Obsolete (pt3)

La coppia di investigatori si affrettò a ritornare al NightDetroit Bar, seguendo la sua sgargiante insegna luminosa.
Quando furono all'interno, tuttavia, si accorsero che il resto degli agenti di polizia avevano abbandonato la scena, lasciando il salone principale completamente vuoto, fatta eccezione per un agente di guardia alla porta.
Hank si rivolse proprio a quest'ultimo, fermandosi giusto dopo aver passato la soglia. - Il corpo dell'androide è stato spostato in centrale?-.
Il poliziotto, piuttosto giovane e di carnagione scura, scosse energicamente la testa. - No, no. È ancora nel bagno- rispose -Verrà portato via questa sera-.
  -Bene- fece l'uomo. Senza aggiungere altro attraversò il salone deserto, seguito da Connor. Il suo sguardo si posò sulla lunga fila di bottiglie messe in esposizione dietro il bancone del bar; vodka di vari gusti, amari, grappe, ed un sacco di altri miscugli che non conosceva ma che parevano andare molto di moda nel duemilatrentotto. Il tenente si bagnò le labbra con la lingua, colto da un improvviso impellente desiderio di bere qualcosa; iniziava a non vedere l'ora di tornare a casa.
Fu Connor il primo ad aprire la porta del bagno ed entrare; il corpo spento di Mark era ancora a terra nella stessa posizione nella quale era stato lasciato.
  -Ok, vedo che posso fare- esclamò l'androide, piegando le ginocchia in modo da poter osservare il corpo da vicino.
Avvicinò una mano alla sua pancia, e scoprì la parte robotica nascosta sotto alla finta pelle. Sollevò poi con attenzione uno sportello di ferro leggero, potendo così accedere ai suoi componenti interni.
  -Pensi di riuscire ad accenderlo?- domandò Hank, in piedi dietro di lui intento ad osservare con attenzione ciò che il collega stava facendo.
Connor rispose senza voltarsi, mentre continuava a maneggiare cavi all'interno del corpo. -Penso di sì... Ma non so per quanto tempo potrà tornare attivo- disse -Ha dei danneggaimenti gravi a diversi componenti tra cui anche la pompa thirium-.
Mentre pronunciava quell'ultima frase, collegò tra loro due piccoli cavi che fecero una scintilla, appena prima che Mark riaprisse improvvisamente gli occhi.
L'androide issò la schiena di colpo come se fosse spaventato da qualcosa, poi si trascinò a terra fino a sbattere con la schiena contro al muro. Il led sulla sua tempia era di un rosso intenso, e lampeggiava all'impazzata; i suoi occhi, carichi di tensione, erano spalancati.
  - Va tutto bene- lo rassicurò prontamente Connor, mettendo in mostra entrambe le mani - Non voglio farti del male-.
//Livello di stress medio// Probabilità di autodistruzione 40%//
//Un minuto alla disattivazione//
Mark lanciò uno sguardo confuso prima a Connor poi ad Hank, mentre il led sulla sua testa passava lentamente da rosso a giallo. 
  - Sono un androide della polizia, ho bisogno che tu mi dica che cosa è successo quì ieri notte- spiegò ancora Connor, con voce calma e pacata.
A quel punto Mark sollevò la testa, e parve calmarsi del tutto; il suo led era tornato blu. -I dati sono tutti contenuti della mia memoria, di quale informazione ha bisogno?- esclamò.
Non sembrava essere un deviante, stava semplicemente eseguendo l'ordine impartito. Se quella macchina non avesse mostrato alcun tipo di devianza, significava che la teoria fin'ora costruita stava guadagnando ancora più credibilità.
  -Come sei arrivato quì?- gli chiese Connor, aggrottando la fronte.
Mark restò immobile. - Accesso alla memoria... Sono stato condotto qui dalla signorina Jasmine-.
Hank fece una faccia soddisfatta ed intrecciò le braccia sul petto.
  - Ti ha condotto lei nel bagno?- chiese ancora Connor.
L'altro androide annuì.
A quel punto, fu posta la domanda cruciale.- Hai violentato Jasmine?-.
Lo sguardo attento di Connor ispezionò ogni minimo movimento nel volto del robot, mente il suo sistema monitorata costantemente eventuali variazioni di tensione. Tuttavia, non rivelò nulla di animalo. 
  - Accesso alla memoria..-. Mark taque per un paio di secondi. - La signorina Jasmine mi ha impartito l'ordine di spogliarmi, poi ha contattato le forze di polizia-.
Connor si voltò indietro lanciando uno sguardo soddisfatto ad Hank, e simulando un piccolo sorriso.
//Trenta secondi alla disattivazione//
  -Mark... Da quanto tempo servi la famiglia Morrison?- domandò ancora il detective, poggiando una mano sulla spalla dell'altro robot come volesse in qualche modo consolarlo. Seppur sapesse che non era un deviante, riusicva comunque a provare una sorta di empatia nei suoi confronti. Dopotutto, non era che una delle tante vittime della follia umana.
  -Tre mesi circa- rispose lui, con voce piatta ed innaturale.
  -Qualcuno ha avuto accesso alla tua memoria o ha effettuato modifiche sul tuo sistema?-.
  -Negativo- rispose Mark - Non rilevo alcuna modifica o accesso forzato, solo danneggiamenti fisici-.
Connor annuì.
//Dieci secondi alla disattivazione//
  -Ancora una domanda, Mark!- esclamò nervosamente -Sai cosa significa ra9?-.
Gli occhi della macchina danneggiata iniziarono a chiudersi. -Negativ...-.
Si spense di colpo, prima di riuscire a completare la frase.
Connor lo osservò in silenzio per una manciata di secondi, poi si alzò in piedi e si rivolse ad Hank. - Non conosce ra9, non mostra alcun segno di devianza; dunque possiamo considerare vero tutto ciò che ha detto-.
L'uomo annuì distrattamente un paio di volte, piegando il viso in un'espressione stanca. -Pare che la faccenda sia risolta... Sei stato bravo.  Ora... Ci servono le prove, però-.
L'androide sollevò le sopracciglia. -Ho registrato tutto l'interrogatorio ovviamente, incluso quello di Jasmine. Abbiamo prove sufficienti-.
Hank si fece una breve risata. -Diamine... Sono davvero diventato obsoleto, uh?- esclamò, dando una troppo energica pacca sulla spalla del giovane collega.
  -Dai, usciamo da questo cazzo di cesso... Voglio bere un goccio e andarmene a casa- esclamò ancora il tenente, aprendo con poco garbo la porta. Verificando poi che la sala era ancora vuota, si avvicinò con finto disinteresse al bancone del bar e recuperò un bicchiere che subito riempì con una buona ondata di scotch.
  -Hank, non credo che si possa...-.
  -Ovvio che non si può!- grugnì l'uomo che già stringeva nelle mani il prezioso bicchiere di vetro. - Ma non penso mi arresteranno per questo... Tu che dici?-.
Connor restò in silenzio ma il suo sguardo lasciava trapelare una certa preoccupazione; nonostante la sua devianza, continuava ad avere un pessimo rapporto con qualsiasi tipo di effrazione al codice o infrazione della legge, seppur minima ed innocua che potesse essere.
Il tenente, al contrario, pareva molto rilassato e si apprestava a buttar giù quel liquido alcolico dal colore tendente al marrone, sollevando il mento ed arricciando le labbra. -Merda, ci voleva- esclamò poggiando il bicchiere sul bancone. -Faccio il bis-.
Connor, visibilmente a disagio, fece un piccolo passo indietro. -Mentre bevi dò un'ultima controllata agli indizi nel bagno, ok?- farfugliò. Attese la risposta di Hank, che fu semplicemente un piccolo cenno del capo, prima di tornare sui suoi passi e riaprire per la terza volta la porta del bagno.
La richiuse dietro alle sue spalle, ed aggrottò la fronte; voleva approfittare di questi ultimi minuti a disposizione per verificare che dalla scena del crimine non gli fosse sfuggito neanche il più piccolo dettaglio. Scavalcò il cadavere ed entrò nel bagno delle donne, ripercorrendo con sguardo attento ogni schizzo di thirium che avesse imbrattato quelle pareti, per poi soffermarsi sui fori di proiettile.
Erano tre. Uno aveva colpito alla testa. Uno alla spalla. Uno alla pancia.
D'un tratto, emettendo un suono lieve ma sospetto, la porta dietro alle spalle di Connor si aprì.
L'androide si voltò pensando che si trattasse di Hank, ma sentì un brivido percorrere interamente la sua schiena quando si accorse che, al posto del suo collega dai capelli grigi e barba incolta, era appena entrato il nuovo prototipo della Cyberlife seguito da Gavin.
  -Avete fatto un bel lavoro- esclamò il poliziotto, andando dritto al punto. Il suo viso esprimeva, come sempre, una quantità di odio inverosimile. -Avete ottenuto tutte le informazioni sul caso, e sono tutte quante proprio lì, nella tua testolina-. Allungò una mano e puntò il dito indice in direzione di Connor. -Tutto il materiale che ci serve è contenuto nella tua memoria... Non è vero, stronzo di plastica?-.
Connor, sistenandosi nervosamente la cravatta, assunse un'aria di sfida. -Togliti di mezzo Gavin- esclamò - Non ha senso quello che stai facendo-.
  - Oh, lo ha invece- ribattè lui, scoppiando in una fragorosa risata mentre rk900 al suo fianco non osava muovere un solo muscolo robotico. Il suo sguardo di ghiaccio era puntato dritto sulla versione più obsoleta di sé stesso, ma non una parola uscì dalla sua bocca.
  - Perché sarò io a risolvere questo caso, e sarò promosso per questo- disse ancora Gavin, allargando un piccolo sadico sorriso. Si voltò poi lentamente verso il suo robot, ed esclamò scandendo bene le parole: -Prendilo... Dagli una bella lezione, e sonda la sua memoria. Ci prendiamo tutte le informazioni sul caso-.
Ancora prima che Connor potesse dire o fare qualcosa, 900 gli si scagliò contro come una furia, facendo uso della forza sovrumana che gli era stata conferita dagli ingegneri della Cyberlife. Lo afferrò violentemente per entrambe le spalle e lo sbattè al muro così forte da creare una crepa che si estese su alcune mattonelle, poi gli sferrò un pugno in pieno viso danneggiando la parte esterna della sua mandibola sinistra.
  -Così, bravo robot del cazzo- esaltava Gavin, che con perversa follia si godeva la scena come uno spettatore al cinema. -Massacralo-.
Connor iniziò a divincolarsi nel tentativo di liberarsi da quella presa, ma gli fu da subito chiaro che la forza del nuovo prototipo era di troppo maggiore rispetto alla sua. Strinse i denti e sollevò il capo, vedendo così un secondo pugno volteggiare in aria prima di scontrarsi nuovamente con la sua mandibola.
Sputò una chiazza di thirium dalla bocca, che imbrattò il pavimento unendosi a quello che ancora fuorisciva dal corpo di Mark.
//Rilevato danneggiamento alla parte superiore del corpo// Biocomponenti in funzione// Danni di media entità//Operatività sistema 80%//
Rk900 afferrò all'improvviso la giacca di Connor e strinse il pugno sul colletto, per poi sollevarlo in aria con una sola mano facendolo strusciare con la schiena contro al muro sporco.
Puntò il suo gelido sguardo dritto negli occhi del suo nemico, ed i loro sguardi si incrociarono in quel preciso momento.  Le iridi del nuovo prototipo, chiarissime e vuote; e quelle di Connor, scure e cariche di emozione.
900 ritrasse la pelle dalla sua mano, e senza nessun pentimento sondò la memoria dall'altro robot il quale, del tutto imponente, non poté impedirgli di farlo.
Il prototipo caricò in brevissimo tempo tutti i dati dell'investigazione nel suo sistema, e ad un tratto la vittoria era passata nelle mani di Gavin con una semplicità disarmante. Seppur barando alla grande, la sfida alla fine l'avevano vinta loro.
Proprio in quel momento però, in modo del tutto improvviso, la porta del bagno si spalancò di nuovo. Comparve la figura confusa di Hank, che non appena vide ciò che stava accadendo spalancò gli occhi terrorizzato.
-Connor!!- gridò a squarciagola, gettando a terra il bicchiere che reggeva in mano. Quest'ultimo si ruppe in mille pezzi a contatto con il pavimento emettendo un gran fracasso.
  -Ora puoi lasciarlo, 900- esclamò Gavin allargando un ampio sorriso. Subito il robot fece come gli era stato chiesto, liberando immediatamente la sua presa su Connor e lasciandolo precipitare a terra come un sacco di immondizia.
  -Tu... Pezzo di merda...- grugnì Hank stringendo i denti, e guardando dritto in direzione di Gavin, non solo collega disonesto e sleale ma adesso anche suo principale motivo di odio verso l'umanità intera. Nessuno poteva permettersi di fare del male a Connor, nessuno.
Il tenente stava per fare un balzo in avanti e aggredirlo sfogando finalmente tutta rabbia che aveva accumulato nei suoi confronti, ma la sua priorità cambiò nel giro di un millesimo di secondo quando spostando di poco lo sguardo si accorse che Connor era ferito.
Corse in sua direzione e si buttò con le ginocchia a terra, ferendosi contro il pavimento rugoso, ed afferrò il giovane androide per le spalle con estrema preoccupazione. -Connor! Rispondimi!-.
Gavin fece cenno a 900 di seguirlo, assumendo un'espressione palesemente soddisfatta. -Quì abbiamo finito, torniamo in centrale-.
Se ne andarono senza dire una sola altra parola, e senza preoccuparsi minimamente del danno che potevano aver fatto.
Hank si sentì, in quel momento, quasi svenire. Non poteva pensare di aver perso Connor così, in modo tanto stupido. Si era messo a bere, si era confuso in cose futili comportandosi da perfetto imbecille, mentre avrebbe potuto proteggere il suo collega da quella coppia di mostri che sapeva essere in giro.
Che stupido. Che stupido. Che stupido.
Connor sollevò lo sguardo con una lentezza preoccupante, ed accennò un piccolo sorriso piegando le labbra sporche di thirium. Il suo corpo tremava lievemente.
  -Sto bene Hank- disse  con un filo di voce- Ma hanno preso tutte le informazioni sul caso...-.
L'uomo, ringraziando mentalmente Dio o chiunque avesse vegliato sulla salute di quel robot per lui così tanto caro, lo strinse impulsivamente in un grande abbraccio. - Non importa... Non mi importa niente delle indagini- farfugliò. Scoppiò in lacrime e lo strinse più forte.  -L'importante è che tu sia quì-.


" Un che di divino affiora un attimo prima del trionfo e un attimo dopo il fallimento".
(Nicolás Gómez Dávila)

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