40. Venia

Harry era seduto sotto un albero in giardino da un po' di tempo, quando sentì una piccola mano posarsi sulla spalla e un'altra sul suo braccio.

Il riccio girò il viso e si trovò di fronte i suoi due bambini con i visi tristi e gli occhi rossi pieni di lacrime.

" Ci dispiace tanto, papà, per quello che abbiamo detto..." disse Fobos.

" Noi ti vogliamo tanto bene, lo sai..." continuò Deimos.

" Papà Louis ci ha raccontato di quanto male lui ti ha fatto e di quanto hai sofferto per farci nascere e...a noi va bene se vuoi colorare tutta la casa...davvero..."

Harry sorrise e solo allora si accorse che i due bambini non indossavano più le loro armature, ma delle semplici tuniche bianche.

" Come mai siete vestiti così?" chiese

Fobos trattenne a fatica un singhiozzo e rispose:

" Papà ci ha sgridati...tanto...si è arrabbiato e ci ha detto che non ci meritavamo più di fare i soldati..."

" Lui non ci vuole più bene..." concluse Deimos.

Harry allargò le braccia e i due bambini gli si accoccolarono vicini, uno da una parte e uno dall'altra.

Dopo averli consolati un po', Harry li fece alzare e disse:

" Andate a raccogliere due mazzolini di fiori e poi li portiamo da papà, così gli chiedete scusa per averlo fatto arrabbiare, va bene?"

" Ma tu ci hai perdonati?" chiesero in coro i due bambini.

" Certo, piccoli, certo..."

I gemelli annuirono con un timido sorriso e prepararono due mazzi di fiori male assortiti che fecero sorridere Harry.

Entrarono in casa e trovarono Louis intento a lucidare uno scudo.

Harry spinse avanti i figli, che si avvicinarono titubanti al dio mettendogli sotto il naso i fiori già tutti schiacciati.

Louis alzò gli occhi e li fissò in quelli pieni di lacrime dei gemelli, ma non cedette.

" Andate a dormire, svelti!" disse burbero.

Fobos e Deimos chinarono gli occhi e, sempre con i fiori in mano, se ne andarono.

Harry si avvicinò a Louis, gli tolse lo scudo dalle mani e lo depositò per terra, poi gli si sedette in braccio e lo baciò.

" Lo so cosa stai pensando, sai?" disse.

Louis lo fissò.

" Credi che quello che Fobos e Deimos mi hanno detto sia colpa tua. Lo pensi perché loro sono così simili a te e al tuo carattere e tu non vuoi, vero?" continuò.

Il dio della guerra annuì.

" Beh, ti dico una cosa, io amo il fatto che ti somiglino così tanto e vorrei che anche chi c'è adesso nella mia pancia fosse identico a te"

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