XV
Era arrivato un nuovo medico al castello, dopo che quello vecchio andò in pensione, ed era da tre mesi che gli diceva che stava per andare in calore. Il precedente sapeva dell'odore particolare dell'Omega, mi più forte di qualsiasi suo simile ma il nuovo non si voleva arrendere, dicendo che era impossibile per un cucciolo avere un odore così forte e quindi gli faceva esami tutte le settimane cercando, oltre al forte odore, un qualsiasi sintomo del calore. Ma niente e Mikail sopportava in silenzio chiedendosi cosa c'era che non andava.
Anche Maxwell si era stupito quando, aspettando mese dopo mese, io suo calore non arrivò, ma non gl'importava, in fondo era ancora piccolo e a lui bastava sniffarlo.
Quella settimana Lord Beith sarebbe partito per un viaggio di lavoro in india, dove avrebbe preso un altro omega che Mika aveva visto solo di sfuggita l'anno prima. Il ragazzino pensava l'avrebbe portato con lui dai suoi luridi amici, anche se visitare l'India non gli dispiaceva, ma cosí non averne. Voleva essere da solo con il nuovo omega e stringere un legame anche con lui, per questo si sarebbe assentato per un mese e due settimane. Mikail non se ne rendeva conto ma Maxwell sì, ed era al settimo cielo, avrebbero passato più tempo insieme e, adesso che era cresciuto, gli avrebbe chiesto se gli andava di 'giovare'. Solo se gli andava, senza obblighi.
Il giorno della partenza l'Alpha moro rimase molto sulle sue, ma quello seguente si recò in camera dell'Omega che dormiva beatamente. S'intrufolò nel letto e abbracciò da dietro il minore accarezzando i fili dorati che aveva per capelli e la pelle liscia come seta. Si mise poi ad osservare le manine, molto da ragazza pensò, di una delicatezza infinita, soprattutto per le seghe.
Pian piano il piccolo si svegliò trovandosi di fronte un viso piacevolmente conosciuto. Buttò le braccia al collo del maggiore per abbracciarlo finendo gli addosso, questo stupito del gesto appoggiò delicatamente le mani suoi fianchi per poter riprendersi e abbracciarlo stretto mentre si sussurravano a vicenda dolci parole di buon giorno.
"... Mio Alpha" a Maxwell gli bastarono queste parole, mischiate al forte, perenne e buonissimo odore del più piccolo, per eccitarsi e non poco.
" Oh, ma qui è duro. Cos'è?" Mika, inconsapevole, andò a tastare con la manina procurando un ringhio roco al proprietario dell'oggetto tastato.
" Daiiii... Che cos-oh" si guardarono negli occhi per svariati secondi mentre il piccolo diventava sempre più rosso. Il maggiore porto una mano sotto la lunga camicia da notte passandola dalle gambine, sulla vita, fino a fianchi stretti, provocando brividi e gemiti ( il correttore mi aveva scritto gemitaiz) all'omega dagli occhi blu.
Quest'ultimo si spinse in su fino a trovarsi faccia a faccia con quello che voleva fosse il suo Alpha, fece sfiorare le labbra in un impeto di coraggio. Fu solo il maggiore, però, che uní le proprie alle gemelle.
Prese a succhiare leggermente il labbro inferiore. Passando le mani sul torace entrò 'accudentalmente' in contatto con un capezzolo facendo staccare il minore dal bacio mentre rilasciava un gemito più forte degli altri.
Non voleva esagerare, quindi allontanò la mano ma Mikail, che aveva appena scoperto un piacere nuovo, gliela fermò facendo formare un 'dolce ghigno' sulle labbra del suo Alpha che stuzzicò il capezzolo sensibile fin quando, stanco e affamato, il soggetto delle sue attenzioni non gli collassò addosso.
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Non so se domani avrò internet quindi magari salto un aggiornamento.
Grazie a chi ha letto, commentato o votato.
Al prossimo capitolo, spero ci stia piacendo.
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