Salvataggio
- Credevo fossi morto, in modo permanente- disse l'uomo avvicinandosi a me senza timore.
- Giovanni è scomparso, so che ci sei di mezzo tu.- continuò parlandomi con tono sprezzante.
-Cosa te lo fa pensare?- Chiesi senza scompormi più di tanto.
- Giova sparisce e guarda un po' chi si vede in giro... TU!- Sputò fuori il biondo arrabbiato.
-Sono qui per salvarlo, ed è quello che farò, poi una volta sistemato mi occuperò di te personalmente.- dissi, senza utilizzare toni minacciosi, bastarono quelle sempici parole per turbarlo.
-TU... Cosa vuoi farmi? Non merito l'inferno.
-Leo, conosco i tuoi desideri avidi e lussuriosi, non mentirmi.
Giovanni's Pov
Andai con l'uomo, mi portò in una stanza, po fece cenno con la testa di sedermi, feci come suggeritomi e mi sedetti comodamente.
-Giovanni, tu sei qui per un motivo.- incominciò lui, come se non sapessi già tutto e ciò che aveva in serbo per me.
-So dove vuoi arrivare, la mia risposta è NO!- dissi con decisione.
-NO? Hai idea dell' importanza dell' opportunità che ti sto offrendo?!- Mi chiese a denti stretti con rabbia e frustrazione, ma per quanto fossi spaventato rimasi fermo sulla mia decisione.
-Non sarò il burattino di nessuno, non più, tanto meno tuo! Offrimi ciò che vuoi ma sappi che non cederò.- Risposi in tono pungente, ero irremovibile.
Dopo le mie parole il mio rapitore ghignò e in meno di un secondo ebbi mani e gambe bloccate.
-Vedrai che prima o poi cederai, caro Giovanni Leveghi- Detto ciò mi si avvicinò pericolosamente con una tenaglia in mano.
Mi staccò un' unghia, urlai dal dolore mente lui rideva compiaciuto, cominciò a colpirmi ripetutamente in alcune parti del corpo, poi prese del fuoco e si divertì ad ustionarmi e con un coltello ad incidere la mia pelle sulle ustioni appena create. Andò avanti così per giorni, dal mio punto di vista ma sarebbero potuti essere anche mesi o anni, non ne ero certo, però quel giorno venne da me senza utensili strani e allora capii che avrebbero avuto inizio le torture mentali. Mi fece subire allucinazioni una peggio dell'altra, vedevo i miei amici tutti loro morire e accusarmi della loro morte, mi davano del codardo, dell' egoista, mi rinfacciavano del fatto che io non avessi accettato di prendere la mia posizione nell'apocalisse e per questo tutti loro erano morti, a causa mia solo per causa mia. Era arrivato il momento di cedere, ero sicuro che quello fosse il futuro che avrei creato se avessi continuato a rifiutare l'offerta del mio rapitore.
Ero pronto a dire di si, finché un gran trambusto non mi fece tornare alla realtà, era Andrea aveva sfondato la porta della mia ''prigione'', che ci faceva lì? Il mio sguardo incontrò il suo e dentro quegli occhi verdi vidi soltanto il male ed il vuoto totale.
-Ecco il nuovo serpente, come ti fai chiamare? Re delle bugie? Angelo delle tenebre?- Disse il mio rapitore avvicinandosi al mostro che stava sulla soglia.
-Semplicemente Andrea- Rispose l'essere senza scomporsi.
NO.
Lui non era Andrea.
-Cosa ci fai qui? Sei stato cacciato,Demonio- Disse il rapitore sferrandogli un pugno dritto in faccia.
-Affari, voi idioti angelici avete fatto un passo falso ed ora io ve lo faccio rimpiangere- rispose lui,rimanendo per un attimo lì fermo.
Il mostro poi si scagliò su di lui colpendolo ripetutamente, riuscì a schivare i colpi del rapitore e con rapide mosse gli torse il braccio dietro la schiena e lo sbatté con violenza a terra.
-Le mie truppe si sono già mosse, Giovanni pregherai piangendo di ricevere la grazia di Michele. Questo è un avvertimento- disse l'uomo ma il mostro mi guardò intensamente, prendendo il suo pugnale e lo conficcandolo nella testa dell'uomo a terra.
Si avvicinò a me e mi liberò, mi porse la mano con la presunzione che l'avrei afferrata, ma la scansai bruscamente e mi alzai da solo con le poche forze rimaste, uscendo dalla stanza in cui ero rinchiuso e camminai il più veloce possibile verso l'uscita. Ma la bestia mi raggiunse comunque e si mise a camminare al mio fianco.
-Non si saluta più?- Domandò con tono ironico, mi girai verso di lui e lo guardai dritto neglio occhi con disgusto.
-Zitto! Sei un mostro, uno schifoso essere ripugnante, portami a casa e poi vedi di sparire dalla mia vita- Sputai fuori con acidità e rabbia.
Fece come gli ordinai finalmente era a casa mia.
-Giova...io..- cercò di parlare ma lo interruppi bruscamente.
-Vattene ora e vedi di non tornare più.- Quelle parole mi fecero male, ma dovetti dirle per forza, dovevo eliminarlo dalla mia vita, era nocivo per me.
Andrea's pov
Rimasi sorpreso da quelle parole, ma lo ascoltai e sparii da quella casa, tornai all'inferno, la mia vera casa. Per quanto fossi cattivo avevo ancora un briciolo di umanità, ma quel giorno sparì anche quella insieme a lui, ero diventato una macchina da sterminio, avrei sottomesso l'intero creato senza risparmiare nessuno.
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