Apatura Iris

Sotto i tuoi passi crepita la sabbia del sentiero,
in un silenzio cocente, colmo di tensione,
il sole tondo e cieco, si fa rosso sangue.
Il corpo pieno d'ansia,
l'accendersi del desiderio
che il riposo estivo, armonizzato da cicale,
propaga all'inerzia della mia figura carnale.

L'ansia diventa attesa, brivido sul corpo arreso;
ogni rima, pur fragile, si fa corda tesa.
Un nugolo di ricordi si annoda tra le dita;
così tu, ladro di tempo,
mi porti le ore tra i denti, doni fedeli
sicuri per le nostre menti.

La strada è di corde,
strappi ineguali, fiati smozzicati,
che percorrono e corrono
diventando mani affamate
_ aprono, tirano, bruciano, stringono _
bloccano ed espongono
agli occhi i desideri più osceni.

Lasci nelle vene i tuoi tannini,
le corde camminano e il sangue
cristallizza i suoi metalli,
percorrono e corrono
stringono insensibili
e accarezzano morbide
per tempi infiniti, possibili.

Serrano,
impazienti di piste sudate,
aprono alle dita corpo di donna e voci arrochite
percorrono e corrono
diventano sogno
sospendono il tempo, ribaltano la percezione
paralizzano il corpo in un altrove.

L'attenzione si sveglia
trama erotica la realtà diventa
percorrono e corrono;
le corde sono metafora,
parola per la lingua dei desideri
strumenti per rappresentare l'immaginato.

Sono i tuoi baci salati, impazienti,
la lingua tagliente, precisa narrazione,
i movimenti del tuo corpo imprevisti e ferrosi,
la mia pelle mutata in universo
il primo sorriso dei miei oscuri terremoti.

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