone che andavano e venivano, tra cui una gli si affiancò, in pratica, cercando di leggere.

Era un ragazzo dalla figura abbastanza singolare, se doveva dirlo.

Era alto, molto alto, ed incredibilmente magro, tanto che Hycarus - il quale si era sempre giudicato fin troppo in calo di carne a tratti - a tratti improvvisamente vedeva il suo fisico perfettamente apposto.

Aveva un aspetto malaticcio, la pelle che pareva tendere verso il violaceo perfino, di un tono tale che andava letteralmente a sbattere con impatto alle sue sottili labbra e palpebre rosa.

Aveva dei tratti fini, un naso visibilmente a punta ed all'insú... E dei lunghi capelli azzurri, tutti raccolti in una coda di cavallo.

Anche i suoi occhi per colore erano molto chiare, di un azzurro ghiaccio che sfociava nel turchese, il tutto accompagnato da ciglia folte e lunghe.

Il ragazzo indossava una giacca di pelle nera, una maglia a collo alto dello stesso identico colore e dei jeans attillati, accompagnati da anfibi e da - notati mentre scorreva le dita su i vari piani - dei guanti sempre di pelle.

Hycarus, con occhio attento, riuscì a notare perfino gli orecchini appesi all'orecchio sinistro, i quali erano così piccoli e sottili che se non fosse stato per il suo occhio attento non avrebbe trovato neanche a volerlo.

A vederlo, il Maledetto non aveva assolutamente idea di che creatura potesse essere, non vi era assolutamente nessun segnale che potesse dirglielo: poteva essere davvero di tutto... Ma di certo non era la persona che Hycarus stava cercando, perché la fiamma al centro del suo petto non fece movimento alcuno.

Per questo le sue attenzioni nei suoi confronti andarono a svanire ben presto, poiché subito si riprese dall'atteggiamento di studio costante altrui, pronto a dedicarlo a chiunque gli apparisse davanti, che fosse più o meno degno di nota.

Decise in quattro e quattr'otto di dirigersi verso la biblioteca, poiché continuando ad affidarsi alla fiammella e a non ricevere risposte in quella grossa stanza, beh, il biondo aveva deciso di smetterla di vagare di espressione in espressione, talvolta sorridenti, talvolta tese e pronte ad una alquanto probabile discussione stizzita - Ve ne erano ben poche paragonabili alla sua, spenta ed apatica: questo lo rallegrava e lo deprimeva in contemporanea, il tutto accompagnato da gelosia e da fastidio. Il fastidio era per la propria mancanza di coerenza e per il totale di lunaticità momentanea che riusciva a cacciare fuori in un totale di cinque minuti -.

Scivolò dunque fuori dalla Hall, non facendo a meno di notare anche, con la coda dell'occhio, una scrivania con dietro una segretaria vestita a tutto punto, segretaria che al momento stava parlando, appunto, con la ragazza strana dai capelli bizzarri che aveva visto all'inizio.

Il passare sul ponte gli gettò addosso un aria di mare talmente tanto forte che si dovette fermare per coprirsi la faccia, così che i capelli non andassero a cacciarglisi negli occhi ed ad accecarlo.

Ad occhi ancora chiusi, udí una risata deliziosa ed una voce allegra che riconobbe al volo, volendolo o non volendolo, tanto che si sbrigò in tutta fretta a cacciare la propria chioma all'indietro per essere certo della propria ipotesi, cercandola tra la folla di persone come un punto di riferimento.

Ed in effetti aveva ragione, la persona che rideva e parlava era effettivamente quella che aveva creduto che fosse.

Yael.

La bambina, creatrice della nave, stava chiacchierando con un ragazzo dalla chioma bianca e disordinata e dagli occhi gialli, il quale pareva sorridere appena alla piccola, rispondendo lentamente con qualche parola che Hycarus non udí per il fragore delle onde e del vento che gli urlava nelle orecchie e che ancora gli agitava i capelli a destra e manca, un po' come agitava la stoffa della sua maglia .

Per un attimo desiderò di avvicinarsi e ringraziare casualmente la bimba per averlo fatto salire in barca, poi però si riscosse, decidendo che era impegnata e che ne faceva a meno per il momento, soprattutto per via di qualche creatura che lo spintonava dietro nonostante non stesse camminando ad andatura lenta, facendogli partire un nervo, imprecando mentalmente.

Si fece dunque strada e dopo qualche sforzo e nuova frustrazione, finalmente riuscí a mettere piede nella biblioteca.

Il suo sguardo si spalancò di ammirazione alla vista di tale stanza, la quale sembrava urlare "leggi!" ovunque il suo sguardo si posasse, con il desiderio di prendere un intera pila del miliardo di libri tra gli scaffali e di portarseli via di corsa, soprattutto su quelli basati sul mistero e sul thriller - adorava i gialli! Adorava leggerli e risolverli seppur non fosse giunto neppure a metà, era una cosa che lo riempiva di orgoglio -.

Subito prese ad avanzare a passo accelerato verso il primo mobile che gli capitò, cominciando al volo a tirare fuori libri a vuoto per vedere le trame quando leggeva un titolo interessante.

Nel suo essere distratto da tali azioni, semplicemente non gli importava quasi più delle persone che lo vedevano: aveva lasciato perdere il conto, la sua attenzione era solo e soltanto per le copertine, vecchie o nuove, dei volumi, alcuni più sottili, altri paragonabili a dei veri e propri mattoni che lo avrebbero costretto a leggere in posizioni ultra scomode, sentendo le proprie gambe addormentarsi o la schiena urlargli a dietro per lo sforzo.

Scelse di buttarsi su un volume medio almeno per iniziare, poi si mise seduto ad uno dei tanti tavoli vuoti presenti, sempre costruiti nel legno, cominciando la propria lettura praticamente all'istante, non notando neanche quando un altra persona si mise seduta al suo stesso tavolo, un po' per leggere a sua volta, un po' perché tanto i tavoli avevano già iniziato a riempirsi tutti e che andasse in uno od in un altro non cambiava nulla.

Costui, in ogni caso, era un ragazzo dalla pelle pallida, dai capelli neri - senza riflesso alcuno, raccolti in una mezza coda- e dagli occhi azzurrino-grigi.

Indossava una camicia a quadri rossi e neri, la quale sovrastava una t-shirt grigia e dei pantaloni da tuta neri, tutto concluso da delle All Star e da un pezzo di stoffa appoggiato alle sue spalle che dava un ovvio indizio su che creatura fosse di preciso.

Ragazzo che, perlopiù, quando si mise a sedere a tale tavolo, accavallando le gambe al di sotto di esso per tenersi comodo, non poté fare a meno di lanciare un occhiata generale, comprendendo anche il biondino, tutto in estremo silenzio, trovando noioso il chiacchiericcio di tre ragazze che trattavano in maniera descrittiva di un libro a suo parere noioso da fare schifo, soprattutto perché avrebbe teoricamente dovuto essere un romantico - un genere che lui amava da morire in genere -, ma che andava a cacciarsi in dell'erotismo assolutamente inutile e mal descritto, tale da fargli ruotare gli occhi dall'esasperazione, tutto prima di gettarsi sul racconto che di suo aveva pescato fuori dall'ammasso di copertine sfregiate nel reparto d'amore - era assurdo come alcuni di questi fossero stati maltrattati, in precedenza! L'unica fortuna era appunto che all'interno erano tutti interi, però una simile distruzione di copertine gli faceva male al cuore, davvero- .

E sia lui che Hycarus rimasero in biblioteca per così tanto tempo che buona parte di essa, durante la lettura generale, era tornata a svuotarsi man mano, lasciando appunto i due ragazzi e poche persone che facevano solo via vai per scegliere qualcosa da portare in camera.

Quando il biondo si disimmerse dalla lettura fu per via del fatto che nel libro veniva trattato a grandi linee di un castello e di così tante stanze, più o meno nascoste, che ti facevano perdere.

Non era tanto il concetto che lo distolse... E nemmeno la descrizione, anzi: il giallo era parecchio bello e ben trattato, soprattutto negli ambienti, ma non poté non rimanere alquanto perplesso a vedere un simbolo disegnato sull'angolo della pagina, proprio affianco al trattare di quelle aree del castello.

Era una stella a sei punte con al centro una grossa B ed una N, poi due righe che svolgevano tre curve, come se fossero delle onde.

Lo trovò immediatamente bizzarro, prendendo a sfogliare in fretta e furia le pagine per vedere se tale disegno fosse trovabile altrove, in qualche modo, se quello che lo aveva disegnato lo aveva fatto per scopi dentro al volume, come quando si annotava qualche appunto per ricordarti una citazione complicata in una saga piena di dettagli.

Nel libro però non apparve più e lo lasciò per certi versi con l'amaro in bocca, notando per la prima volta il ragazzo davanti a lui, il quale aveva alzato lo sguardo a sua volta e lo fissava incerto - forse per via della sua improvvisa mania di voltare le pagine a velocità anormale -, tornando però subito dopo a guardare il proprio libro come se nulla fosse accaduto.

Hycarus sospirò amaramente, scuotendo il capo varie volte per cercare di tornare alla lettura e scacciare il più lontano possibile la curiosità che aveva capovolto il suo cervello in maniera così netta... Ma fallendo, anche perché riprovando a leggere dalla pagina che aveva interrotto, il suo occhio cadde di nuovo sul disegno, cominciando a fissarlo con insistenza.

"B...N? Bianco e Nero?... Buco Nero? Perché sono in fissa con la parola Nero? Uff... Ma é qualcosa che c'entra con il libro? Perché sennò appunto la protagonista si chiama Beatrice, ma suo fratello non ha nomi con la N. E perché poi delle onde? Loro non sono in un posto con un mare o un lago e... Aspetta."

Hycarus spalancò gli occhi per un istante, sentendo come una sorta di fastidio sotto le dita nel mentre che l'istinto gli urlava che era vicino ad una soluzione.

Soluzione per fare cosa non ne aveva idea neppure lui, davvero, non aveva nemmeno idea se stesse viaggiando troppo con il cervello o meno, però percepiva come eccitazione all'idea di trovarsi davanti ad un mistero vero e proprio, quindi semplicemente non voleva tirarsi indietro.

Si guardò attorno, notando ancora una volta come la biblioteca fosse quasi totalmente deserta se non per il ragazzo corvino e una ragazza che stava mettendo in ordine i libri tra gli scaffali.

"Potrebbe non c'entrare un fico secco. Potrebbe non essere minimamente collegato a nessunissima cosa. Ma... E se la B stesse per Biblioteca, la N stesse per Nave o... Nord?... E dovessi cercare nel Nord di questa biblioteca la stella a sei punte?"

Si mise in piedi, portandosi il libro al petto ed iniziando silenziosamente ad attraversare tra gli scaffali come se niente fosse, guardandosi attorno.

Poteva starsi immaginando tutto, il disegno poteva essere quello di uno studente annoiato che magari aveva segnato le proprie iniziali sulla pagina, ma era davvero una coincidenza il fatto che il disegno fosse affianco alle stanze esposte o meno esposte di un castello?

Forse sí... Forse era proprio una cosa a caso. Ma Hycarus era un gattino curioso quando si trattava di questo genere di cose e quindi tanto valeva vagare tra volumi con l'attività che sapeva svolgere meglio: osservare.

Sbirciando e strizzando gli occhi fino agli estremi, il biondo cominciò a scrutare con pura attenzione la serie di incroci di legno delle pareti, della libreria e la carta delle copertine dei libri con totale disinvoltura, come se non sentisse i brividi percorrere la sua pelle a ripetizione e soprattutto come se il suo cuore non rimbombasse nelle sue orecchie.

Trovò diversi libri che conosceva e tantissimi che gli erano sconosciuti, ma che soprattutto avrebbe volontariamente letto, però li mise tutti da parte, preferendo piuttosto studiare la sfumatura nocciola del pavimento e cercare un segno, un qualsiasi segno che rendesse vane le sue ricerche.

Gli ci vollero circa trenta minuti buoni più un brontolio di stomaco sordo e fastidioso, ripetuto perfino tre volte, per gettare la spugna, decidendo prima di cenare e poi in seguito di tornarsene in camera sua, sentendosi esausto e forse anche un po' deluso dal suo sciocco indagare.

Uno sciocco indagare che, comunque, non voleva proprio abbandonarlo, difatti continuò a cercare possibili abbinamenti tra B ed N per tutto il percorso di raggiunta del ristorante.

*

Quando fece la sua entrata nella sua camera, si trovò davanti i suoi coinquilini prima ancora che se ne rendesse conto, paralizzandosi sul posto per la mancanza di aspettativa.

Il primo ad avvicinarsi fu un ragazzo alto e dalla muscolatura abbastanza accentuata, dalla pelle chiara.

Aveva dei capelli cioccolato, lunghi e morbidi ed ordinati, con gli occhi dello stesso identico colore ed indossava una felpa bianca, dei pantaloni neri accompagnati da una cintura e delle scarpe da ginnastica, anche lui con un pezzo di stoffa disposto sulle spalle.

Il ragazzo in questione gli porse la mano, sorridendo in maniera estremamente luminosa, tale che una simile espressione non andava lontana a quella della Klabautermann, ovvero, in poche parole, il disagio del biondo poté solo tornare a bussare alla sua porta.

<< Ciao. Piacere di conoscerti, io sono Cameron... Lui invece...>> Andò ad indicare la persona poco distante da lui, una persona che Hycarus notò solo dopo, forse per il suo essere più basso e magro del compagno, sentendo uno strano brivido ad incrociare lo sguardo azzurro e magnetico del preso in causa << É Delmar>>

Il biondo non poté fare a meno di vagare in quella pettinatura disordinata di un acceso rosso sangue, come altrettanto non poté non sentirsi quasi atterrito a quel che di... Pericoloso, forse... Che sembrava nascondere sotto sotto.

Deglutí a fatica, presentandosi a sua volta a Cameron ed accettando la stretta di mano con più o meno la stessa diffidenza con cui aveva accettato quella di Helen.

<< Io invece sono Katsueki Nakamura >> si presentò un ragazzo che doveva avere sui quindici anni circa, con un volto però parzialmente nascosto da cerotti e bende.

Aveva due occhi grandi, grigio scuro e dei capelli corvini, di una massa parecchio evidente, ma soprattutto, di un disordine tale che, a vederli, il biondo non ci trovava neppure un minimo di filo logico.

<<Eridor Kuraidesu>> intervenne subito dopo un quarto coinquilino, portando Hycarus a spalancare gli occhi nel realizzare che costui era lo stesso ragazzo che aveva già visto con Yael qualche serie di ore prima, non potendo trattenersi dal cercare di nascondere la propria sorpresa con un semplice tossicchiare di disagio.

L'ultimo invece, il quale non si presentò, preferendo piuttosto tacere, fissandolo e risultando parecchio appariscente con i suoi capelli bianchi e grigi, i suoi occhi grandi, di un verde foresta, con una sfumatura marrone chiara sul fondo... E la maschera a forma di becco che dominava il suo volto, tutto accompagnato dal cappuccio nero ed oro, attaccato ad un mantello lungo fino alla parte delle sue caviglie.

E se già apparve appariscente, lo divenne ancora di più nel momento in cui, così, dal nulla più totale, si gettò addosso al biondo, afferrando il suo braccio sinistro dal polso -facendogli mollare il libro che aveva dalla sorpresa, ma non solo. Probabilmente perse dieci anni di vita - prendendo ad annusarlo come un cane, tanto da fare diventare il viso del biondo di striature rosse perfino sulle orecchie.

<< Ma che... Cos...>> Balbettò con voce estremamente acuta il biondo, gli occhi spalancati, prendendo subito a dimenarsi dalla presa.

<< Odore interessante >> asserí il ragazzo, ignorando le imprecazioni del biondo con espressione calma e serena, questo prima di fare luccicare i suoi occhi << Escluderei che tu sia un Licantropo, un Lupo mannaro, un Vampiro, una Fata, un Fantasma, un Mago ed un Drago. Poi getterei fuori a calci anche Sirena, Selkie e Ninfa. Sicuramente non sei un Troll ed uno Zombie, sennò in secondo caso ti avrei già strappato un arto. Che cosa sei?...>> Una pausa, in cui Hycarus si ritrovò ad avere la bocca così spalancata che probabilmente avrebbe potuto entrarci perfino una pentola, a tratti, il tutto mentre non era assolutamente sicuro di cosa e se rispondere alla domanda appena formulatagli.

<< Oh? No, puoi anche non dirmi nulla, davvero. Lo capirò da me.>> come per confermare questo fatto, il ragazzo si abbassò la maschera a forma di becco che portava, mostrando due labbra rosate stese in un sorriso mellifluo, questo prima di annusarlo meglio un secondo e rimettere la maschera al suo posto << Io sono Luciel Kennedy, comunque. Mago di prim'ordine dalla bottega di Sidney>>

Pochi secondi dopo aver sentito la parola 'mago', Hycarus era passato da visibilmente confuso a gelido, la sua espressione divenne così fredda e distaccata da convincere in qualche modo Luciel a mollare il suo polso, facendo rendere conto solo in quel momento al biondo delle sue unghie viola, dando così la conferma della sua natura e peggiorando ancora di più l'aurea calata sul Maledetto.

<< Devo supporre di non avere l'apprezzamento di già tre persone in questa stanza. Peccato >> borbottò l'albino, guardando alla sua sinistra per poi stringersi nelle spalle con disinvoltura, agitando le mani a destra e manca << Non avrei mai immaginato che essere mago mi portasse addietro così tanta negativa nomea. É un bene che non abbiate almeno i forconi >> ridacchiò, andando a sedersi con grazia sul suo letto, il quale si dimostrò essere quello sotto nel letto a castello, venendo seguito con lo sguardo da tutti e cinque gli altri.

<< Ma posso assicurare che non ho alcuna voglia di scaraventare incantesimi a destra e manca solo per gusto di farlo! E sarei davvero, davvero contento se riuscissimo a fare amicizia in qualche modo.>> concluse, battendo le proprie mani tra di loro circa due volte.

<< Per me non ci sono problemi>> rispose Cameron con tono educato, sempre sorridendo in maniera dolce ed allegra all'unisono, lanciando un occhiata al ragazzo dalla chioma rossa, come per chiedere il suo parere silenzioso e ricevendo a malapena uno sbuffo irritato.

<< Nemmeno per me >> intervenne a sua volta Katsueki con tranquillità, muovendo leggermente una mano, riuscendo appena in tempo ad evitare che questa cadesse a terra una volta dopo aver notato che aveva cominciato a staccarsi, riattaccandola ed arrossendo un po'.

Eridor, invece, si limitò a guardare il Mago con espressione alquanto sospetta, quasi contratta, questo prima di dire a malapena un << Ok >> andando ad entrare poi in bagno.

Hycarus invece non disse nulla, preferendo afferrare silenziosamente il proprio libro dal suolo, l'espressione così seria e insensibile che non si capiva minimamente cosa stesse pensando nel mentre che prendeva a salire sulla scala e si sedeva sul suo letto senza proferire parola alcuna, trafficando di nuovo con la sua valigia, prendendo vari -ma davvero difficili da notare - respiri profondi.

<< Quali parti dell'armadio avete già occupato?>> domandò, lanciando un occhiata rapida al Fantasma, tornando poi alla sua roba come se non avesse proprio parlato.

<< In realtà non abbiamo ancora messo via nulla >> rispose lui, iniziando poi la spiegazione dopo qualche secondo scarso << Abbiamo preferito aspettare un po'... Per sicurezza, così da spartircele per bene, ecco >> disse, passandosi le mani tra la chioma in maniera alquanto distratta, ma sistemandola dopo qualche istante in una rapida coda, così da non torturarli in nessun modo << Dopotutto avevamo scelto già i letti prima che tu arrivassi in camera... Abbiamo scelto di attendere un pochino di più almeno per il resto, così da non risultare forse maleducati >>

Hycarus si limitò ad annuire appena, dicendo poi un secco << Grazie >> e sentendo subito il bisogno di eclissarsi in un modo o nell'altro.

Non era abituato a stare tra persone.

Non più.

Da tempo, ormai, ciò che era abituato era tacere, pensare, studiare e viaggiare, non di certo mettersi a fare lunghe chiacchierate.

No, decisamente no, anzi, le chiacchierate non gli nascevano mai, e... la mancanza di parole da spendere per aprire un discorso lo faceva sentire a disagio, un po' come uno scolaretto al primo giorno scolastico.

E, perlopiù, a peggiorare la situazione, come se non bastasse già il tutto, aveva un Mago come coinquilino.

"Ma che meraviglia"

Avrebbe preferito mille volte di più trovarsi un Demone ad un Mago: non gli importava se fosse sembrato quasi amichevole, lui non gli avrebbe ceduto fiducia tanto facilmente, per non dire che non gliela avrebbe ceduta affatto.

Sapeva che non avrebbe dovuto avere pregiudizi, ma era più forte di lui il non riuscire ad accettare gli Stregoni e le Streghe, quindi era alquanto difficile che abbassasse un muro e gli permettesse di diventare suo amico o anche solo qualcosa di più vicino ad il semplice conoscente .

Per certi versi, il biondo si sentiva preso in giro, preso in giro dal fato... Si era sempre sentito così... E a quanto pareva, anche questa volta il destino si divertiva parecchio ad instillare in lui negative emozioni e negative situazioni.

"Spero almeno che non mi disturbi più... Anche se ne dubito parecchio"

*

Il Maledetto rimase a leggere fino a sera tarda, sdraiato nel letto con una piccola lucina che veniva smorzata dalla vista degli altri grazie alle coperte che rimuovevano il suo bagliore, soffocandolo visibilmente, lasciando solo nero puro nella camera.

Spesso, mentre leggeva, il biondo guardava l'orologio, tenendo conto delle ore che passavano , riuscendo a regolarsi poiché il pensiero del simbolo disegnato continuava a giocherellare con la sua mente, intrappolandola in quell'indovinello di cui a tratti temeva di non aver proprio mai nessuna risposta.

Tutti gli altri dormivano, lo sentiva attraverso i loro respiri cadenzati... E Hycarus, oltre ad essi, poteva sentire il soffiare del vento ed il muoversi delle onde sotto alla nave, poteva percepire i sussurri del legno contro il liquido e quello che sembrava un canticchiare fuori dalla porta.

Rendendosi conto della propria mancanza di attenzione sulle pagine, nonostante gliene mancassero soltanto una trentina prima della conclusione, decise di alzarsi dal letto e di prendere aria, spegnendo dunque la lucina per la lettura, facendo scricchiolare un poco le scale nel mentre, afferrando una maglia più pesante da indossare per evitare di diventare, in un modo od in un altro, un vero e proprio ghiacciolo umano - cosa che non avrebbe particolarmente apprezzato, davvero -.

E così mise piede fuori dalla sua stanza, chiudendo la porta alle sue spalle e  cominciando a camminare a vuoto per i corridoi, lasciando vagare le dita sulla superficie del corrimano, prendendo grande boccate di aria notturna con costanti ispirare ed espirare, perfino ritmati a tratti.

Non c'era nessuno, non un anima viva... E neppure morta... Solo lui, intento a camminare, vedendo tutte le stanze C e lasciando che fossero le sue gambe a guidarlo ovunque esse volessero andare, dando quasi carta bianca ad i suoi arti - escludendo ovviamente il fuori bordo, in tale opzione non ci sperava molto-.

Si ritrovò a scendere le scale varie volte, una dopo l'altra, continuando nel suo scendere fino a decidere di fermarsi, rendendosi conto di non avere la più pallida idea di che piano lui avesse raggiunto, riscuotendosi e domandandosi se salire e tornare alla camera in generale - anche perché dove sperava di andare all'una e cinquantatre di notte? - ma ignorando il pensiero, preferendo piuttosto cercare di orientarsi, visualizzando mentalmente quante volte avesse fatto le scale per arrivare dove era in quel momento, fallendo miseramente per la mancanza di conto.

Fu piuttosto nel suo svoltare a sinistra e sbucare in un corridoio piccolo, dritto e lungo, trovandone la conclusione tramite una porta che lo gettava nella Hall che comprese di aver raggiunto il piano Zero... E notando in seguito come l'istinto lo stesse ridirigendo verso la biblioteca ancora una volta - era veramente una causa persa, se ne rendeva conto - e finendo in essa, sentendo l'orologio appeso alla parete ticchettare i secondi che passavano.

Oltre all'orologio, vi era un silenzio ed un buio totale, in un modo così estremo che non vedeva neppure il suo naso.

Un buio che però durò ben poco, poiché con lo scoccare delle due di notte, una luce prese a brillare su uno degli scaffali, luminoso in maniera tale da accecare il biondo, il quale la ricevette direttamente negli occhi.

Fu dopo qualche secondo che realizzò da dove questa luce provenisse in maniera precisa.

Era sul dorso di un libro massiccio... E nasceva proprio dal simbolo di una stella a sei punte.

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Hello dearzzzzz

Yesss, ho pubblicato sto capitolo di 4500 parole. A praticamente mezzanotte, perché a mezzanotte lo ho finito.
Probabilmente fa schifo.
Idk.
Se lo fa, lo riscrivo.
Ma la cosa é che pare schifoso a me, a voi non so, quiiiindi....

vi è piaciuto il capitolo?
Quanto volete il prossimo da 1 a 10?
Avete visto errori grammaticali?
Qualcosa che cambiereste?
Cosa pensate che accadrà?
Avete capito il simbolo, per certi versi?
Lo avevate già capito o proprio nada?
Vi sono state tante comparse di character in questo capitolo, plus uno che ho creato io stess* perché mi sono res* conto di non aver scelto nessun Mago o Strega e quindi HACK. ME SENTO SCEM. Probabilmente ce ne erano già, ma poi Luciel ha iniziato a nascermi nel cervello e quindi adios.

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