11. Cuna

Harry si affacciò alla porta d'ingresso della casa e scorse Tullio intento ad osservare il proprio orto.

Il riccio si avvicinò silenziosamente all'uomo e disse timidamente:

" Buongiorno, come va?"

Tullio si voltò e gli sorrise.

" Buongiorno anche a te...non dovevi alzarti. Avresti dovuto rimanere a riposare ancora un po' di tempo."

" Sto bene, non preoccuparti...anzi, io..io me ne vado...sei stato già fin troppo gentile e disponibile con me...non voglio approfittare maggiormente..."

" E dove andrai Harry? Non sai chi è il padre del tuo bambino e dubito che qualcuno della tua famiglia sia disposto ad aiutarti..."

Il riccio abbassò gli occhi diventando rosso e si accarezzò la pancia con tristezza.

" Senti...io vivo da solo, non sono ricco, ma ho abbastanza cibo anche per te. Rimani qui finché non nascerà il bambino, poi deciderai cosa fare..." disse Tullio.

Il riccio lo guardò sorridendo leggermente e rispose:

" Non posso accettare, non mi conosci neppure...cosa diranno i tuoi parenti e i tuoi amici?"

" Io non ho nessuno, Harry, sono solo e poi non mi importa di ciò che pensa la gente, io ti voglio aiutare...permettimi di farlo."

Il ragazzo riccio sorrise apertamente, questa volta e sussurrò:

" Si vede che la divina Giunone ha ascoltato le mie preghiere...le avevo chiesto di aiutarmi e mi ha mandato te...finché sarò vivo la venererò sempre!"

Tullio battè una mano sulla spalla di Harry e lo accompagnò in casa.


Più i giorni passavano, più Harry si affezionava al giovane contadino che l'aveva accolto nella sua abitazione.

L'uomo, pur non essendo di molte parole, era premuroso e gentile e non gli faceva mai mancare nulla.

Harry cercava di ricambiare cucinando qualcosa e pulendo la casa.

Tuttavia, con il trascorrere del tempo, la sua pancia divenne così grossa da rendergli perfino difficile camminare.

Allora trascorreva le giornate seduto su una comoda sedia ad osservare la natura che lo circondava.

Un giorno, quando la data del parto doveva essere più o meno vicina, sentì dei rumori provenire dal retro della casa.

A fatica si alzò dalla sedia e si avvicinò al luogo da cui giungevano quegli strani sfregamenti.

Harry vide Tullio inginocchiato vicino ad un oggetto, intento a lavorare.

Quando capì di cosa si trattava, mise una mano davanti alla bocca e le lacrime cominciarono a scendere dai suoi occhi.

Il contadino stava ultimando una bellissima culla da neonato in legno.

Harry si avvicinò e notò la precisione con cui erano stati intagliati nel legno tanti soldati impegnati a combattere.

" È meravigliosa, Tullio! Non ho mai visto una cosa così bella..."

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