Smerinthus Ocellata

Da qualche parte rovesciano il capo anemoni innevati
agitati da venti impetuosi non più addormentati.
Da questa parte c'è il tormento  del corpo piegato
come sangue nelle vene azzurre imprigionato.

Un'esile frusta sibila la propria rabbia
e con suono terribile e agognato
_ voce che guida e mai tace _
mi trascina in un tepore di gabbia.

La carne come cedevole umida sabbia
a salire con i fianchi
su fiamme mugolanti che un bacio aggancia.

I sessi con occulte scosse catturati
_ labbra tumide calde arrancano _
nell'agonia di occhi annebbiati.

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