Capitolo 4: amicizia con gli androidi
*rivisionato*
(piccolo appunto, alcuni pezzi della storia sono ripresi dal gioco, ma non ho messo tutto quello che succede nelle varie parti, senno il capitolo veniva troppo lungo, ma spero comunque che vi piaccia lo stesso ^W^)
Pov Ketie
Dopoun po' di tragitto finalmente l'autobus si ferma alla nostra fermata, vediamo Markus scendere e noi facciamo lo stesso.
Tutti e tre ci dirigiamo verso la casa di Carl, e noto che Lilli, che miteneva per mano, aveva un espressione sorpresa nel vedere la casa.
<Spettacolare vero Lilli, vero?> gli dico con un sorriso.
Lei annuisce senza rispondermi un con sorriso.
Quando ci avviciniamo alla porta sentiamo una voce robotica.
<Allarme disattivato. Bentornato a casa Markus> dopo di che la porta siapri in automatico e noi entrino dentro.
Markus poso il pacco che aveva in mano su un mobile a qui era appoggiato unospecchio.
<Io vado a svegliare Carl, voi aspettate qui> disse Markus guardandoci
<Ok>rispondo io.
Evediamo Markus salire le scale per il secondo piano.
Mentre aspettiamo noto che Lilli si guardava in trono, probabilmente stava analizzando il posto, come fanno tutti gli androidi quando trovano unnuovo posto.
O almeno credo, non sono molto esperta su queste cose, al contrario dimio padre che sembra una passione per lui studiare e creare nuovimodelli di Androide.
Miguardo in torno e vedo che i piccoli passerotti androidi erano ferminella gabbietta.
<Si sono di nuovo spenti> dissi un po' sbuffando.
Mi avvicino alla gabbietta, apro la piccola porticina e riattivo ipasserotti che ricominciano a cinguettare.
<Adesso va meglio> dissi sorridendo e richiudendo la gabbietta.
<Ci sono anche animali Androidi?> mi chiese Lilli.
<Diciamo di si, ma sono pochi a differenza degli androidi umani> dicoquadrando i piccoli uccellini robotici.
<Anche se personalmente non trovo giusto che anche gli animali venganosostituiti con degli androidi, per me la natura deve rimanere comemadre natura l'ha creata> continuai sorridendo.
Pov. Lilli
Io sorrido dopo la sua affermazione, è una bambina molto vivace, laconosco da poco, ma ho capito subito che gli piacciono molto glianimali e la natura, come a tutti i ragazzini della sua eta immagino.
Èuna bambina molto allegra, ed è un peccato che non amici suoicoetanei, ma probabilmente con il suo carattere troppo timido versogli altri fa fatica ad approcciarsi con persone che non conosce bene.
Maper me non importa, mi basta solo vederla felice.
Dopoun po' vediamo scendere Markus accompagnato da Carl che nota subitoKetie.
<Ciao Ketie, non mi aspettavo una tua visita>
<Caio Carl!> disse lei abbracciandolo.
Dopoche i due si staccarono Carl guardo verso di me.
<Tu devi essere Lilli giusto?> mi chiese lui.
<Si sono Lilli, piacere di conoscerla Carl, Ketie mi ha parlato molto di lei> gli risposi con un sorriso, anche lui mi rispose con unsorriso.
Poi, insieme a Markus, accompagnamento Carla alla sala da pranzo.
<Muoio di fame> disse lui.
<La colazione è pronta. Bacon e uova, proprio come piace a te> glirispose Markus.
<Grazie Markus>
<Di nulla>
Markus posiziona la sedia a rotelle di Carl davanti al tavolo e l'androidesi diresse in cucina.
Mentre aspettavamo io mi guardavo in torno, poi Carl fece cenno a Ketie diavvicinarsi.
<Prima che me ne dimentichi Ketie, ho una cosa per te>
<Che cosa?> chiese incuriosita avvicinandosi
Carlaprese dal tavolo un pacchetto avvolto da della carta da regalo rosacon sopra un fiocco rosso posizionato vicino a lui e lo passa aKetie.
<Buon compleanno Ketie> disse poi con un sorriso.
<Wow, grazie Carl!> disse sorridendo.
Tutta entusiasta Ketie apri in regalo, rivelando una piccola scatola rosacon sopra disegnati dei fiore.
Dentro trovo un set di tempere colorate e pennelli di forme e dimensionidiverse.
<Wow! È un set completo per dipingere!> disse lei entusiasta.
<Cosi potrai allenarti a dipingere anche quando sei a casa tua, ma c'è anche un altra cosa li dentro> gli rispose Carl facendoglil'occhiolino
Ketie, incuriosita diede un'altra occhiata dentro alla scatola.
<Sul fondo c'è una busta> disse sorpresa.
Facendo molta attenzione tiro fuori delicatamente la busta e la apri.
Aprendola trova dentro un suo ritratto sorridendo con nell'angolo in basso adestra una piccola dedica con la scrittura che sembrava quella di Carl.
''Allamia piccola Ketie, spero che da grande diventerai una grande artistadi talento''
<Grazie Carl, è bellissimo!> disse Ketie abbracciandolo forte, con unsorriso Carl ricambio l'abbraccio.
Capi subito che fra Ketie e Carl c'era un forte legame di affetto, e forsefu questo fatto che mi fece sorridere.
Dopo un po' torno Markus con il vassoio della colazione e lo porto a Carl, mentre lui faceva colazione Markus giro per la stanza per trovarequalcosa da fare mentre aspettava che Carl finisse la colazione, iofeci lo stesso seguita a ruota da Ketie che teneva stretta a se lapiccola scotola rosa.
Dopoqualche minuto, insieme a Markus e Carl, ci dirigiamo verso lostudio, appena entriamo le tende si ritirarono ritirando unbellissimo giardino tutto intorno a noi, guardai Ketie e capi subitoche quel posto gli piaceva, il suo faccino si è illuminato con unenorme sorriso.
Markus posizione la sedia a rotelle vicino ad una specie di gru gialla, e questa si accatto al sedile della sedia staccandola dalle ruotesollevando l'uomo.
<Dov'eravamo rimasti... togli il lenzuolo> disse Carl rivolto a Markus.
Lui obbedi, e togliendo il lenzuolo rivelo un gigantesco guardo su unmuro.
Mentrel'uomo inizio a dipingere per finire il suo lavoro Markus diede una pulito allo studio mentre io e Ketie rimani a guardare l'opera.
Ketie era persa nel guardare il quadro e i movimenti che faceva Carl con il pennello, sembra quasi che sta analizzando ogni piccola cola che ilvecchio pittore faceva, con un enorme sorrido in volto stringe al suopetto la piccola scatola.
Daquello che ho capito da quella piccola dedica che gli ha dedicato Carl, lei sogna di diventare una grande pittrice come lui, e vedendoquello che sapeva fare, sono sicura che un giorno le diventerà, eio non vedo l'ora di vedere le sue meravigliose opere che farà.
Pov. Ketie
Qualche minuto dopo Carl fini la sua opera e la gru lo riporto giù.
<Allora...il tuo verdetto Markus?> chiese Carl.
<Si, c'è qualcosa di sfuggente. Qualcosa che non riesco... a definire. Credo che mi piaccia> concluse poi Markus.
<anchee me piace molto> risposi io.
Lilli si limito ad annuisce trovandosi d'accordo con noi.
<Laverità è che non ho più niente da dire...> disse Carl <Ognigiorno che passa mi porta più vicino alla fine, sono solo un vecchioaggrappato ai suoi pennelli... > concluse poi
<Carl...>
<Ma basta parlare di me...> disse Carl girandosi verso l'androide.
<Vediamo se tu hai talento.> disse guardando Markus.
<si dai Markus, prova a dipingere> dissi io con un sorriso.
<Dipingere? ma cosa?> chiese lui confuso.
<Quello che vuoi!> gli rispose Carl.
<Dai provaci> continuo indicandogli una tela bianca vicino a lui.
<Dai Markus> gli dissi io porgendogli la tavolozza dei colori.
Un po titubante, Markus prese la tavolozza in mano i si posizionodavanti alla tela bianca, io mi metto vicino a lui per guardarlomentre iniziava a dipingere.
Dopo qualche secondo Markus fini la sua opera, ha copiato alla perfezionela testa di pietra posizionata dietro la tela.
<E'una copia perfetta... della realtà> disse Carl guardando ilquadro.
<Ma dipingere non è replicare il mondo.
È interpretarlo, migliorarlo... mostrare qualcosa che tu vedi.>concluse poi.
<Carl io... Non posso. Non sono programmato per questo...> gli disse infine Markus.
<Coraggio, su, prova, prendi quella tela> gli disse Carl indicandogli unaltra tela bianca.
Markussenza dire niente obbedi e mise la tela bianca sopra al tre piedi.
<Fai una cosa per me, chiudi gli occhi. Chiudi gli occhi. Fidati>
Markus, guardando a tela, chiuse gli occhi.
<Prova ad immaginare qualcosa che non esiste. Qualcosa che non hai maivisto.> gli disse Carl
Il LED di Markus inizio a diventare giallo.
<Ora concentrati... su come ti fa sentire... e lascia che la mano scivolisulla tela...> concluse Carl.
Il LED dell'androide inizio a lampeggiare di giallo, dopo di cheavvicino la mano con il pennello alla tela e lui, senza guardare,inizio a dipingere.
Mentre dipingeva la sua mano continua a scivolare sulla tela, rimasi aguardarlo per tutto il tempo, e quando fini la sua opera apri gliocchi.
<Wow...> dissi io sorpresa.
<Ohmio dio...> disse Carl sorpreso a sua volta.
A dun tratto la porta dello studio si apri, notai subito che quello cheera entrato era Leo, non mi è mai piaciuto quel ragazzo.
<Ehi, pa'> disse attirando l'attenzione di Carl e di Markus.
<Leo...non ti ho sentito entrare> disse Carl.
<Ah,ero in zona... e ho fatto un salto...> gli rispose Leo.
Quanto è bugiardo.
<E' passato un po' di tempo, eh?>
Carl noto subito che lei si comportava in modo strano, e anche io lonotai.
<Staibene? Non sembri in forma> gli chiese Carl
<oh, si, si, sto bene... Ehi, senti ehm... mi servono dei soldo, pa'>concluse Leo.
<Ancora? E quelli che ti avevo dato?> gli chiese Carl
<Oh, beh, sai finiscono e basta, no?>
Masmettila Leo, lo sappiamo tutti che usi i soldi di Carl per prendertiquella stupida polverina rossa.
Innato Markus aveva rimesso la tavolozza sopra ad un tavolo vicino a lui.
<Ti stai facendo ancora, vero?> gli chiese Carl.
<No! No, no ti giuro non è per quello...>
<Non mentire Leo, si vede che sei stra fatto> gli dissi io.
<Tu fatti gli affari tuoi ragazzina, e che differenza fa!? Ho bisogno disoldi, tutto qui!> disse lei con un tono molto alterato.
<Mi spiace... ma la risposta è no.> gli rispose schietto Carl.
<Cosa? Perché?>
<lo sai perché.>
Poi lui guardo Markus
<Certo, certo, lo so perché. Preferisci.... preferisci occuparti del tuopupazzo, invece che di tuo figlio, eh?> Leo si avvicina minacciosoa Markus.
<Dimmi pa'... Co...cos'ha lui più di me? è intelligente? E' obbediente?Non come me, vero?>
Almeno Markus non è uno stronzo come te fatto di Red Ice
<Ma sai una cosa? Questo sono non è tuo figlio!E' UNA CAZZO DIMACCHINA!> urlo Leo spingendo via Markus.
Io ressi Markus prima che cadesse a terra.
<Leo ora basta! BASTA!> urloCarl infastidito dal suo comportamento.
<Nonti frega niente, solo di te stesso e dei tuoi quadri del cazzo!nonvuoi bene a nessuno. Non vuoi bene a me, pa'...> Leo fece unapausa <non mi vuoi bene.> concluse Leo andandosene.
Carl si piego sulla sedia a rotelle, io mi avvicinai a lui.
<Stai bene Carl?> gli chiesi.
<Sitranquilla Ketie, non preoccuparti... sto bene...> mi risposeCarl.
Anche se rispose cosi, lo so che non stava bene, in realtà Carl vuole ungran bene a Leo, ma lui è talmente idiota che non lo capisce.
Pov Laura
Io e Hank siamo appena arrivati nel luogo dove è stato avvistato undeviante insieme a Connor, un RK800 un prototipo di androide detective, ad Hank non gli aggrada l'idea di avere come collega unandroide, ma visto che il capo lo ha costretto lui non ha potuto rifiutare.
<Cosa ne sappiamo su questo tizio?> chiese Hank distogliendomi dai mieipensieri.
<Non molto. Un vicino ha detto di aver sentito strani rumori provenire dalsuo piano.> gli rispose Connor.
<Pare che qui non viva nessuno, ma ha detto di aver un uomo con un LED sotto il cappello.> concluse poi.
<Ah cazzo, se ci tocca indagare ogni volta che qualcuno sente un rumore, servono altri sbirri> disse Hank con un po' di ironia.
A terra notai che c'erano un sacco di piume, il che è strano visto che questo posto è abbandonato da chissà da quanto tempo.
L'androide busso alla porta dell'appartamento dove dovevamo indagare, ma nonapri nessuno, allora Connor busso con molta più foga <C'è nessuno?>
<Aprite! Polizia di Ditroit!> dissi io urlando, ma ancora niente.
Poi senti uno strano rumore provenire da dietro la porta, di scatto Hank tiro fuori la sua pistola, feci la stessa cosa anche io.
<Stammi dietro> disse Hank a Connor.
<Va bene> rispose l'androide con un calcio Hank sfondo la porta e conle pistole entriamo nell'appartamento seguiti da Connor.
Guardiamo nelle varie stanze finché non aprimmo una porta da dove uscirono dei piccioni.
<Mache cazzo e questo?> disse Hank cercando di farsi largo tra i migliaia di piccioni che cerano nella stanza.
<Cavolo, puzza da fare schifo qui...> dissi io cercando non respirare quest'aria.
<Ah, siamo venuti per niente. Se ne è già andato...> sbotto Hank dopo aver guardato tutte le stanze.
Mentre io guardavo bene la zona vedevo Connor analizzare ogni minimo dettaglio che si trovava nella stanza, come aveva fatto l'ultima volta alla casa di Carlos Ortiz, dopo aver trovato il deviante nella soffitta. Un po' mi dispiaceva per lui, ha solo cercato di difendersi dopo tutto.
Poi Connor tiro via un posto rivelando una crepa nel muro, curiosa divedere che cosa aveva trovato mio avvicino a lui, dentro alla crepac'era un quaderno di carta, Connor lo prese e inizio a sfogliarlo, sopra cerano solo degli strani simboli indecifrabili, e capendodall'espressione dell'androide, non sapeva nemmeno lui il loro significato.
<C'è qualcosa?> chiese Hank
<Non lo so... sembrano degli appunti, ma sono... indecifrabili> disse Connor.
Apro un armadi vicino a me ma venni solo travolto da altri piccioni chiusi li dentro, e a parte loro dentro l'armadio non c'era niente cosi lorichiusi. Vorrei tanto sapere chi è quel tizio che piace tanto avere in giro per casa tutti questi piccioni.
Notai sopra ad uno scaffale una giacca militare dove c'erano ricamate sopradue lettere R.T. Forse erano delle iniziali, ma di cosa...
<C'è un LED sopra il lavandino> senti dire Connor che si trovava nel bagno.
<E 'ovvio che fosse un androide. Nessun umano potrebbe vivere con deipiccioni del cazzo...> disse Hank.
Raggiunsi Connor nel bagno e notai che suoi muri vi erano incise delle scritte''rA9'' anche qui c'era la stessa scritta ritrova nella doccia dell'altra casa.
<Sai cosa significa?> chiese Hank che ci aveva raggiunti.
<''rA9''...scritto 2.471 volte... la stessa parola scritta dall'androide di Ortiz nella doccia...> disse Connor.
<Perché ne sono ossessionati?> mi chiesi sotto voce.
Poi notai che a terra c'era uno sgabello rivoltato, con li vicino unpennarello nero, probabilmente usati per scrivere le scritte suimuri.
Connor analizzo i due oggetti, dopo qualche secondo di scatto si diresseverso il soggiorno, deve aver capito dove si sia diretto il deviante, cosi lo segui.
A terra c'era una gabbia per uccelli, a giudicare dal gancio di ferrorotto, si deve essere rotto da poco, molto probabilmente il deviante si trovava ancora qui, e anche Connor lo aveva capito tanto che lui si diresse verso ad un buco sul fosfito e dal usci il deviante che salto a dosso a Connor e scappo via.
<Che stai aspettando? Vagli dietro!> disse Hank all'androide.
Lui di scatto si lancio all'inseguimento del deviante e noi gli corriamodietro.
Io e Hank cercavamo di restare dietro all'androide ma era troppo veloceper noi che per un attimo lo perdemmo di vista, poi lo ritrovammo sopra ad un treno in corsa con il deviante che continuava a scapparee l'androide che continua l'inseguimento.
<Porca puttana... cosi non riusciremo mai a prenderlo> disse Hank con il fiatone.
<Laura, tu cerca di stare dietro a Connor, io cerco di raggiungere quel coglione> mi disse Hank.
Annuisco, cosi mentre Hank prese un altra strada io cercai in tutti imodi di stare dietro a Connor, che era più veloce di me.
Dopo un po' io e Connor ci ritroviamo in mezzo ad un campo di grano che ci copriva la visuale, poi notai che Hank era riusci a raggiungere il deviante ma lui spinse via Hank che stava per cadere dal palazzo.
<HANK!> urlai.
Discatto corsi verso di lui per aiutarlo e, sorprendentemente, anche Connor lo aiuto e insieme riusciamo a tirare su Hank.
<Oh, cazzo... CAZZO! Era nostro! Cazzo.> disse Hank visibilmente alterato.
<E'colpa mia, sono stato troppo lento> gli disse Connor.
Ma se neanche riuscivamo a starti dietro, se quello era troppo lento.
<Dannazione, l'avresti preso...> disse Hank guardando l'androide.
<Non importa. Sappiamo come è fatto. Lo troveremo...> disse infine andando via.
<Stai bene Hank?> gli chiesi preoccupata.
<si,si sto bene, Laura> mi rispose lui schietto.
Poi lui si fermo e si gira verso Connor.
<Ehi, Connor...> l'androide si giro verso Hank.
<Niente.> gli disse alla fine andandosene.
Io sorrisi un po', sapevo che Hank non era il tipo di persona che ringrazia tanto facilmente le persone, sopratutto gli androidi, ma penso che Connor lo abbia capito da solo, visto che lo avevo visto fare un piccolo sorriso.
Angolo autore
e dopo settimane di lavorazione ecco il nuovo capitolo, e finalemente e comparso anche il nostro adorato Connor. come ho detto prima scusate se non ho messo tutti i punti del gioco ma se no veina troppo lunga la cosa.
spero che vi sia piaciuto il capitolo e ci vediamo al prossimo
ciao ciao ^W^
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