Cercavi me?

Non avrò esagerato?

Questa era la domanda che, da circa un quarto d'ora, Nina stava rivolgendo alla propria immagine riflessa sullo specchio della sua stanza.

Per l'ennesima volta lisciò con le mani la stoffa del vestito verde oliva che aveva scelto per quella sera. Non lo aveva mai indossato prima e dovette ammettere di apprezzare parecchio il modo in cui le stava. Forse un tantino scollato per il periodo, constatò piegando la testa di lato: le copriva solamente una spalla per poi scendere in diagonale a fasciarle il seno, proseguendo poi fino a stringersi parecchi centimetri sopra il ginocchio.

È fantastico...

Poi abbassò gli occhi sui suoi piedi: aveva messo un paio di sandali a gabbia con un bel tacco dodici a stiletto che la facevano sembrare una stanga.

Sì, forse ho davvero esagerato.
Pensò. In fondo non sapeva nemmeno dove Liam l'avrebbe portata. Non aveva più risposto al messaggio e per quanto ne sapeva la loro meta avrebbe potuto benissimo essere il Village Pub come al solito. Le aveva raccomandato di farsi bella, sì, ma aveva il terrore di aver viaggiato troppo con la fantasia.
Era anche andata dalla parrucchiera, che aveva fatto un lavoro fantastico con la piastra, creandole un movimento naturale sulle punte castane. E poi la ragazza che si occupava delle unghie le aveva...

Il suono del citofono la distolse dalle proprie riflessioni. Sorrise emozionata.
Arrivò di corsa alla porta e quando afferrò la cornetta sentì la voce di Liam irrompere allegra al suo orecchio... forse troppo allegra. Ok, senza il forse!

- Scendo subito. - rispose riagganciando.

Si precipitò in camera, ravvivò il rossetto, lo infilò nella borsetta, indossò un cappotto leggero e in dieci secondi fu sulle scale. Aprì il portone con un sorriso che arrivava quasi alle orecchie. Sorriso che lentamente si spense non appena vide Liam in compagnia di Matteo, Gianluca, Marco e consorte e Sara.

- Sorpresaaa! - urlarono tutti insieme.

Nina si ritrovò costretta a nascondere l'imbarazzo e la delusione per quella serata che aveva immaginato del tutto diversa. Aveva sperato che Liam avesse in mente qualcosa di speciale per loro e di certo non si aspettava che questo per lui equivalesse a festeggiare il suo compleanno insieme a tutti i suoi amici: Matteo in primis.

Se non altro si erano presi la briga di chiamare almeno Sara...
Fu proprio quest'ultima la prima ad andare ad abbracciarla.
- Cucciola, te stai a fa' vecchia! Ventitré so' 'na cifra! -

Nina la guardò "divertita".
- Guarda che tra un mese tocca pure a te, bella mia! -

- Dai, amo'. - intervenne Liam stampandole un bacio frettoloso su una guancia - Sbrighiamoci sennò famo tardi! -

- Dove andiamo? - domandò lei, ormai rassegnata e con una voglia tremenda di tornare a casa per indossare qualcosa di più pratico.

- Da Remo. -

Oh... da Remo, non ci vado da una vi...

Cosa??? Ma... ma è dove lavora Riccardo!

- Che c'è? Non ti piace? - ribattè Liam, che era evidente avesse notato qualcosa di strano nell'espressione di lei.

Nina non lo biasimò. Poteva solo immaginare la propria faccia in quel momento. Nella sua testa si stavano sovrapponendo un milione di domande con annesse risposte condite dalle più fantasiose imprecazioni.

Ma dico io, con tutti i ristoranti che ci sono ad Anzio proprio quello dovevano scegliere? Per non parlare del fatto che non mi avrebbe fatto schifo nemmeno sconfinare di qualche chilometro. Non dico Roma ma... che cazzo, almeno Sabaudia, Terracina o magari Sperlonga.

No. Da Remo.

Ok, Nina. Calma e sangue freddo.

Si stampò in viso l'espressione più tranquilla che il contesto le consentì di simulare e prese Liam sottobraccio.
- Ma no, va benissimo. È solo che speravo saremo stati soli io e te... - rispose a bassa voce, mentre si avviavano a piedi verso il lungomare.

- Cazzo non se mai contenta, Nina. Avevo pensato che portarti con noi ti sarebbe piaciuto. Dici sempre che ti lascio troppo da sola e credevo... -

- Liam, ho detto che va bene! - lo interruppe lei alzando gli occhi al cielo.

Si stava innervosendo e Nina non aveva intenzione di farsi rovinare la serata più di quanto non avesse già fatto.
E poi in quegli istanti aveva ben altro a cui pensare.
Iniziò a pregare dentro di sé che Riccardo non la mettesse in imbarazzo. Non riusciva a immaginare cosa sarebbe potuto accadere se di punto in bianco, tra una portata e l'altra se ne fosse uscito con un: Tutto bene, puledrina?

Liam avrebbe sfasciato il locale in meno di un minuto, gettando in mare gli inutili resti di Riccardo.

Era talmente assorta in quei pensieri distruttivi, da non accorgersi che erano arrivati.

Porca vacca, mi sta salendo l'ansia. Mi manca il respiro. Non ce la faccio.

- Che fai ti fermi? - La riprese Liam, scrutandola contrariato.

- Vi raggiungo subito. Voglio fumarmi una sigaretta, intanto prendete posto. -

Lui le rivolse un'occhiata di sufficienza e senza replicare, insieme agli altri, entrò nel ristorante. Matteo la guardò preoccupato, ma il sorriso con il quale Nina gli rispose sembrò tranquillizzarlo, tanto che anche lui si avviò all'ingresso.

Ok, respira e guardati intorno.

Si sentì una ladra mentre, quatta quatta, si affacciava in ogni punto lasciato scoperto dalle tende blu per vedere se riusciva a scorgere Riccardo. Vide passare diversi camerieri, due dei quali la beccarono in flagrante mentre spiava l'interno con fare furtivo.
Forse era il suo turno di riposo, pensò. Fece il giro e arrivò davanti alla porta esterna della cucina; era socchiusa. Ma oltre a un paio di chef e un lavapiatti rumorosissimo non vide nessuno.

A passo incerto tornò davanti all'ingresso, immise più aria che potè nei polmoni e con una mano che le tremava in maniera esagerata tirò la maniglia.
Era dentro.
La direttrice di sala le andò subito incontro per poi precederla lungo tutta la sala fino ad arrivare nella veranda esterna coperta che affacciava sul mare.

Leggermente più rilassata Nina si sedette al tavolo, dove Liam la accolse con un leggero bacio sulle labbra.
- Ti piace? - le domandò con una nota di speranza nella voce.

Solo a quel punto si accorse di ciò che aveva davanti. Al centro del grande tavolo era stato posato un gigantesco mazzo di rose, e petali di ogni colore erano sparsi per tutta la tovaglia di seta rosa.

Odio i fiori... possibile che non se ne ricordi mai?

- È bellissimo... non so cosa dire. -

- Allora non dire niente... - e senza darle il tempo per replicare, Liam catturò le sue labbra in un bacio lento e sensuale.

- Oh, eccolo! Riccardi' Vie' qua che stasera ce devi tratta' bene! -

Le parole di Matteo gelarono il sangue nelle vene di Nina. Si scostò di scatto da Liam, giusto in tempo per vedere dirigersi Riccardo proprio al loro tavolo. I loro sguardi s'incrociarono, s'incatenarono. L'espressione di lui era indecifrabile e Nina non osò immaginare la propria.
Gli rivolse un'occhiata implorante e dentro di sé pregò affinché lui l'avesse recepita.

- Buonasera, ragazzi. Allora, chi è la festeggiata? - esordì Riccardo rivolgendosi a tutti, ma guardando solo lei.

Matteo la indicò soddisfatto.
- Mia sorella Nina. Mi raccomando, questa serata dovrà essere per lei indimenticabile! -

E chi se la scorda...

Riccardo le sorrise. Un sorriso tirato, falso. Niente a che vedere con quello contagioso e sincero che ormai era abituata a vedere.

- Non la dimenticherà. Ve lo garantisco. - rispose.

E quelle parole, dette con apparente innocenza, suonarono alle orecchie di Nina lievemente minacciose.

La serata proseguì in un clima allegro e, a quanto Nina riuscì ad appurare, piuttosto confidenziale tra Riccardo e la loro tavolata. Fatta esclusione per Liam, i due si ignoravano e a lei non sfuggirono le espressioni insofferenti che tiravano il viso del fidanzato in sua presenza.
Matteo invece cercava sempre di coinvolgerlo nelle loro chiacchiere e lui sembrava perfettamente a proprio agio: tanto che a lei venne quasi il dubbio che si fosse scordato della sua presenza.

Avevano appena finito il secondo, una grigliata immensa che occupava mezzo tavolo, quando Sara, del tutto ubriaca, se ne uscì con una frase che destabilizzò Nina.
Riccardo stava ritirando i vassoi vuoti. Attraverso la camicia bianca si intravedeva la tonicità dei suoi muscoli, e fu quando arrivò il turno del piatto di Sara, seduta proprio accanto a Nina, che quest'ultima capì che lui era diventato la sua prossima, potenziale vittima.

- Credo che verremo più spesso a mangiare qui. Vero, Nina? - le disse infatti, ammiccando verso Riccardo, mentre accavallava le gambe per mettere bene in mostra l'importante stacco di coscia.

Nina allungò una mano per afferrare il calice e senza rispondere ne bevve il contenuto tutto d'un fiato.
Ma Riccardo sembrò non aver nemmeno ascoltato la provocazione della sua amica, i suoi occhi neri erano puntati solo su Nina, che ringraziò Dio del fatto che Liam e gli altri fossero presi dalle proprie conversazioni... perché un tale scambio di sguardi non sarebbe certo passato inosservato. Sara però se ne accorse, perché la sua testa iniziò a muoversi tra lei e Riccardo, come se stesse assistendo a un game infinito di tennis.

Quando Riccardo si allontanò, l'amica la tirò a sé.
- Che me so' persa, sister? - sussurrò al suo orecchio. Poi d'improvviso spalancò gli occhi e si coprì la bocca con entrambe le mani.
- Non mi dire che è lui! Il ragazzo dell'ombrello! -

- Abbassa la voce, cretina! - la sgridò. Poi, appurato che gli altri non si fossero accorti di nulla, proseguì - Sì, è lui. -

Il gridolino che uscì dalle labbra di Sara la fece sorridere.

- Cazzo, Nina. Quello ti si farebbe su un pavimento di chiodi arrugginiti! -

Lui eh? Perché io no?

- Hai visto come ti guarda? - continuò ancora Sara, etilicamente entusiasta
- Dovevi vedere quando sei entrata, lui era dietro di te e sembrava un leone pronto ad azzannare la gazzella! - bisbigliò al suo orecchio.

Cosa? Allora mi aveva già vista.

Sara continuava a parlare e Nina non ci provo nemmeno a dirle di stare zitta, tanto sarebbe stato inutile. Anzi, nell'isteria generale le venne pure da ridere: prima puledra e poi gazzella. Era piacevole pensare di avere un futuro come star di National Geographic.

Fortunatamente, a metterla a tacere ci pensò il suo IPhone e per cinque minuti Nina ebbe modo di dare una rassettata ai propri pensieri.
Liam si era spostato vicino a Matteo, confabulavano su qualcosa, ricevevano telefonate, note vocali e gli altri non erano da meno.
Quello era il motivo per il quale non aveva fatto i salti di gioia al pensiero della serata che la aspettava. Finiva sempre così, con loro che la ignoravano per discutere dei loro affari e lei, che per poter stare un minimo al loro passo, il più delle volte finiva col bere troppo.
Per questo evitava di uscirci insieme e poi odiava i segreti di Pulcinella. Era di troppo, ne era consapevole.

Per fortuna che c'è Sara...

- Cucciola, era Filippo! - le disse proprio lei dopo aver chiuso la telefonata - Ti dispiace se non mi fermo per la torta? Ha detto che mi aspetta davanti al locale con una sorpresa... -

Come non detto.

Alla faccia della solidarietà femminile, pensò Nina. Le sorrise: se non altro lei quella sera avrebbe avuto la sua sorpresa. A lei non restava altro che aspettare che quella situazione infernale nella quale si trovava terminasse al più presto.

- Ma certo, vai tranquilla. Tanto tra poco andiamo pure noi. -

Sara le scoccò un bacio su una guancia e dopo aver salutato gli altri sparì verso l'uscita.

Nina sospirò, giocando distratta con alcune briciole di pane sparse sulla tovaglia. Ogni tanto lanciava un'occhiata verso la cucina, ma Riccardo non si era più affacciato.
Stufa di tutto afferrò la borsa e si alzò.
- Ragazzi, esco a fumare. -

Nessuno di loro la degnò di un minimo di attenzione, colse a malapena un cenno d'assenso da parte di Matteo, così aggrottando la fronte lasciò la veranda.
Continuò a guardarsi insistentemente intorno e mentre stava per superare il piccolo disimpegno che la separava dalla sala interna si sentì afferrare con forza per un braccio.

Non ebbe nemmeno il tempo per realizzare, per capire cosa fosse successo, né tantomeno di urlare, che si ritrovò dentro uno stanzino semibuio con le spalle al muro. Davanti a lei, a un centimetro dal viso, c'era lui: Riccardo.

- Cercavi me? -

Il calore del suo respiro colpì le labbra di Nina come uno schiaffo in pieno volto. Aveva una mano appoggiata al muro dietro le sue spalle, mentre l'altra si posò leggera su una guancia di lei.
Il suo sguardo le percorse assetato il viso, posandosi ora sulle labbra, ora sui suoi occhi spalancati.

- Ma sei impazzito? D-dove siamo? Lasciami andare... -

Le parole roche che uscirono dalla gola di Nina, risultarono poco convincenti persino a lei.
La mano di lui intanto continuava a muoversi e con le dita disegnava una linea incandescente sulla sua pelle, andando poi a fermarsi tra il collo e la nuca.

- Sei bellissima stasera. - mormorò a un millimetro dalle sue labbra.

Il suo tono gutturale provocò dentro di lei una tempesta di ormoni impazziti.
Era completamente, irrimediabilmente incastrata nella fitta rete dei suoi occhi. Voleva sentire le sue labbra sulle proprie. Moriva dalla voglia di sentirsi sopraffatta dalla forza che emanava.
Forse era colpa del vino, forse del suo profumo che in quel momento più che mai le stava scorrendo nelle vene... o forse era solo lei. Fatto stava che Nina non riusciva a far decelerare il proprio respiro. E questo la spaventò a morte.

Lui lo sapeva. Sapeva l'effetto che provocava su di lei. Sapeva di averla in pugno: dal primo giorno.

Fu un attimo. Il segnale che lui stava aspettando non tardò ad arrivare. D'istinto Nina si inumidì le labbra... richiamando le sue.

Le mani di Riccardo afferrano il suo viso in uno scatto urgente che non ammetteva repliche. Era tardi per quelle.
La sua bocca si avventò su quella di lei con una tale prepotenza da farle venire le vertigini. Le loro lingue si cercarono, si trovarono, combatterono... e persero.
Nina si aggrappò al suo collo in cerca di un appiglio e sentì le sue mani forti scenderle sui fianchi e stringerla ancora di più a sé, cosicché lei potesse sentire quanto anche lui la volesse. Poi le dita di Riccardo persero il contatto con il suo vestito. Abili e silenziose lo avevano sollevato e quando lei le sentì percorrerle la pelle nuda dei glutei dalla sua gola uscì un suono strozzato e inconsapevole.

Ma che sto facendo?

D'improvviso tra i meandri nebbiosi ed eccitati della mente di Nina sembrò affacciarsi un briciolo di lucidità, ma i denti di Riccardo, che in quel momento le stavano mordicchiando il labbro inferiore, non la aiutarono ad ascoltare quella timida vocina razionale.

Siamo dentro... cosa? Uno sgabuzzino? Uno spogliatoio? A nemmeno dieci metri da qui, ignaro di tutto c'è Liam... se dovesse scoprire ciò che sta succedendo qui dentro, lui...

Le fu sufficiente quel flash per trovare la forza di staccarsi da lui. Posò le mani sul suo petto e con poca convinzione lo spinse lontano da sé. I respiri di entrambi riscaldavano l'aria. I loro occhi erano incatenati. Riccardo appoggiò la fronte sulla sua e con una dolcezza che non fece altro che mandarle ancor di più il sangue in ebollizione, tornò ad accarezzarle il mento, le guance... le labbra.

- Devo tornare di là... - riuscì a sussurarre Nina a fatica.

Riccardo abbassò lo sguardo e infine annuì allontanandosi da lei, che a fatica si riabbassò il vestito.
- Esco prima io, nella porta vicino c'è il bagno. Sarà meglio che ti sistemi il trucco... -

E dopo averle rivolto un ultimo, lunghissimo sguardo, Riccardo aprì la porta e tornò in sala.
Rimasta sola, Nina si lasciò scivolare con la schiena lungo il muro, nascondendo la testa tra le mani.
Non riusciva a riconoscersi in ciò che era appena successo. Il vortice di emozioni che l'aveva risucchiata aveva fatto sì che ad agire fosse stato solo ed unicamente l'istinto.
E non lo aveva fatto nemmeno fino in fondo, perché era chiaro come il sole che se la situazione fosse stata diversa non si sarebbero fermati.

Lei non voleva fermarsi.

Che ci fosse della chimica tra di loro, almeno da parte di Nina, lo aveva capito, ma l'esplosione atomica avvenuta poco prima dentro quel buco di sgabuzzino, era qualcosa che non avrebbe mai potuto immaginare.

Ma che accidenti mi ha fatto...

Si impose di riprendersi. Avrebbe avuto tempo per riflettere e per rivivere nella propria mente tutto quanto. Non era quello il momento per farlo, doveva tornare di là, altrimenti sarebbe finita molto male.
Si rimise in piedi e dopo aver preso un lungo respiro aprì con cautela la porta. Constatato che non ci fosse nessuno sgattaiolò in punta di piedi verso il bagno.

Non appena posò lo sguardo sullo specchio per poco non le sfuggì un grido. Aveva rossetto ovunque tranne sulle labbra e i capelli erano un disastro: sembrava una pazza arrivata in moto senza casco.

Con mani ancora tremanti tirò fuori una salvietta e il rossetto dalla borsa, riuscendo dopo un paio di minuti a restituirsi un aspetto perlomeno umano. Sistemò i capelli con le dita, diede una lisciata al vestito e con il profumo di Riccardo ancora impresso sulle labbra spalancò la porta.

- Ma che fine hai fatto? -

Liam...

Ps: La foto a inizio capitolo l'ho scattata io ad Anzio proprio la settimana scorsa...

See you soon ❤

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top