La fine della storia

Titolo: La fine della storia

Genere: Fantascienza

AutoreWoddafunk

LA FINE DELLA STORIA

Che titolo strano per un libro, non credete? Ma penso che già dal titolo riesca a introdurci nell'atmosfera che si respira durante la lettura. Sin dalle prime pagine si sente forte l'odore della guerra. Voi direte "be', certo, parla di guerra, hai fatto la scoperta dell'America". Ok, ma non sto parlando solo dell'argomento che viene trattato, ma anche del modo in cui viene trattato.

Iniziamo subito assistendo ad un agguato nei confronti dell'alto ufficiale pluridecorato Gedalt Dest e del figlio Elos, che combattono entrambi per la Nazione, e si trovano entrambi sul campo di battaglia. Ma miracolosamente, l'unico a perire è l'ufficiale, mentre il giovane Elos si salva.

Il Despota della Nazione, il Nobile Stardust, soprannominato l'Ultima Risorsa, gioisce per la sua morte, ma viene subito messo al corrente che il figlio è rimasto vivo. Subito parte una spedizione per portare a termine l'agguato che doveva uccidere anche il figlio. Ma Elos non si è salvato miracolosamente. È stato Not a salvarlo, uno dei soldati ingaggiati dal Despota per quell'agguato.

Scopriamo così che Not non è un semplice soldato, ma un uomo macchina, il suo corpo è per metà bionico, per metà umano, creato in laboratorio per servire la Nazione. Ma come mai è stata la Nazione a dare l'ordine di uccidere Elos e suo padre se entrambi facevano parte dell'esercito della Nazione stessa? Elos lo scoprirà a sue spese e Not lo prenderà sotto la sua ala per esercitarlo a diventare un vero soldato e potersi difendere da solo. Not infatti fa parte di un'organizzazione segreta chiamata "H.O.P.E.", creata per difendere i componenti di una famiglia importantissima, di cui Elos sembra essere l'ultimo discendente...

La lettura di questo racconto mi ha catturato quasi subito, risvegliando in me i ricordi ormai sopiti di quei film di guerra che guardavo in televisione insieme a mio padre quando ero piccola, e questo è da attribuirsi soprattutto all'abilità di Woddafunk nel saper ricreare l'atmosfera giusta, sia per il lessico azzeccato che per i termini adoperati della descrizione dei personaggi che dell'ambientazione.

I personaggi, nel momento stesso in cui entrano in scena, scarseggiano un po' per quanto riguarda le descrizioni fisiche, soprattutto per il fatto che Woddafunk non si sofferma molto a descriverli, fa una cosa molto veloce, ma poi riesce comunque a farceli conoscere in modo adeguato grazie ai dialoghi estremamente realistici e all'accuratezza delle azioni che fa compiere ad ognuno di loro. In questo modo, riesce a creare caratteristiche particolari per ogni personaggio ed impariamo a riconoscerli anche solo in base a quello che dicono o che fanno, da quanto sono ben descritti a livello caratteriale. Questo è davvero una dote innata, non tutti sono capaci di creare in modo così marcato il carattere di molti personaggi in una volta sola.

Come ho già detto, l'atmosfera che si respira durante la lettura è propria della guerra, il modo di scrivere di questo autore è marcatamente forte, si sente che l'autore p un uomo, e la cosa mi ha entusiasmata, soprattutto in un mare di libri scritti da donne. Ma al tempo stesso riesce ad alleggerire l'atmosfera forte della guerra con qualche battuta più leggera e divertente. Questo espediente non solo rende la lettura più divertente e leggera, ma anche ulteriormente più reale, immergendoci ancor di più nella storia stessa.

Una pecca che ho trovato è che spesso mi sono chiesta in quale momento storico avvengono queste situazioni. Ok che è un genere di fantascienza, ma ci sono molti dettagli che fanno pensare ad un futuro, come le spade ad impulsi, ma alla fine si sente la mancanza di un chiarimento, di un punto di riferimento temporale. Ci sta che stia parlando di un futuro prossimo, oppure remoto. Siamo fra 10 anni o le situazioni sono di un futuro ancora più lontano?

A livello grammaticale, si rimane veramente entusiasti di questo libro. La lettura è scorrevole e lineare, è davvero piacevole anche sotto questo aspetto, tranne alcuni punti in cui si incontrano degli errori davvero particolari. Ne fa pochi, veramente pochi, ma quei pochi che fa fanno veramente restare un po' basiti, come quando si incontrano errori tipo "allo scuro", invece che "all'oscuro", oppure anche una serie di doppia punteggiatura alla fine dei dialoghi. Se anche in fondo al dialogo c'è un punto interrogativo, non c'è bisogno di metterci anche una virgola o un punto. Il punto interrogativo sostituisce ogni altra eventuale punteggiatura.

Una cosa che mi ha fatto veramente sorridere e divertire è la scelta che l'autore ha fatto nel dare i vari nomi ad alcuni personaggi. Infatti vediamo nomi come Mandarine, oppure Mister Onion, Webb oppure Dear, ma anche li stessi Not ed Elos. Chi ha un minimo di conoscenza dell'Inglese, questi sono tutti nomi che subito riportano alla mente la loro traduzione, di conseguenza il loro significato. Questa scelta di nomi non credo sia stata casuale. In questo modo il lettore non ha bisogno di imparare i nomi di tutti i personaggi per ricordarseli, Woddafunk gioca sul fattore delle associazioni per fare in modo che i suoi personaggi non cadano nel dimenticatoio. Be'... tanto di cappello per una scelta del genere.

Come ultima cosa posso dire di essere stata davvero entusiasta di essere venuta a conoscenza di questa storia e di questo bravissimo scrittore. Mi auguro che una volta terminato questo libro, non si fermi a questo ma decida di continuare a scrivere, perché lo ritengo un vero talento che non deve fermarsi ad un solo libro.

See you later...

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