Nuove Vite


La mia vita stava andando avanti perfettamente, non pensai più alla persona che mi fece soffrire, ebbi come una rinascita dalla morte del mio amico.
Il canale stava andando avanti senza nessun problema, provai inizialmente da solo ma capii che a lungo andare non ci sarei più riuscito, quindi decisi di farmi aiutare da Leo.

Ci vedevamo a casa mia, anche se non era molto grande però per i video poteva andare bene, bastava usare il salotto.

Ma vi starete chiedendo, perché questa decisione? Perché non far morire Inoobchannel insieme ad Andrea?

La risposta è semplice, lui non lo avrebbe voluto, e per quanto avessi fatto poco in quel periodo, dovevo dargli questo riconoscimento e renderlo orgoglioso. Diceva sempre
"il lavoro prima di tutto." e io decisi di seguire questa sua frase.

Era un giorno di novembre piovoso qui a Trento, Leo come al suo solito era in ritardo e io dovetti aspettare con tutto il set-up pronto per circa trenta minuti.

Poi suonò il campanello e io ovviamente aprii.

- Ciao Leo. - dissi condialmemte, forse in quel periodo cambiai un po'.

- Hey Giova! Hai già preparato tutto? - chiese entrando in casa e appoggiando le sue cose dove era solito metterle.

- Si, da tipo trenta minuti. -

-Scusa, sono un po' in ritardo - si scusó, avesse solo un ritardo a livello di orari...

Per fare una cosa veloce optammo per un flash Q&A, non perché facevamo solo quello, ma eravamo un po' a corto di idee e fu l'unica soluzione abbastanza rapida. Prendemmo le domande da Instagram, come eravamo soliti fare e rispondemmo.

Alcune domande erano da tagliarsi le vene, altre dementi come al solito e alcune abbastanza puntigliose.

- Spawn ma perché hai continuato con Leo? - lessi una delle tante domande.

- Perché sennò niente video- risposi velocemente.

- Dobbiamo sospettare una Leokiller? - lesse Leo scoppiando poi a ridere.

-ma nooo, voi siete malati seriamente. - risposi sempre io velocemente, mente Leo si metteva a fare battute.

Le altre domande si aggiravano tra "ti manca Camper?" e "Quante bestemmie tirate al giorno" quindi era abbastanza chiaro il dislivello.

Dopo un' ora buona finimmo di registrare, congedai Leo e mi misi al computer a trasportatare i file sul computer per poi passarli a Leo dato che non avrei potuto editare solo io, e ci dividevamo il lavoro in due.

Ripensando alla domanda di prima? Si, mi mancava Andrea, ma non deve essere una cosa strana, se muore una persona a te cara è ovvio che ci stai male e che tu soffra, soprattutto se è una di quelle persone che conosci sin dalla tenera età.

Mi tornarono in mente le sue ultime parole.

Io sono all inferno.

Sarò lì a soffrire e ad essere torturato.

Troverò la forza di andare avanti.

Chissà se c'era riuscito realmente...

Andrea's pov

La mia testa ciondolava da sinistra a destra, gli occhi si aprivano e si chiudevano ad intermittenza, non ero perfettamente cosciente.
Provai a passare una mano sul viso, ma constatai poi che le mie mani erano legate da una cinghia di cuoio, la stessa sorte alle gambe.
Presi completamente conoscenza ero su un tavolo in ferro, leggermente inclinato, provai a dimenarmi ma fu inutile.

Poco dopo entrò il torturatore della giornata, con il suo carrellino e gli attrezzi che gli sarebbero serviti ad infliggermi dolore.

Torturatore diverso, scenario diverso.

- Ma ciao, come andiamo oggi? - tentò si mettere in piedi una conversazione.

-Fottiti. - dissi di tutta risposta.

- Da quanto sei qui? - domandò, già parlava troppo e non mi piaceva.

- Anni o secoli, non lo so, il tempo qui scorre diversamente. - riposi tagliando corto.

- se vuoi te lo dico io- disse ironicamente il demone innanzi a me.

- VUOI CHIUDERE QUELLA BOCCA?! - sbottai infastidito, in risposta lui mi infilò un cacciavite nel polso, urlai dal dolore.

Da lì incominciò la vera tortura: incideva la mia palle e poi ci buttava del sale o olio bollente, mi toglieva il sangue, mi rompeva ossa del ginocchio o altri punti dolorosi e molto molto altro.

Alla fine della giornata ero distrutto e come al solito svennì per poi svegliarmi il giorno seguente curato e in un altro posto per iniziare altre torture, più i giorni passavano più erano atroci.

Spesso sognavo la mia vecchia vita, quella sulla terra, dove ero un ragazzo normale con un lavoro buono e amici. La mia vita stava andando malissimo, non avevo mai smesso di pensare agli altri.

Il dolore mi diete speranza, magari qualcuno mi avrebbe fatto uscire oppure mi avrebbe aiutato. Ogni volta che mi ritrovavo su un tavolo di tortura sperai di sentire la crew sfondare la porta e venire a salvarmi... Il problema?

Lo sperai per così tanto tempo che rimase solo un sentimento di fastidio e disprezzo, ero sicuro che se ne stavano sbattendo il cazzo.

100 anni, mentre sulla terra neanche era passato un anno.

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