18. Inferi

Giunone restò allibita di fronte alle parole di Louis e disse:

" Sei pazzo, figlio mio, tuo zio Ade ti chiederà sicuramente qualcosa in cambio..."

" Io lo devo fare, lo voglio fare...Harry è il mio...addio...madre...per favore fai ciò che ti ho chiesto..."

Detto questo, sparì in una nuvola di fumo.

Louis riapparve sulle rive di un lago cupo e triste, le cui acque avevano uno strano colore nerastro...su di esse nessun uccello avrebbe mai potuto volare, talmente velenose erano le esalazioni che si levavano da esso.

Era il lago Averno...

Louis lo costeggiò per un breve tratto, fino a giungere ad una cupa caverna che si apriva nel fianco della montagna che si ergeva, alta e scoscesa, lì vicino.

Il dio entrò senza timore e fu immediatamente circondato da decine di mostri che volteggiavano in aria sotto forma di spiriti.

Vi erano i terribili Centauri che amavano la carne umana, la paurosa Scilla che creava gorghi infernali nel mare, la multiforme Chimera, le demoniache Gorgoni e le Arpie metà donne e metà uccelli.

Essi, però, quando si accorsero della natura divina del visitatore, sparirono all'istante, emettendo lugubri lamenti.

Louis scese per la stretta e ripida via che si inoltrava nelle viscere della terra e giunse sulle rive del fiume Acheronte.

" Caronte...barcaiolo infernale!" gridò il dio della guerra " Vieni da questa parte del fiume e portami sull'altra riva!"

Il vecchio curvo e macilento giunse rapidamente e caricò sulla sua barca il dio, senza proferire parola.

Lo trasportò dalla parte opposta del corso d'acqua e aspettò che fosse sceso,  prima di ricominciare la sua triste traversata.

Louis riprese il suo percorso e raggiunse la porta degli Inferi davanti alla quale il cane a tre teste, Cerbero, abbaiava furiosamente.

Louis alzò una mano e l'animale si addormentò all'istante.

Non appena varcò la soglia infernale, subito udì le grida delle anime in pena e i pianti dei defunti condannati alla dannazione eterna.

Superò velocemente il giudice infernale Minosse, che stava valutando le vite degli spiriti appena giunti dalla Terra, e si diresse rapidamente nel lugubre palazzo del dio Ade.

Entrò senza nemmeno farsi annunciare e si materializzò di fronte al trono del dio degli Inferi.

La divinità alzò gli occhi scocciato e disse con tono pungente:

" Il mio adorato nipote....hai smesso di giocare alla guerra? Sei venuto a trovare il tuo triste e solo zio?"



Ciao!
In realtà nella mitologia romana Ade si chiamerebbe Plutone, ma cosa vi devo dire...il nome Ade mi piace di più.
Se state studiando la Divina Commedia, ritroverete alcune figure descritte da Dante ( Caronte, Minosse, Cerbero ) già presenti nella mitologia antica.
Quando una persona moriva, i parenti, prima di seppellirlo, mettevano sugli occhi del cadavere due monete che servivano per pagare Caronte.
Inoltre veniva posta tra le mani una focaccia che il defunto avrebbe dovuto lanciare a Cerbero per farlo smettere di abbaiare.

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